Sella Plicatilis

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Sella Plicatilis
Autoresconosciuto
DataIX- X secolo
MaterialeFerro rivestito di agemina in argento e rame dorato
UbicazioneMusei Civici, Pavia

La sella plicatilis è un rarissimo esempio di arredo altomedievale rinvenuto a Pavia, e conservato nei Musei Civici della città.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La sedia pieghevole fu rinvenuta nel 1949 nel letto del Ticino durante i lavori per la ricostruzione del ponte Coperto. La datazione del reperto è stata a lungo dibattuta, tuttavia ora si ritiene che la sella plicatilis pavese sia stata prodotta tra il IX e il X secolo[1]. La sedia è interamente realizzata in ferro con rivestimento di agemina in argento e rame dorato e niello, mentre le sue misure sono: 58 cm x 55 cm x 48,5 cm.La struttura è di funzionalità semplice ed evidente. Due elementi a forma di “X” snodabili e raccordati da due sbarre, si articolano in uno snodo centrale che consente[2], con un sistema di incastri, una perfetta chiusura e, inoltre, la solida coesione delle parti. Il modello è quello di antichissimo uso, derivato dalle “sellae castrenses” di età romana[3]. Ma nell’esemplare pavese si possono osservare alcune particolarità che vanno attentamente considerate. Ai due elementi fondamentali snodabili, si collegano quattro altri trasversali, che uniscono le estremità di ciascuna “X”, costituendo sotto i sostegni, con quattro piedi, e sopra le sponde-braccioli con quattro pomoli. Queste sponde assicuravano, tramite un apposito attacco, l’appoggio del sedile vero e proprio, che è stato ricostruito nel restauro con bande di cuoio. Fatta per essere vista da tutti i lati, in una maniera che le consentiva, e anzi richiedeva per scopi di praticità, strutture sottili, la sedia è stata ornata su ogni faccia e su ogni profilo. Anche le costolature, i piedi stessi, le facce interne rivelano tracce più o meno ampie, più o meno ricche di decorazione a motivi zoomorfi, vegetali, nastriformi e geometrizzanti[4], ispirata a motivi decorativi di origine, oltre che romana e barbarica, anche orientale. data la facilità con cui la sedia poteva essere spostata, è stato ipotizzato che essa non fosse parte di un arredo liturgico, ma che fosse proprietà di qualche importante militare o di un giudice[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Seggio portatile cultura ottoniana, su lombardiabeniculturali.it.
  2. ^ FALDISTORIO, su treccani.it.
  3. ^ a b Pavia: Vestigia di una Civitas altomedievale, su academia.edu.
  4. ^ Seggio portatile, su lombardiabeniculturali.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Saverio Lomartire, Sella plicatilis, in L'oro degli Avari - un popolo delle steppe in Europa, catalogo della mostra (Castello di Udine 28 novembre 2000 - 18 marzo 2001), a cura di Ermanno A. Arslan, Maurizio Buora), Milano, In-Form, 2001.
  • Nevio Degrassi, Un prezioso cimelio dell'alto medioevo: la sella plicatilis di Pavia, in Atti del I Congresso Internazionale di Studi Longobardi (Spoleto, 27-30 settembre 1951), Spoleto, Centro Italiano di Studi sull’Alto Medioevo, 1952.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]