SMSS J160540.18-144323.1

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SMSS J160540.18-144323.1
SMSS J160540.18-144323.1
Distanza dal Sole35 000 anni luce (11 000 pc)[2]
CostellazioneScorpione
Coordinate
(all'epoca J2000.0)
Ascensione retta16h 05m 39.6563513777s[1]
Declinazione-14° 43′ 27.363461849″[1]
Dati fisici
Metallicità−6,2±0,2  [Fe/H][3]
Dati osservativi
Magnitudine ass.18,8146±0,0021[1]
Parallasse2,1864±0,3735 mas[1]
Moto proprioAR: -6.600 mas/anno
Dec: -11.342 mas/anno[1]

Coordinate: Carta celeste 16h 05m 39.6563513777s, -14° 43′ 27.363461849″

SMSS J160540.18-144323.1 (abbreviato in SMSS 1605-1443) è una stella gigante rossa ritenuta fra le più antiche stelle dell'Universo e con la più povera quantità di ferro mai rilevata in una stella[3]. È stata scoperta mediante il telescopio SkyMapper dello Siding Spring Observatory in Australia[2] e pubblicata il 17 luglio 2019. Osservazioni spettroscopiche effettuate nel 2022 con lo strumento ESPRESSO del VLT, congiuntamente alla comparazione di dati d'archivio raccolti con UVES e con il telescopio Magellano,[4] hanno accertato che in realtà SMSS 1605-1443 sia una stella doppia di tipo CEMP, un tipo di stella peculiare povera di metalli e arricchita dal carbonio. La natura della stella compagna è, al momento dello studio, ancora sconosciuta.[5]

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Si ipotizza che SMSS 1605-1443 sia una diretta discendente di una stella di popolazione III grande circa 10 M, che è esistita durante i primi tempi di vita dell'Universo, esplodendo poi in una supernova e liberando nello spazio gli elementi che, ricompattandosi successivamente con l'idrogeno dello spazio interstellare, hanno dato origine alla successiva generazione di stelle fra cui questa.

Per spiegare l'insolita bassa quantità di ferro si è ipotizzato che questa sia causata dal meccanismo detto mixing-and-fallback, in base al quale l'esplosione in supernova della stella progenitrice non aveva sufficiente energia per disperdere nello spazio tutti gli elementi pesanti, in particolare il ferro, di cui era composta, che così sono ricaduti per la maggior parte nella stella di neutroni che si è venuta a formare, catturati dalla sua possente gravità[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e SMSS J160540.18-144323.1, su SIMBAD. URL consultato il 6 agosto 2019.
  2. ^ a b c Marco Dian, Anemia da record: è una figlia delle prime stelle, su MEDIA INAF. URL consultato il 6 agosto 2019.
  3. ^ a b (EN) D. Yong, B. P. Schmidt e J. E. Norris, The lowest detected stellar Fe abundance: the halo star SMSS J160540.18−144323.1, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society: Letters, vol. 488, n. 1, 1º settembre 2019, pp. L109–L113, DOI:10.1093/mnrasl/slz109. URL consultato il 6 agosto 2019.
  4. ^ (EN) D. S. Aguado et al., The pristine nature of SMSS 1605−1443 revealed by ESPRESSO, in Astronomy & Astrophysics, vol. 669, L4, 10 gennaio 2023, p. 8, DOI:10.1051/0004-6361/202245392.
  5. ^ media.inaf (a cura di), Così è nata una stella di seconda generazione, su media.inaf.it, 10 gennaio 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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