Santuario di Nostra Signora dei Miracoli (Santa Fe)

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Santuario di Nostra Signora dei Miracoli
Santuario de Nuestra Señora de los Milagros
StatoBandiera dell'Argentina Argentina
LocalitàSanta Fe
IndirizzoSan Martín 1588
Coordinate31°39′25.64″S 60°42′34.06″W / 31.657121°S 60.709461°W-31.657121; -60.709461
Religionecattolica
OrdineGesuiti
Arcidiocesi Santa Fe de la Vera Cruz
Stile architettonicoColoniale
Neoclassico
Inizio costruzione1660
Completamento1700
Sito webwww.nsdelosmilagros.com.ar/

Il Santuario di Nostra Signora dei Miracoli (in spagnolo: Santuario de Nuestra Señora de los Milagros) è un edificio di culto cattolico situato nella città argentina di Santa Fe, capoluogo della provincia omonima. Nel 1942 è stata dichiarata monumento nazionale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1609, chiamati dai coloni, giunsero nel primo insediamento di Santa Fe i gesuiti i quali, l'anno seguente, costruirono una prima chiesa. Il 9 maggio 1636 dalla parte di inferiore di un quadro della Madonna, realizzato due anni prima dal gesuita Luis Berger, iniziarono a sgorgare gocce d'acqua sotto forma di sudore[1]. Il rettore della chiesa, padre Pedro de Helgueta, intento a pregare proprio davanti a quel quadro, si accorse del fatto ed avvertì del fatto gli altri presenti in chiesa i quali iniziarono a bere l'acqua che scendeva copiosa dall'effigie. Vennero quindi allertate le massime autorità civili e religiose della cittadina. Pochi giorni dopo, in seguito anche alle numerose guarigioni ed ai presunti fatti miracolosi avvenuti a Santa Fe il vescovo di Asunción Cristóbal de Aresti riconobbe gli avvenimenti come autentico miracolo. Il 22 dicembre lo stesso de Aresti venne a Santa Fe e certificò ufficialmente quanto avvenuto.

Con il trasferimento della città santafesina nel sito attuale, il tempio gesuitico venne ricostruito a partire dal 1660. Nel 1700 i lavori potevano dirsi conclusi, tuttavia quattordici anni dopo la torre campanaria, posta sul lato sinistro della facciata, crollò rovinosamente[2]. Così, nel 1755, venne realizzato un nuovo campanile, situato a differenza del primo, sulla parte destra della facciata. Con l'espulsione dei gesuiti dai territori dell'Impero spagnolo nel 1767, la chiesa venne chiusa e il quadro della Vergine fu portato nella vicina chiesa di Ognissanti. La chiesa poté essere riaperta al culto solamente con l'arrivo in città dei padri mercedari i quali fecero riportare il quadro miracoloso nella sua ubicazione originaria. Nei primi decenni del XX secolo vennero aggiunte le due navate laterali.

Il 9 maggio 1936, per volontà di Papa Pio XI il quadro della Madonna venne incoronato.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La facciata presenta un unico portale, racchiuso da due lesene e incorniciato ad un architrave[2]. La chiesa presenta un interno ripartito in tre navate, delle quali la maggiore è la centrale. Le due laterali sono sormontate da tre cupolini ciascuna.

Note[modifica | modifica wikitesto]

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