Rhynchostruthus percivali

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Frosone arabo
Rhynchostruthus percivali
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
ClasseAves
SottoclasseNeornithes
SuperordineNeognathae
OrdinePasseriformes
SottordineOscines
InfraordinePasserida
SuperfamigliaPasseroidea
FamigliaFringillidae
SottofamigliaCarduelinae
TribùCarduelini
GenereRhynchostruthus
SpecieR. percivali
Nomenclatura binomiale
Rhynchostruthus percivali
Ogilvie-Grant, 1900
Sinonimi

Rhynchostruthus socotranus percivali

Il frosone arabo (Rhynchostruthus percivali Ogilvie-Grant, 1900) è un uccello passeriforme della famiglia dei Fringillidi[2].

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico della specie, percivali, venne scelto in omaggio all'ornitologo Arthur Blayney Percival, molto attivo in Arabia.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Misura 15 cm di lunghezza, per un peso di 29-33 g[3].

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di uccelli dall'aspetto massiccio e robusto, muniti di grossa testa e forte becco conico, dall'aspetto vagamente simile a un frosone o a un padda.

Il piumaggio è bruno-grigiastro su testa, petto, fianchi e dorso, mentre il ventre è grigiastro ed il sottocoda è bianco: bianche sono anche le guance, mentre la faccia è nera e dello stesso colore sono le remiganti e la coda, ambedue con barre laterali gialle. Il dimorfismo sessuale è presente ma non evidentissimo, con le femmine dal nero facciale meno esteso ed in generale dalla colorazione più scialba. In ambedue i sessi, il becco è nero, gli occhi sono di colore bruno scuro e le zampe sono di colore carnicino-nerastro.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

I frosoni arabi sono uccelli essenzialmente diurni e moderatamente gregari, che si muovono in gruppetti e passano la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo e acqua, foraggiandosi specialmente al suolo.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Questo uccello ha una dieta perlopiù granivora, nutrendosi però anche di bacche, frutti e germogli e sporadicamente anche di insetti ed altri piccoli invertebrati rinvenuti casualmente mentre è alla ricerca di questi tipi di cibo: fra le specie principali delle quali il frosone arabo si nutre vi sono le euforbiacee (soprattutto E. schimperi), datteri del genere Ziziphus e ginepri[3].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Il periodo degli amori si estende fra dicembre e aprile: si tratta di uccelli monogami, che portano avanti una singola covata l'anno.
I maschi corteggiano le femmine svolazzando in maniera simile a quanto osservabile nei verdoni, cantando a squarciagola da posatoi in evidenza fra i cespugli e seguendole con le penne arruffate, tenendo la coda alzata e le ali puntate verso il basso, mettendo bene in evidenza il giallo presente su queste parti.

Il nido è a forma di coppa, e viene edificato dalla sola femmina alla biforcazione di un ramo di albero o un cespuglio, intrecciando fibre vegetali ed imbottendo l'interno con lanugine. La cova delle 3-5 uova, che dura circa due settimane, è anch'essa a carico della femmina, che viene nel frattempo nutrita dal maschio: i nidiacei vengono invece accuditi da ambedue i partner per circa tre settimane, quando sono pronti per l'involo e si rendono indipendenti.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il frosone arabo è endemico della porzione sud-orientale della penisola araba, dove con areale disgiunto abita l'area costiera di confine fra Oman (governatorato del Dhofar) e Yemen (Hadramaut e Mahra) e l'area montuosa costiera fra lo Yemen occidentale e l'Arabia Saudita meridionale, spingendosi a nord fino a Ta'if[4].

L'habitat di questi uccelli è rappresentato dalle aree semiaride rocciose con rada copertura cespugliosa e arborea (come gli uadi), fra i 1060 e i 2800 m di quota: nella porzione occidentale del proprio areale lo si trova nella boscaglia di ginepro locale, nella porzione orientale lo si trova nelle aree boschive a dominanza di acacia, euforbia, ginepro o dell'associazione Anogeissus/Commiphora[5].

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

A lungo questi uccelli sono stati classificati come sottospecie del frosone di Socotra, col nome di R. socotranus percivali: attualmente si ritiene tuttavia che questi uccelli rappresentino una specie a sé stante[2][6].

Sebbene la popolazione occidentale di questi uccelli venga considerata da alcuni una sottospecie a sé stante col nome di R. p. yemenensis[6], la specie è considerata monotipica[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) BirdLife International 2012, Rhynchostruthus percivali, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b c (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Fringillidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato l'11 aprile 2017.
  3. ^ a b (EN) Arabian Grosbeak (Rhynchostruthus percivali), su Handbook of the Birds of the World. URL consultato l'11 aprile 2017.
  4. ^ Davidson, P. & Kirwan, G.M., Around the Region [collegamento interrotto], in Sandgrouse, vol. 18, n. 2, 1996, p. 76–80.
  5. ^ Martins, R.P., The Golden-winged Grosbeak in North Yemen, in Sandgrouse, vol. 9, 1987, p. 106-110.
  6. ^ a b Kirwan, G.M. & Grieve, A., Studies of Socotran birds II. One, two or three species: towards a rational taxonomy for the Golden-winged Grosbeak Rhynchostruthus socotranus (PDF), in Bulletin of the African Bird Club, vol. 14, n. 2, 2007, p. 159-169.

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