Silvio Gambini

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Silvio Pellico Gambini

Silvio Pellico Gambini (Teramo, 18 agosto 1877Busto Arsizio, 17 ottobre 1948) è stato un architetto italiano[1].

Vita[modifica | modifica wikitesto]

Silvio Gambini si diplomò Perito Agrimensore a Teramo, città nella quale nacque nel 1877. Giunto poco dopo a Busto Arsizio, lavorò presso lo studio dell'ing. Ercole Seves e per l'Ufficio Tecnico Comunale. Nel 1901, passò nello studio dell'ing. Guglielmo Guazzoni, di cui fu, fino al 1915, collaboratore e progettista, con libertà di poter eseguire in proprio alcuni lavori. Particolarmente attento alla ricerca architettonica d'oltralpe, Gambini collaborò a varie riviste oltre a frequentare lo studio di Giuseppe Sommaruga a Milano.

Queste frequentazioni furono determinanti nella scelta di Gambini di riconoscersi ed esprimersi nello stile Liberty. In una città in pieno sviluppo industriale (quale la Busto Arsizio dell'inizio del XX secolo) la nuova classe imprenditoriale, seppure piuttosto chiusa alle novità, rappresentò una discreta committenza per Gambini, che si dedicò alla realizzazione di ville patronali, di case condominiali ed edifici produttivi.

Villino Dircea Gambini (abitazione dell'architetto dedicata alla moglie). Dietro questo edificio si trova quello che ospitava lo studio dell'architetto Gambini

Opere[modifica | modifica wikitesto]

In quegli anni di fervida progettazione, l'architetto bustese realizzò tra l'altro la Casa Rena e l’Albergo Tre Re (oggi scomparse per inopportune demolizioni), la palazzina Castiglioni in piazza Garibaldi, lo stabile Colombo in via Manara, la villa Leone in Corso XX Settembre, la Tintoria Emilio Garavaglia e i Molini Marzoli Massari.

Queste realizzazioni sono tra le migliori della stagione del Liberty bustese. In esse Silvio Gambini profuse sia attenzione alle esperienze dei grandi maestri della Secessione viennese, sia volontà di riscattare dall'anonimato il volto di una città, legata sino ad allora solo alla produzione, proprio attraverso una rilettura artistica del “luogo di lavoro”.

È del periodo 1909-1913 l'opera più significativa dell'attività di Gambini, la Villa Angeletti detta La Palancola in via Boccaccio n. 70 a Firenze, demolita negli anni '50 .

Fu anche un maestro del ferro battuto, in quanto vinse numerosi premi ad altrettanti concorsi inerenti, appunto, la progettazione di elementi in ferro battuto. In alcuni edifici da lui progettati, le decorazioni in ferro sono di sua lavorazione.

Infine, fu autore del volume Ferri moderni, pubblicato a Milano da Leonardo Preiss e contenente 35 tavole con idee e schizzi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nota Biografica, in Silvio Gambini: la carriera di un architetto tra Liberty e Razionalismo, Busto Arsizio, Comune di Busto Arsizio, 1992, pp. 9-10.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Bonaccorso, GAMBINI, Silvio nel Dizionario biografico degli italiani, Vol. LII, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1999.
  • Giuseppe Pacciarotti e Eleonora Bairati, Silvio Gambini: opere 1903/1915, con introduzione di Rossana Bossaglia, Busto Arsizio, Comune di Busto Arsizio, 1976.
  • Agnes Wolf: Silvio Gambini. In: Allgemeines Künstlerlexikon. Die Bildenden Künstler aller Zeiten und Völker (AKL). Band 48, de Gruyter, Berlin 2006, S. 241, 242

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