Renato Marangoni

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Renato Marangoni
vescovo della Chiesa cattolica
Va' dai miei fratelli
 
TitoloBelluno-Feltre
Incarichi attualiVescovo di Belluno-Feltre (dal 2016)
 
Nato25 maggio 1958 (65 anni) a Crespano del Grappa
Ordinato diaconodal vescovo Girolamo Bartolomeo Bortignon, O.F.M.Cap.
Ordinato presbitero4 giugno 1983 dall'arcivescovo Filippo Franceschi
Nominato vescovo10 febbraio 2016 da papa Francesco
Consacrato vescovo10 aprile 2016 dal vescovo Claudio Cipolla
 

Renato Marangoni (Crespano del Grappa, 25 maggio 1958) è un vescovo cattolico italiano, dal 10 febbraio 2016 vescovo di Belluno-Feltre.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce a Crespano del Grappa, in provincia di Treviso e diocesi di Padova, il 25 maggio 1958.

Formazione e ministero sacerdotale[modifica | modifica wikitesto]

Frequenta in gioventù l'Istituto Cavanis "Collegio Canova" di Possagno, gestito dai Padri Cavanis[1]. Dopo gli studi di teologia compiuti nel Seminario vescovile di Padova, frequenta la Pontificia Università Gregoriana, conseguendo il dottorato in teologia.

Il 4 giugno 1983 è ordinato presbitero a Padova dall'arcivescovo Filippo Franceschi.

Nel 2001 viene nominato delegato vescovile per la Pastorale familiare e presidente della Commissione per la famiglia della diocesi di Padova.

Nel 2008 viene nominato vicario episcopale per l'Apostolato dei laici e canonico onorario della cattedrale di Padova e diviene membro dei maggiori organismi pastorali della diocesi.

Nel 2012 è segretario del II Convegno ecclesiale del Triveneto ad Aquileia.

Nell'autunno 2015 viene nominato vicario episcopale per la Pastorale.

Al momento della nomina a vescovo è anche direttore del Coordinamento diocesano di Pastorale, membro del Consiglio di amministrazione del Centro padovano della Comunicazione sociale, presidente del Consiglio di amministrazione del Movimento apostolico diocesano; assistente della Consulta delle aggregazioni laicali di Padova e del Triveneto.

Ministero episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 febbraio 2016 papa Francesco lo nomina vescovo di Belluno-Feltre[2]; succede a Giuseppe Andrich, dimessosi per raggiunti limiti di età.

Riceve l'ordinazione episcopale il 10 aprile dal vescovo di Padova Claudio Cipolla, co-consacranti Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, Antonio Mattiazzo, vescovo emerito di Padova, e Giuseppe Andrich, vescovo emerito di Belluno-Feltre; prende possesso canonico della diocesi nella cattedrale di Belluno il 24 aprile.

Nel giugno dello stesso anno comunica ai sacerdoti che dal nuovo anno accademico i seminaristi della diocesi non vivranno più il periodo formativo nel seminario di Belluno (che, dal 2009, aveva avviato una collaborazione con lo studio teologico interdiocesano di Treviso-Vittorio Veneto) ma in quello di Trento, con i seminaristi dell'arcidiocesi di Trento e della diocesi di Bolzano-Bressanone.

Nel dicembre 2017 dà un nuovo assetto agli uffici pastorali diocesani. Riorganizza poi la diocesi[3], suscitando polemiche nel feltrino[4] e fra i ladini[5][6][7]. Il 12 settembre 2018 chiarisce che l'attivazione di sei "convergenze foraniali"[8], inizialmente presentate come "nuove foranie"[9], rappresenta in realtà una sperimentazione e «ancora non significa "cancellazione" della precedente organizzazione foraniale, ma possibilità di provare un suo adeguamento alle nuove esigenze pastorali»[8]. Decaduti i quattro delegati vescovili zonali, gli undici vicari foranei e i due decani, il successivo 27 settembre nomina sei "pro-vicari foranei"[10]. Il 24 ottobre 2019 conferma le "nuove convergenze di decanati e foranie" e nomina sei vicari foranei[11]. La scelta del vicario foraneo della convergenza foraniale comprendente il decanato di Cortina d'Ampezzo, la forania del Cadore e la forania del Comelico e il ripensamento dell'arcidiaconato del Cadore (istituzione ecclesiastica plurisecolare) suscitano la protesta e la mobilitazione dei fedeli cadorini[12][13][14][15].

Il 22 maggio 2021 indice un'assemblea sinodale per "ricomporre il percorso finora compiuto e aprire una fase di attuazione e ulteriore consolidamento della collaborazione tra le comunità parrocchiali"[16]. Nel novembre 2022 presenta la mappa delle collaborazioni parrocchiali[17].

Stemma e motto[modifica | modifica wikitesto]

Blasonatura[modifica | modifica wikitesto]

D'oro calzato ritondato di rosso, al libro aperto rilegato dello stesso; nel 1º a un monte all'italiana di sei cime d'argento, movente dalla punta e nel 3º alla brocca dell'ultimo posta in sbarra, versante tre gocce d'azzurro.

Scudo gotico con galero e croce astile da vescovo.

Interpretazione[modifica | modifica wikitesto]

Le linee curve di tripartizione dello scudo richiamano san Martino, patrono di Belluno, che, secondo la tradizione, tagliò in due il suo mantello per condividerlo con un mendicante. Il colore rosso richiama invece il sangue versato dai santi martiri Vittore e Corona, patroni di Feltre. Il Vangelo in capo rappresenta l'annuncio pasquale mentre le montagne sono un riferimento al Monte Grappa (alle cui pendici si trova Crespano del Grappa, paese d'origine del vescovo), alle Alpi Feltrine e alle Dolomiti Bellunesi. Le gocce d'acqua che escono dalla brocca di san Prosdocimo, patrono di Padova, oltre ad essere simbolo del battesimo, richiamano il fiume Piave che attraversa la diocesi.

Motto episcopale[modifica | modifica wikitesto]

Il motto episcopale scelto Va' dai miei fratelli è tratto dal Vangelo secondo Giovanni (20,17).

Genealogia episcopale[modifica | modifica wikitesto]

La genealogia episcopale è:

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'ex allievo Renato Marangoni è vescovo di Belluno-Feltre, su cavanis.net. URL consultato il 27 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2018).
  2. ^ Rinunce e nomine. Rinuncia del vescovo di Belluno-Feltre (Italia) e nomina del successore, su press.vatican.va, 10 febbraio 2016. URL consultato il 12 febbraio 2016.
  3. ^ La diocesi era organizzata in due decanati ed undici foranie; decanati e foranie erano a loro volta raggruppati in quattro zone pastorali.
  4. ^ Lettera aperta al vescovo Marangoni, in Il nuovo feltrino, 2018.
  5. ^ Lorenzo Soratroi, Colpo di spugna, cancellato il Decanato di Livinallongo, in Corriere delle Alpi, 18 luglio 2018.
  6. ^ Dario Fontanive, Il Decanato scompare, ladini sul piede di guerra, in Il Gazzettino - Belluno, 17 luglio 2018, p. XI.
  7. ^ (LAD) Decanat tout via: "En vare del viers de l'uniformazion", in La Usc di Ladins, 2018.
  8. ^ a b Renato Marangoni, Il rapporto "sperimentale" tra parrocchie e foranie-decanati (PDF), su chiesabellunofeltre.it, 12 settembre 2018.
  9. ^ Il punto del vescovo Renato sul cammino della diocesi, su chiesabellunofeltre.it, 6 giugno 2018.
  10. ^ I sei pro-vicari foranei, su chiesabellunofeltre.it, 27 settembre 2018.
  11. ^ I nuovi vicari foranei, su chiesabellunofeltre.it, 25 ottobre 2019.
  12. ^ Ciotti: «Sull'Arcidiaconato il vescovo deve ascoltarci», in Corriere delle Alpi, 24 febbraio 2020.
  13. ^ Gianluca De Rosa, Levata di scudi in Cadore in favore dell'arcidiacono, in Corriere delle Alpi, 26 settembre 2020. URL consultato il 26 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 28 settembre 2020).
  14. ^ Francesco Dal Mas, L'arcidiacono del Cadore non è più vicario, l'incarico al parroco di Cortina, in Corriere delle Alpi, 28 febbraio 2021.
  15. ^ Francesco Dal Mas, Ciotti: il vescovo ha distrutto la nostra storia religiosa, in Corriere delle Alpi, 2 novembre 2021.
  16. ^ Indizione assemblea sinodale, su chiesabellunofeltre.it, 22 maggio 2021. URL consultato il 22 maggio 2021.
  17. ^ Francesco Dal Mas, Belluno, Diocesi riorganizzata in 29 macro realtà: ecco come si aggregano le 158 parrocchie, in Corriere delle Alpi, 13 novembre 2022. URL consultato il 13 novembre 2022.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Belluno-Feltre Successore
Giuseppe Andrich dal 10 febbraio 2016 in carica
Controllo di autoritàVIAF (EN17469174 · ISNI (EN0000 0000 6151 1796 · SBN PUVV298591 · BAV 495/293897 · LCCN (ENno2001101059 · GND (DE1146335377 · BNF (FRcb14581835b (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2001101059