Rosa Agnese Bruni

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Rosa Agnese Bruni in Cheli, nota anche con lo pseudonimo di Galatea Beleminia (Orvieto, 1650? – 1720?), è stata una pittrice, poetessa e letterata italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Gli esordi e la carriera pittorica[modifica | modifica wikitesto]

Rosa Agnese Bruni nacque a Orvieto ma abitò a lungo a casa Albicini a Forlì. Questo fatto indusse alcune fonti a crederla forlivese.[1][2][3]Giovanni Battista Febei la descrive «donna eccellente in raccamare, disegnare e comporre in poesia, avendo composto in età giovanile.»[2]

Come pittrice fiorì nel 1705.[4] Fu allieva di Carlo Cignani, probabilmente alla scuola aperta che il pittore tenne nel periodo in cui lavorava alla cupola della Cappella della Madonna del Fuoco nel Duomo di Forlì.[5][6] Secondo la storica dell'arte Babette Bohn non vi erano altri artisti nella sua famiglia, cosa insolita per una donna pronta a intraprendere la carriera artistica alla sua epoca.[7]

Per la scarsità delle fonti non sono documentati suoi dipinti.[5]

Galatea Beleminia poetessa dell'Arcadia[modifica | modifica wikitesto]

Alla fine dei lavori in Duomo, nel 1706, Rosa Agnese Bruni dedicò al suo maestro due sonetti, trascritti da Marcello Oretti che la definì «virtuosa».[4] Tali sonetti vennero in seguito pubblicati in una raccolta a cura dell'Accademia dei Filergiti, di cui Bruni era membro.[5][8]

Come letterata e autrice di svariati componimenti poetici, fiorì intorno al 1695.[9]. Fu una delle prime donne ad essere ammessa all'Accademia dell'Arcadia di Roma, probabilmente per l'intercessione dell'avvocato concistoriale ed erudito Carlo Cartari[3][10], che nel 1691 era rimasto talmente colpito dalle composizioni inedite de Il teatro poetico della Bruni da ricopiarne a mano le duecento pagine per conservarle.[2]

Alcune sue Rime furono stampate nel 1693 a Ronciglione.[11] Sotto lo pseudonimo di Galatea Beleminia[12] scrisse un'ode per la vittoria dell'Esercito imperiale capitanato da Eugenio di Savoia alla Battaglia di Zenta del 1697, recitata alla "Ragunanza VI generale nel Bosco Parrasio" del settembre 1698.[8][13] Per la nascita del primogenito del Duca di Savoia compose sette Rime, destinate alla lettura in pubblico durante la «Ragunanza dei Pastori Arcadi» a Roma.[14] Ammirò la poetessa Virginia Bazzani Cavazzoni a cui dedicò un Sogno poetico.[15] Figura tra gli autori, come unica donna, dei componimenti pubblicati nella seicentina bolognese per le nozze Pietramellara – Legnani del 1699.[16]

Gio. Battista Febei segnala inoltre tra le sue opere I Fiori di Pindo «che sono comedie», una decina di Oratori sacri, «un suo bel Sonetto nella raccolta delle donne d'ogni secolo di Luisa Bargalli veneziana», nonché un'opera nella raccolta di poesie per la morte di Antonia Maria Anguisciola Carrara o ancora il sonetto O genti, o voi che le create cose dedicato alla nascita della Vergine inserito nella raccolta di Poesie italiane di rimatrici viventi raccolte da Teleste Ciparissiano del 1716, in ottavo.[2][5]

Rosa Agnese Bruni si scrisse alcune lettere con il poeta e custode generale dell'Arcadia Giovanni Mario Crescimbeni, in parte conservate all'Archivio storico dell'Accademia.[17] Altra corrispondenza si trova, ad esempio, nell'archivio privato Bevilacqua Ariosti, conservato presso Palazzo Bevilacqua a Bologna.[18][19]

Una possibile omonimia e controversie sulle date[modifica | modifica wikitesto]

Per Babette Bohn, data l'incertezza delle date[20], non è chiaro se possa trattarsi della quasi omonima Rosalba Risacck Bruni, riconosciuta membro onorario dell'Accademia Clementina il 16 ottobre 1763 e indicata come «valente disegnatrice e ricamatrice».[21][22]

Intrattengono la confusione sia quanto riportato nella scheda biografica dell'artista da Gio. Battista Febei, che nel 1751 la segnalerebbe come «ancor vivente» ma «in età molto avanzata»[2], che la scheda curata dal "Centro di documentazione sulla storia delle donne artiste" bolognese, che all'opposto suggerisce che la poetessa sarebbe morta prima del 1716, data di pubblicazione del sonetto O genti, o voi che le create cose, mentre la maggior parte delle fonti segnala che Rosa Agnese Bruni Cheli morì nel 1720.[5]

Lo pseudonimo di Galatea Beleminia è stato ripreso nel 2021 da Frances Muecke, tra i soci attuali dell'Arcadia.[23]

Riconoscimenti e affiliazioni[modifica | modifica wikitesto]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Tra le opere di Rosa Agnese Bruni Cheli si ricordano[1][24]:

  • Rosa Agnese Bruni Cheli, Dalle poesie dell'Antolgietta, in Rime d'alcuni illustri autori viventi aggiunte alla Scelta d'Agostino Gobbi, Scelta di sonetti e canzoni de' piu eccellenti rimatori d'ogni secolo, IV, IV, con nuova aggiunta, Venezia, Lorenzo Baseggio, 1739, p. 767.
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, Rime, in Pietro Paolo Carrara (a cura di), Poesie di diversi nobili, ed eccellenti uomini fatte per la morte di donna Antonia Maria Anguissola Carrara, Pesaro, Niccole Gavelli, 1732.
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, Sonetto, in Luisa Bergalli Gozzi (a cura di), Componimenti poetici delle più illustri rimatrici d'ogni secolo, II, Venezia, Antonio Mora, 1726, p. 267.
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, Rime, a cura di Teleste Ciparissiano, collana Poesie italiane di rimatrici viventi raccolte da Teleste Ciparissiano pastore arcade, Venezia, Sebastiano Coleti, 1716.
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, L'Alessandro: drama per musica, 1700. (manoscritto)
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, Sogno poetico in lode di Virginia Bazzani Cavazzoni, in Gl'inganni dell'ozio, poesie di Virginia Bazzani Cavazzoni accademica gelata, Venezia, Andrea Poletti, 1701.
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, I fiori di Pindo, Ronciglione, 1695.
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, Teatro poetico, 1690 ca.. (quaranta composizioni inedite in ottava rima, trascritte da Carlo Cantari nel 1691 dall'originale)
  • Rosa Agnese Bruni Cheli, Si loda la Fronte di bella Ninfa[25]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Donne in Arcadia (1690-1800).
  2. ^ a b c d e Gio. Battista Febei 1751, pp. 372-373.
  3. ^ a b c Il catalogo degli arcadi per ordine d'alfabeto. Colla serie delle colonie, e rappresentanze arcadiche, 1720, p. LXIX.
  4. ^ a b Marcello Oretti, Manoscritto B129, p. 487.
  5. ^ a b c d e Bruni Rosa Agnese, Pari Opportunità.
  6. ^ Jadranka Bentini, La cupola della Madonna del Fuoco nella cattedrale di Forlì. L'opera forlivese di Carlo Cignani, Milano, Nuova Alfa Editoriale, 1979.
  7. ^ Babette Bohn 2021, p. 222.
  8. ^ a b c Tatiana Crivelli (a cura di), Rosa Agnese Bruni, Ode, su Donne in Arcadia (1690-1800). URL consultato il 19 febbraio 2023.
  9. ^ Bruni, Rosa Agnese, su OPAC SBN. Catalogo del Servizio Bibliotecario Nazionale. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  10. ^ Elisabetta Graziosi 2009, p. 109.
  11. ^ p. 324 Tommaso Piccolomini Adami, Guida storico-artistica della città di Orvieto e suoi contorni, preceduta da cenni storici, cronologici e dalla topografia della città, Siena, Tip. all'ins. di S. Bernardino, 1883.
  12. ^ Lo pseudonimo rimanda alla Galatea mitologica.
  13. ^ Per la vittoria ottenuta presso il Tebisco dall’armi imperiali comandate dal principe Eugenio di Savoia. Un'altra fonte suggerisce invece che compose il componimento precedente della raccolta: Regge con grave scettro in soglio aurato. Cfr. Roma, Biblioteca Angelica, Arcadia, ms. 8, unità codicologica 6, c. 166r, su manus.iccu.sbn.it. URL consultato il 19 febbraio 2023.
  14. ^ Negli anni in cui visse Bruni Cheli furono Duchi di Savoia Carlo Emanuele II e Vittorio Amedeo II. Difficilmente potrebbe trattare di un'ode per la nascita del 14 maggio 1666 di Vittorio Amedeo II di Savoia, quando la poetessa era appena sedicenne, presumibilmente era per quella di suo figlio Vittorio Amedeo Giovanni Filippo del 6 maggio 1699, quando Rosa Agnese Bruni, 49enne, era già un'artista affermata. La figlia maggiore di Vittorio Amedeo II, Maria Adelaide di Savoia, era nata il 6 dicembre 1685 ma essendo di genere femminile non sarebbe stata celebrata come "primogenito".
  15. ^ Rosa Agnese Bruni Cheli 1701.
  16. ^ Imeneo trionfante. Unione di applausi Nuzziali alle glorie degl'Illustrissimi Signori Sposi Lodovico Giuseppe Maria Vassè Pietramellara Orazi,e Marchesa Camilla Legnani (PDF), Bologna, Peri, 1699.
  17. ^ Corrispondenza di Galatea Beleminia, su Archivio storico dell'Accademia dell'Arcadia. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  18. ^ L'archivio della famiglia Bevilacqua Ariosti, Scrigni di memorie. Gli archivi familiari nelle dimore storiche bolognesi, Rastignano (BO), Arti Grafiche Editoriali, 2006, p. 16. URL consultato il 19 febbraio 2023.
  19. ^ Ilaria Bortolotti, Appendice. Inventario dei documenti epistolari conservati nell'archivio Bevilacqua Ariosti, in Luigi Ferdinando Marsili (1658-1730) e l'editoria erudita nella Repubblica delle Lettere tra Sei e Settecento, Università degli Studi di Milano, 2016-2017, p. 285. (tesi di dottorato di ricerca - Studi storici e documentari - M-STO/08)
  20. ^ Babette Bohn indica questa incertezza di nascita, morte e periodo di attività ancora nel 2021, tuttavia altre fonti e banche dati on line danno per certe le date di nascita (1650) e morte (1720).
  21. ^ Stefano Questioli e Daniele Magnolo, Atti dell'Accademia Clementina, vol. 4, Bologna, Minerva Edizioni, 2005. cit. in Babette Bohn 2021, p. 222
  22. ^ Accademia Clementina. Atti e memorie, vol. 38-39, Nuova Alfa, 1998, p. 226.
  23. ^ Soci attuali – Accademia dell’Arcadia, su accademiadellarcadia.it. URL consultato il 19 febbraio 2023.
  24. ^ Bruni Cheli, Rosa Agnese, Italian Women Writers.
  25. ^ Arcadia, ms. 8, cc. 85r-86v, cit. in Donne in Arcadia (1690-1800)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Babette Bohn, Women Artists, Their Patrons, and Their Publics in Early Modern Bologna, Pennsylvania, Pennsylvania State University Press, 2021, p. 222, ISBN 9780271086965.
  • Gilberto Pizzamiglio, Poetesse d'Arcadia, nel solco di Petrarca (PDF), in Quaderni Veneti, n. 3, 2014, pp. 173-174.
  • (EN) Elisabetta Graziosi, Revisiting Arcadia: Women and Academies in Eighteenth-Century Italy, in Paula Findlen, Wendy Wassyng Roworth e Catherine M. Sama (a cura di), Italy's eighteenth century : gender and culture in the age of the grand tour, Stanford University Press, 2009, pp. 103–124, ISBN 9780804787543.
  • (EN) Cynthia Hillman (a cura di), Rosa Agnese Bruni Cheli, in Miscellaneous Poems, Chicago, Italian Women Writers Project, 2008.
  • Maria Bandini Buti e et al., Poetesse e scrittrici, Milano, Istituto Editoriale Italiano Bernardo Carlo Tosi, 1941 - 1942.
  • Gio. Battista Febei, Notizie di scrittori orvietani per il signor Mazzucchelli di Brescia estese dal Sig. Abate Gio. Battista Febei nel 1751, in M. Faloci Pulignani, G. Mazzatinti e M. Santoni (a cura di), Archivio Storico per la Marche e per L'Umbria, III, Foligno, presso la Direzione, 1884, pp. 372-373.
  • Marcello Oretti, Rosa Agnese Bruni, in Notizie de' professori di dissegno cioè pittori scultori ed architetti bolognesi (Manoscritto B129), VII, s.d., p. 487.
  • Pietro Zani, Enciclopedia Metodica Critico-Ragionata delle Belle Arti, Parma, 1820, vol. 5, p. 84
  • Accademici Filergiti, Relazioni di alcune funzioni fatte dalla Città di Forlí (...) in occasione di scoprirsi la cupola della Cappella (...) dipinta dal Cavaglier Carlo Cignani, Forlí, 1706
  • Aldo Lo Presti, Rosa Agnese Bruni, la «Regina delle Poetesse», in Miscellanea Orvietana, Private Presse, 2007, pp. 81-90.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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