Smoky (mascotte olimpica)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Smoky nel 1932. Da notare come la zampa posteriore sia alzata, spezzata dopo una caduta che lo costrinse a camminare a tre zampe.[1]

Smoky (1931 o 1932 - aprile 1934), occasionalmente scritto Smokey, è stato un cane che divenne la mascotte del Villaggio Olimpico estivo del 1932 e, successivamente, dell'evento generale.[2] Pur non essendo oggi riconosciuto dal CIO,[3] è stato, seppur non in modo ufficiale, la prima mascotte olimpica dei Giochi,[4][5][6] oltre che ad essere attualmente l'unica ad essere stata un animale vero.[7] Le successive edizioni non ebbero mascotte, dovendo aspettare i X Giochi olimpici invernali di Grenoble nel 1968 per ritrovarne una ufficialmente riconosciuta, lo sciatore stilizzato Schuss, allora non considerato ufficiale ma successivamente riconosciuto come tale.[7][8][9]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Frank Wykoff e Agnes Weber insieme a Smoky[10]

Smoky apparve nelle prime fasi della costruzione del Villaggio Olimpico, con alcune fonti che sostengono che sia nato lo stesso giorno in cui iniziarono i lavori, il 2 gennaio 1932.[1][11][12][13] Era un piccolo cane nero di origini incerte, ritenuto una combinazione di terrier scozzese, bulldog, cane da pastore australiano Kelpie e altre razze,[1] con un pelo riccio, un corpo lungo, piccole zampe, orecchie protendenti e la coda arricciata.[6] Divenne immediatamente estremamente popolare tra tutte le delegazioni olimpiche in visita,[1] posando con atleti di tutte le nazioni, da cui venne regalata una coperta con la dicitura "Mascot" e la bandiera olimpica, sulla quale erano appuntate medaglie, spille e stemmi di tante nazioni.[6][13][14]

Dopo essere già sopravvissuto ad una caduta da un porticato che gli aveva causato la rottura di una zampa, costringendolo a zoppicare sulle altre tre,[1][13] Smoky scomparve brevemente dal Villaggio il 14 luglio, ritornando il giorno successivo.[12] L'organizzazione aveva già rilasciato un comunicato, in cui veniva affermato che "atleti famosi di tutto il mondo piangono la sua assenza".[1] Al termine delle competizioni, Smoky venne adottato da Cynthia e Clark Smith, diventando il loro animale domestico di famiglia.[13][15] Nell'aprile 1934 venne investito e ucciso da uno sconosciuto pirata della strada.[13][16]

Ruolo[modifica | modifica wikitesto]

Pur essendo de facto la prima mascotte olimpica, Smoky fu più un "talismano" adottato dagli atleti e chiamato tale seguendo il significato francese del termine.[14] La definizione ufficiale del Comitato Olimpico Internazionale sostiene che:

«Le mascotte olimpiche sono gli ambasciatori dei Giochi Olimpici e Paralimpici. Incarnano lo spirito delle Olimpiadi e giocano un ruolo cruciale nel dare il benvenuto ad atleti e tifosi ai Giochi.[3]»

Inoltre, lo scopo delle mascotte moderne è quello di accompagnare la figura stessa dei Giochi, ricevendo una grande copertura mediatica e venendo usate massicciamente per pubblicizzare ed aumentare l'esposizione internazionale delle Olimpiadi. Oltre a ciò esse hanno un ruolo fondamentale in fatto di termini commerciali, garantendo grandi entrate tramite la vendita di gadget a loro ispirate.[6][14] Sebbene Smoky avesse avuto successo nell'accoglienza ed avesse ricevuto una certa esposizione mediatica,[2][14] la sua figura non è mai stata utilizzata a fini commerciali, rimanendo conosciuta solamente all'interno del Villaggio e di alcune parti dell'intero evento.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f (EN) Athletes Mourn Loss of 'Smokey' Mascot, in The San Bernardino County Sun, 15 luglio 1932, p. 18. URL consultato il 17 agosto 2023.
  2. ^ a b (EN) Those Loony Olympic Mascots: Smoky, Los Angeles 1932, su Time, 13 marzo 2012.
  3. ^ a b Mascotte Olimpiche, su olympics.com, Comitato Olimpico Internazionale.
  4. ^ (EN) Official Program of the 1932 Summer Olympic Games, su americanhistory.si.edu, Smithsonian. URL consultato il 13 maggio 2024.
  5. ^ (EN) Three Critters Join Salt Lake Effort, in The Leaf-Chronicle, 16 maggio 1999, p. 25. URL consultato il 17 agosto 2023.
  6. ^ a b c d (EN) Maria Rotkiewicz, Mascots and Symbols of the Olympic Games (PDF), su olimpijski.pl, Polski Komitet Olimpijski, p. 2. URL consultato il 13 maggio 2024.
  7. ^ a b c (EN) Graham Stark, Every Olympic & Paralympic Mascot, su youtube.com, 14 agosto 2023. URL consultato l'11 maggio 2024.
  8. ^ Grenoble 1968 La Mascotte, su olympics.com. URL consultato il 18 maggio 2024.
  9. ^ (DE) Gregor Baldrichk, Inoffizielles Maskottchen „Schuss“, X. Olympische Winterspiele 1968, Grenoble, su Deutsches Sport & Olympia Museum, 11 marzo 2011. URL consultato il 18 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 12 agosto 2016).
  10. ^ (EN) As East and West Prepare for Olympic Classic at Los Angeles Next Summer, in The Pittsburgh Press, 1º maggio 1932, p. 25. URL consultato il 17 agosto 2023.
  11. ^ (EN) Sam Downing, Why the first Olympic mascot was greater than any modern mascot, su nine.com.au. URL consultato il 17 agosto 2023.
  12. ^ a b (EN) 'Smokey', Mascot of Games City, Returns, in The San Francisco Examiner, 16 luglio 1932, p. 14. URL consultato il 17 agosto 2023.
  13. ^ a b c d e (EN) Smoky, Olympic Mascot, Dead, in The Los Angeles Times, 12 aprile 1934, p. 29. URL consultato il 17 agosto 2023.
  14. ^ a b c d (EN) Larry Gerlach, From Games Symbols to Historical and Cultural Representations: The Summer Mascots* (PDF), su isoh.org, International Society of Olympic Historians, p. 1. URL consultato il 13 maggio 2024.
  15. ^ (EN) Smoky Quits Olympic Village: Mascot Settles Down in New Home, in The Los Angeles Times, 23 settembre 1932, p. 36. URL consultato il 17 agosto 2023.
  16. ^ (EN) Smoky the Olympic village mascot in 1932, is dead, in The Des Moines Register, 20 aprile 1934, p. 17. URL consultato il 17 agosto 2023.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]