Seguenzioidea

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Seguenziida)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Seguenzioidea
Seguenzia formosa
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Phylum Mollusca
Subphylum Conchifera
Classe Gastropoda
Sottoclasse Vetigastropoda
Ordine Seguenziida
Superfamiglia Seguenzioidea Verrill, 1884
Famiglie

vedi testo

Seguenzioidea Verrill, 1884 è una superfamiglia di molluschi gasteropodi della sottoclasse Vetigastropoda.[1] È la sola superfamiglia dell'ordine Seguenziida.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le conchiglie dei Seguenzioidi hanno uno strato interno madreperlaceo e una protoconca trocoide e di solito hanno seni labrali. Uno strato madreperlaceo è ampiamente riconosciuto come carattere plesiomorfo all'interno del Gastropoda a causa della sua presenza nei Monoplacophora e nei membri primitivi dei Cephalopoda e Bivalvia, mentre la presenza di seni labrali è da considerarsi autapomorfo. La radula è ripidoglossa, cioè formata da un grande dente centrale e simmetrico, fiancheggiato su ciascun lato da numerosi denti laterali.[3]

L'epipodio porta 1-10 tentacoli epipodiali su ciascun lato ma manca di organi di senso epipodiali; i tentacoli epipodiali sono distintamente ciliati (micro papillato) in Fluxinella e Guttula. Mancano le falde cefaliche e lobi del collo, ma in Sericogyra metallica, Sericogyra periglenes, Asthelys antarctica e Halystes chimaera hanno un ammasso di piccoli tentacoli vicino alla base del tentacolo cefalico sinistro che potrebbero rappresentare un rudimentale lobo sinistro del collo.[3]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La superfamiglia Seguenzioidea comprende 14 famiglie di cui 6 estinte:[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Seguenzioidea, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 6 luglio 2020.
  2. ^ (EN) Seguenziida, in WoRMS (World Register of Marine Species). URL consultato il 6 luglio 2020.
  3. ^ a b James F. QuinnOp. citata, pag. 584-585.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Molluschi: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di molluschi