Scitale

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Descrizione e raffigurazione della scitale (in alto) nel bestiario di Aberdeen (folio 68 verso)[1].

La scitale (in latino scitalis o scytale, probabilmente da scitus, "grazioso, bello"[2]) è un serpente leggendario descritto nei bestiari medievali.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Caratteristica precipua della scitale è la sua incantevole bellezza: le macchie e le decorazioni sul suo dorso sono tali che gli osservatori incauti si fermano per osservarla. Il serpente, che striscia lentamente e quindi non è in grado di cacciare come gli altri le sue prede, approfitta dello stupore di chi gli si avvicina per aggredirlo[1].

La scitale è inoltre caldissima: al punto che è l'unico serpente che esegue la muta anche in inverno.[3]

Riferimenti storici[modifica | modifica wikitesto]

La scitale nel bestiario di Anne Walshe (folio 53 verso)[4].

Lucano, con un paio di versi che saranno poi ripresi da gran parte dei bestiari in epoca medievale, nomina la scitale nella Farsaglia fra altri serpenti reali e leggendari:

(LA)

«et scytale sparsis etiamnunc sola pruinis
exuvias positura suas [...]»

(IT)

«e la scitale che è la sola a cambiar pelle
mentre ancora c'è la brina [...]»

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

  • La scitale compare nel novero degli animali, reali e leggendari, che formano la cornice del portale della chiesa ne Il nome della rosa, romanzo di Umberto Eco[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b
    (LA)

    «De scitali serpente Scitalis serpens est vocata quod tanta prefulget tergi varietate ut notarum gratia aspicientes se retardet. Et quia reptando pigrior est quos assequi non valet, miraculo sui stupentes capit.»

    (IT)

    «Del serpente scitale La scitale è un serpente così chiamato perché brilla con una tale varietà sul suo dorso che fa rallentare quelli che la osservano per la bellezza delle sue decorazioni. E poiché è piuttosto lenta nello strisciare e non ha la forza di inseguire le sue prede, prende quelli stupefatti dal suo aspetto meraviglioso.»

  2. ^ I bestiari, senza scendere nei dettagli, indicano che il nome della scitale deriva dalla sua beltà.
  3. ^
    (LA)

    «Tanti autem fervoris est ut etiam hyemis tempore exuvias corporis ferventes exponat [...].»

    (IT)

    «Il suo calore è tale che anche in inverno si libera della sua pelle ardente.»

  4. ^ La pagina sul sito della Biblioteca reale di Danimarca.
  5. ^ «[...] scorpioni, sauri, cetacei, scitali, anfisbene, maculi[...]». Umberto Eco, Il nome della rosa, Milano, Bompiani (collana Tascabili Bompiani), 2007 (ed. originale 1980), pag. 52, "Primo giorno - Sesta. Dove Adso ammira il portale della chiesa e Guglielmo ritrova Ubertino da Casale". ISBN 978-88-452-4634-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Una scitale in un bestiario, raffigurata qui con i caratteri di una ceraste.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]