Scarus coelestinus

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Pesce pappagallo blu
Stato di conservazione
Dati insufficienti[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
SuperclasseGnathostomata
ClasseActinopterygii
SottoclasseNeopterygii
OrdinePerciformes
SottordineLabroidei
FamigliaScaridae
GenereScarus
SpecieS. coelestinus
Nomenclatura binomiale
Scarus coelestinus
Valenciennes, 1840

Scarus coelestinus (Valenciennes, 1840), noto comunemente come pesce pappagallo blu[2] è un pesce osseo marino appartenente alla famiglia Scaridae.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Endemico dell'oceano Atlantico occidentale tropicale nel mar dei Caraibi e dalle Bermuda, Bahamas e Florida meridionale fino al sud del Brasile. Vive su fondi duri, scogliosi e corallini a profondità tra 5 e 75 metri (di solito non oltre 20 metri)[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'aspetto è quello tipico dei pesci pappagallo con corpo ovale fusiforme e denti fusi in un becco. Il becco ha color verdastro o azzurrognolo. Il colore del corpo è scuro, da indaco a nerastro con il centro di alcune scaglie e parti del muso blu brillante. Una fascia blu è anche presente sugli occhi. La taglia massima nota è di 77 cm, la media è di 50 cm. Il peso massimo registrato è di 7 kg[3][4].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Di solito si trova in banchi, spesso assieme a pesci chirurgo[3].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di alghe che gratta da scogli e corallo[3].

Pesca[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie viene catturata per il consumo umano laddove è comune[3]. Non esiste comunque una pesca specifica a questa specie[1].

Acquariofilia[modifica | modifica wikitesto]

Viene allevato negli acquari marini anche se da adulto raggiunge taglie notevoli per cui può essere ospitato solo da acquari pubblici[3].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Lo status delle popolazioni non è noto con certezza. Esistono comunque evidenze che in alcune aree le popolazioni si stiano riducendo a causa della sovrapesca[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Scarus coelestinus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Denominazione obbligatoria in Italia per tutti i membri del genere Scarus ai sensi del DM 31 gennaio 2008
  3. ^ a b c d e f (EN) Scarus coelestinus, su FishBase. URL consultato l'08.11.2015.
  4. ^ R. Myers E. Lieske, Collins Pocket Guide: Coral Reef Fishes - Indo-Pacific and Caribbean, Harper Collins Publishers, 1996, ISBN 0002199742.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R. Myers E. Lieske, Collins Pocket Guide: Coral Reef Fishes - Indo-Pacific and Caribbean, Harper Collins Publishers, 1996, ISBN 0002199742.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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