Robert Berger

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Robert Berger (1938) è un matematico statunitense, noto per aver scoperto la prima tassellatura aperiodica usando un insieme di 20.426 forme di piastrelle distinte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Istruzione e carriera[modifica | modifica wikitesto]

Berger fece i suoi studi universitari al Rensselaer Polytechnic Institute e studiò fisica applicata ad Harvard, conseguendo un master, prima di passare alla matematica applicata per il suo dottorato. Insieme a Wang Hao, gli altri due membri del comitato di dottorato di Berger erano Patrick Carl Fischer e Marvin Minsky. Successivamente, ha lavorato nel gruppo Digital Integrated Circuits del Lincoln Laboratory.[1]

Contributi alla teoria della tassellatura[modifica | modifica wikitesto]

L'inaspettata esistenza di tassellature aperiodiche, sebbene non la loro esplicita costruzione da parte di Berger, deriva da un altro risultato dimostrato da Berger stesso nel 1966 e cioè che il cosiddetto problema del domino è indecidibile. Ciò smentisce una congettura di Wang Hao, supervisore di Berger. Il risultato è analogo a una costruzione del 1962 usata da Kahr, Moore e Wang, per dimostrare che una versione più limitata del problema del domino era indecidibile.[2]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il lavoro di Berger sulla tassellatura è stato pubblicato nel 1966 come "L'indecidibilità del problema domino" nelle Memorie dell'AMS. Questo documento è essenzialmente una ristampa della dissertazione di Berger del 1964 presso l'Università di Harvard.

Nel 2009, un lavoro di Berger e di altri ricercatori del Lincoln Laboratory, "Wafer-scale 3D integration of InGaAs image sensors with Si readout circuits", ha vinto il premio come miglior paper alla IEEE International 3D System Integration Conference (3DIC).[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The undecidability of the domino problem, su mathscinet.ams.org.
  2. ^ The Universal Book of Mathematics, su books.google.it.
  3. ^ Lincoln Laboratory Annual Report 2010 (PDF), su ll.mit.edu. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2016).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN37302401 · ISNI (EN0000 0001 1055 489X · LCCN (ENn86872506 · J9U (ENHE987007388236705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n86872506