Spalacopus cyanus

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Cururo del Cile
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
FamigliaOctodontidae
GenereSpalacopus
Wagler, 1832
SpecieS.cyanus
Nomenclatura binomiale
Spalacopus cyanus
Molina, 1782

Il cururo del Cile o coruro (Spalacopus cyanus Molina, 1782) è un roditore della famiglia degli Ottodontidi, unica specie del genere Spalacopus (Wagler, 1832), endemico del Cile.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di medie dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 112 e 152 mm, la lunghezza della coda tra 35 e 66 mm, la lunghezza del piede tra 25 e 32 mm, la lunghezza delle orecchie tra 9 e 13 mm e un peso fino a 120 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Il cranio è robusto, corto, largo ed appiattito. Le arcate zigomatiche sono espanse, le bolle timpaniche sono a forma di pera. Gli incisivi superiori sono lunghi, stretti, con lo smalto bianco o giallo pallido e sono fortemente procumbenti. I denti masticatori hanno una disposizione delle cuspidi a 8.

Sono caratterizzati dalla seguente formula dentaria:

3 1 0 1 1 0 1 3
3 1 0 1 1 0 1 3
Totale: 20
1.Incisivi; 2.Canini; 3.Premolari; 4.Molari;

Il corpo è corto e robusto, gli occhi sono piccoli e situati sulla parte superiore della testa. La pelliccia è corta, soffice e lucida. Il colore generale del corpo varia dal brunastro scuro al nerastro, alcuni individui presentano una macchia biancastra o marrone chiara pettorale e pelvica. Sono stati osservati individui albini. Le orecchie sono corte. Le zampe anteriori sono robuste e munite di lunghi artigli eccetto il pollice, ridotto e con un artiglio corto. La coda è circa un quarto della testa e del corpo, è cilindrica, rivestita di scaglie e ricoperta di lunghi peli ma non è presente alcun ciuffo all'estremità. Le femmine hanno due paia di mammelle addominali e un paio inguinale. La clavicola è più ampia all'estremità mentre è sottile alla base. La sottospecie S.c.poeppigii è la più grande.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie fossoria, diurna e insolitamente sociale per un animale strettamente sotterraneo. Si aggrega in piccole colonie fino a 26 individui all'interno di sistemi di cunicoli che possono raggiungere un'estensione di 600 m. I recettori odorosi sono altamente sviluppati ed aiutano a riconoscere i membri della propria colonia.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di tuberi e bulbi. Danneggia le coltivazioni.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

L'attività riproduttiva avviene da marzo fino al gennaio successivo. Danno alla luce 2-5 piccoli alla volta dopo una gestazione di 77 giorni. Alla nascita sono ciechi ed aprono gli occhi all'ottavo giorno di vita e vengono svezzati dopo due mesi, raggiungendo il peso adulto tra i 6 e 7 mesi d'età.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa nel Cile centrale.

Vive nei prati alpini e nelle dune costiere fino a 3.400 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 3 sottospecie:

  • S.c.cyanus: Cile centrale dalla provincia di Copiapó alla provincia di Curicó fino a 1.000 metri di altitudine;
  • S.c.maulinus (Osgood, 1943): Zona costiera della Provincia di Ñuble;
  • S.c.poeppigii (Wagler, 1832): versante occidentale delle ande cilene centrali da 1.500 a 3.400 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale e la popolazione presumibilmente numerosa, classifica S.cyanus come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Roach, N. 2016, Spalacopus cyanus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Spalacopus cyanus, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Mares & Al., 2000.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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