Soppressioni napoleoniche

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Le soppressioni napoleoniche, avvenute durante la Rivoluzione francese col governo di Napoleone Bonaparte, furono la cancellazione di tutti gli ordini religiosi e delle confraternite, ad eccezione dei vescovadi e del clero secolare. Fu ridotto anche il numero delle parrocchie e degli ospedali, mantenendo però gli istituti destinati all'educazione. Tutti i beni delle istituzioni soppresse vennero incamerati o requisiti o ceduti alle istituzioni civili o militari.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1789 vi fu un antefatto importante. Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord, mentre era vescovo di Autun suggerì di cedere i beni del clero allo stato francese per estinguere il suo debito pubblico. In tal modo questi avrebbero contribuito a risanare le finanze pubbliche.[2] Già l'anno seguente vennero emessi buoni del Tesoro obbligatori, utilizzati come carta moneta e le misure in seguito vennero estese a tutti i paesi europei conquistati dalle truppe francesi.[3]

Paesi interessati[modifica | modifica wikitesto]

Il primo paese ad essere interessato fu la Francia. In Italia, che in quel periodo non aveva unità nazionale, furono colpiti da queste misure, in tempi diversi, i territori già del Ducato di Modena e Reggio, del Ducato di Parma e Piacenza, del Granducato di Toscana,[4] territori già sotto controllo austriaco della Lombardia, del Trentino e dell'Alto-Adige, il Regno di Sardegna e il Regno di Napoli[5] ed infine quelli già della Repubblica di Venezia. Anche l'Austria subì in parte del suo territorio gli effetti di tali soppressioni.

Effetti delle soppressioni napoleoniche[modifica | modifica wikitesto]

In conseguenza delle direttive napoleoniche, furono sciolti congregazioni e ordini religiosi e non fu permesso l'uso di un abbigliamento legato alla propria condizione di frate o monaco e simili. I beni delle istituzioni furono incamerati dallo stato. Nel caso di arredi ecclesiastici in oro e argento, questi furono destinati alla fusione per battere nuova moneta. Nel caso di opere di particolare valore artistico, esse furono portate in Francia se trovate in altri paesi o destinate a pubbliche raccolte; altre vennero messe all'asta. Tali conseguenze sul piano economico e politico sono note come spoliazioni napoleoniche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Decreto 25 aprile 1810, su Lombardia Beni Culturali, Regione Lombardia. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  2. ^ Soppressioni, Beni culturali – vol. I, su Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  3. ^ Soppressione di conventi e sequestro dei beni ecclesiastici, su Biblioteca Sala Borsa. URL consultato l'11 dicembre 2020.
  4. ^ Le soppressioni, su Convento S. Francesco, Fraternita di Misericordia di Borgo a Mozzano. URL consultato l'11 dicembre 2020.
    «La soppressione napoleonica raggiunse i conventi della Custodia Lucchese nel 1808. Nonostante la vendita dell’immobile da parte del demanio ad alcuni abitanti del luogo il convento del Borgo continuò ad essere abitato da tre religiosi con il consenso dei proprietari fino al 1818, quando di fatto l’edificio ritornò in possesso dei frati»
  5. ^ lan J. Reinerman, 2020, p. 290.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco M. Azzalli, La Provincia piemontese dei frati Servi di Santa Maria tra le soppressioni napoleoniche e la Restaurazione (1802-1834), Roma, Marianum, 1992, OCLC 877993312.
  • Stanislao da Campagnola, La predicazione in Italia durante le soppressioni religiose napoleoniche, 1809-1814, Roma, Istituto Storico dei Frati Minori Cappuccini, 1969, OCLC 879077133.
  • Luigiaurelio Pomante, Per una storia dell'Università di Macerata tra Otto e Novecento. Dalla ricostituzione dopo le soppressioni napoleoniche alla seconda guerra mondiale, Macerata, Università degli studi di Macerata. Dipartimento di scienze dell'educazione e della formazione, 2012, OCLC 955740133.
  • (EN) Alan J. Reinerman, The Napoleonic Suppression of Italian Religious Orders and Sale of Their Property: Studies since 1960), The Catholic Historical Review, 2020, OCLC 5543807199.
  • Stefano Saviotti e Monica Naldoni, Soppressioni napoleoniche a Faenza. Chiese, conventi, confraternite (1796-1813), Faenza, Tipografia Valgimigli, 2020, ISBN 978-88-94389-03-6, SBN IT\ICCU\BVE\0847728.
  • Giovanni Spinelli, Gli ordini religiosi dalla dominazione veneta alle soppressioni napoleoniche (1428-1810 ), Brescia, La Scuola, 1988, OCLC 494677827.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]