Spada da esecuzione

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Spada da esecuzione
Spada da esecuzione, XVI secolo - Museo di Morges
TipoSpada a due mani
OrigineEUR
Descrizione
Pesooltre 2 kg
Lunghezzaca. 110 cm
lama80-90 cm
Tipo di lamadiritta, affilata su ambo i lati, spesso decorata da simboli di giustizia o scene di esecuzioni, con tre fori per lo sgocciolamento del sangue alla sommità
Tipo di puntamozzata
Tipo di manicoa due mani, con crociera diritta a bracci corti
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La spada da esecuzione era l'arma manesca utilizzata dal boia per le esecuzioni dei condannati alla pena capitale mediante decapitazione. In Europa si diffuse durante il Rinascimento e cadde in disuso dal volgere del XVIII secolo, con l'introduzione della ghigliottina. L'ultimo europeo giustiziato con una spada fu lo svizzero Héli Freymond, decapitato a Moudon per omicidio nel 1868.

In Europa, la spada da esecuzione, sviluppata dal modello della spada a due mani del Tardo Medioevo, ha lama diritta, priva di punta. In Asia e in Africa, invece, l'arma ha solitamente lama ricurva, dal profilo spesso particolarmente movimentato. Nelle culture del continente africano, la spada da esecuzione è quasi sempre simbolo di potere del sovrano.

Tipologia[modifica | modifica wikitesto]

  • In Europa, la spada da esecuzione si diffuse durante il Rinascimento, prendendo a modello la massiccia spada a due mani delle forze di fanteria: lo Zweihänder. Rispetto all'archetipo dello spadone, la spada destinata al boia aveva lama della medesima larghezza ma sensibilmente più corta e completamente priva di punta. Decorata con incisioni raffiguranti scene di tortura, patiboli o simboli religiosi (molto diffusa la Crocifissione di Gesù), presentava presso il vertice tre fori detti "gocciolatoi del sangue" (gouttières à sang in lingua francese). L'impugnatura dell'arma era a due mani, con pomolo pronunciato per garantire una presa solida, e i bracci della crociera sono diritti, non molto pronunciati.
  • Nell'Africa Centrale (fond. bacino del fiume Congo), la spada da esecuzione era un pesante falcione con lama simile a quella del khopesh dell'Antico Egitto, difficilmente più lungo di 80 cm. L'arma aveva un fortissimo significato simbolico nella cultura tribale locale ed era attributo precipuo del sovrano[1]. (v. Ngulu);
  • Nell'India dei Moghul la spada da esecuzione era un talwar (variante indiana della scimitarra) con lama molto più larga e massiccia, la Tegha. Il medesimo accorgimento si osserva anche nei reperti provenienti da altre compagini statali costituite dai turchi, come l'Impero ottomano;
  • In Cina, la spada da esecuzione era un dao (sorta di corta scimitarra) con lama corta e priva del caratteristico contro-taglio;
  • Durante la seconda guerra mondiale la marina giapponese ricorse alla tradizionale spada katana per la sommaria esecuzione dei prigionieri di guerra.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fischer, Werner (1978) [e] Zirngibl, Manfred A., Afrikanische Waffen: Messer, Dolche, Schwerter, Beile, Wurfwaffen=African weapons: knives, daggers, swords, axes, throwing knives, Prinz-Verlag : This design was selected for cult and execution knives. A knife was created which symbolized the inexorableness on the judgment and execution. This execution knife became a symbol of power and, in a few variations became a ceremonial knife for tribal chieftains. At executions, the condemned man was tied to the ground with ropes and poles. His head was fastened with leather straps to a bent tree branch. In this way it was ensured that the man's neck would remain stretched. After the decapitation, the head would be automatically catapulted far away.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Abbott, Philip [et al.] (2007), Armi : storia, tecnologia, evoluzione dalla preistoria a oggi, Milano, Mondadori, ISBN 978-88-370-5218-8.
  • Wendelin Boeheim (1890), Handbuch der Waffenkunde. Das Waffenwesen in seiner historischen Entwicklung vom Beginn des Mittelalters bis zum Ende des 18 Jahrhunders, Leipzig.
  • Burton, Richard (1884), The Book of the Sword, Londra, Chatto & Windus [1].
  • Demmin, Auguste (1877), An Illustrated History of Arms and Armour from the earliest period to the present time, Londra, George Bell & Sons.
  • Fischer, Werner (1978) [e] Zirngibl, Manfred A., Afrikanische Waffen: Messer, Dolche, Schwerter, Beile, Wurfwaffen=African weapons: knives, daggers, swords, axes, throwing knives, Prinz-Verlag.
  • Oakeshott, Ewart (1980), European weapons and armour : from the Renaissance to the industrial revolution, Lutterworth Press.
  • Stanley, Henry Morton (1885), The Congo and the founding of its free state: a story of work and explanation, Sampson, Low, Marston, Searle & Rivington.

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