Psicoanalisi e cinema

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Il cinema e la psicoanalisi sono grosso modo coetanei. Nel 1895, l'anno in cui a Parigi veniva proiettato il primo film dei fratelli Lumière, a Vienna Freud eseguiva la prima interpretazione d'un sogno. I rapporti fra le due discipline sono stati molteplici. Tra l'altro:

  1. la vita di Freud, o di altri celebri psicoanalisti, è stata rappresentata in numerosi film;
  2. la psicoanalisi è un tema importante, o predominante, in molti film;
  3. alcune sceneggiature sono state impostate con un taglio caratterizzato da evidenti riferimenti psicoanalitici; questo è in particolare vero per le opere di autori di sceneggiatura o registi dotati di specifiche conoscenze nel settore psicoanalitico, come Federico Fellini;
  4. la psicoanalisi è stata applicata alla critica cinematografica (così come a quella letteraria);
  5. i casi clinici, laddove fu possibile, vennero presto filmati.

Più in generale si è sempre parlato di Hollywood come "fabbrica dei sogni", e del cinema classico statunitense come grande fantasma occidentale.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Pioniere di questi studi fu Hugo Mauerhofer, con The Psychology of Cinematic Experience (1949). Nel 1950 un altro dei primi studi che analizzarono il cinema dal punto di vista psicologico era quello di Martha Wolfenstein e Nathan Leites, che si occupavano di film come luogo di rappresentazione del mito contemporaneo, dove si cristallizzano i sogni comuni e si superavano le paure collettive per una sorta di esorcismo. Anche Hortense Powdermaker parlava in questi termini e descriveva i lavoratori di Hollywood come "tribù", mentre Suzanne Langer nel 1953 già parlava di sogno collettivo.

In Francia, Edgar Morin scrisse nel 1956 Le Cinéma ou l'homme imaginaire descrivendo l'esperienza della visione di un film in parallelo alla pedagogia infantile, ed evidenziando l'intensità nevrotica con cui lo spettatore e il bambino si fanno entrambi prendere a un livello di regressione voyeuristica.

Nel 1975 il n. 23 della rivista Communications dedicato al rapporto tra psicoanalisi e cinema ospita, tra l'altro, un articolo di Roland Barthes sulla situazione spettatoriale con la sala come luogo di fascinazione simile alla fase dello specchio freudiana, basata su sottomotricità (come nell'ipnosi) e ipertrofia della vista, prontezza a feticizzare.

Poco più tardi Christian Metz, nel suo libro Le Signifiant imaginaire: psychanalyse et cinéma (1977), analizza il linguaggio del cinema da un punto di vista psicoanalitico, individuando nello "spostamento" e nella "condensazione" i meccanismi comuni al film e al sogno. Lo spostamento, che secondo Freud e Lacan è uno dei meccanismi del linguaggio dell'inconscio, è quel fenomeno secondo il quale possiamo parlare a una figura che si trasforma in un'altra o vedere un paesaggio che si muove senza per questo rivelarne l'artificio o l'incoerenza: così come nel linguaggio audiovisivo possiamo girare un angolo e trovarci direttamente in un portone o attraversare luoghi e soglie per ellissi. La condensazione, inoltre, ci permette di vedere allo stesso tempo un personaggio e l'attore che lo interpreta e affezionarci al secondo seguendo il primo per identificazione e divismo.

In Italia il numero 13 di Cinema & Cinema e le traduzioni di Metz degli anni 1970 portarono l'attenzione alla psicoanalisi come strumento d'analisi critica del cinema.

Anche Jean-Louis Baudry e Jean-Louis Comolli si sono occupati di cinema dal punto di vista psicoanalitico, in particolare secondo il problema di rappresentazione della realtà il cui effetto simulato al cinema si mostra come "apparato" atto a far rivivere allo spettatore una sorta di narcisismo.

La stessa teoria è stata ripresa in chiave femminista da Costance Penley, che la definiva una "macchina dello scapolo", e poi da Joan Copjec che leggeva tutto in chiave paranoica (entrambe nel 1989).

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

L'elenco che segue indica, in ordine cronologico ma senza pretesa di esaustività, alcuni film in cui la rilevanza dei temi psicoanalitici è particolarmente evidente.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Christian Metz, Psicoanalisi e cinema, Marsilio, Venezia 1977
  • Elio Benevelli, Analisi di una messa in scena: Freud e Lacan nel "Casanova" di Fellini, Dedalo, Bari 1979
  • Gianna Giuliani, Le strisce interiori: cinema italiano e psicoanalisi, prefazione di Piero Bellanova, Bulzoni, Roma 1980
  • Giancarlo Grossini, Cinema e follia: stati di psicopatologia sullo schermo (1948-1982), Dedalo, Bari 1984
  • Simona Argentieri e Alvise Sapori, Freud a Hollywood, Nuova ERI, Torino 1988
  • Alberto Angelini, Psicologia del cinema, Liguori, Napoli, 1992.
  • Ignazio Senatore, L'analista in celluloide: la figura dello psicoterapeuta al cinema dal 1986 al 1993, presentazione di Camillo Loriedo, Franco Angeli, Milano 1994
  • Salvatore Cesario, La psicoanalisi e Hitchcock: che cosa la psicoanalisi può imparare da Hitchcock, Franco Angeli, Milano 1996
  • Cesare Musatti, Scritti sul cinema, a cura di Dario F. Romano, Testo & immagine, Torino 2000
  • Glen O. Gabbard e Krin Gabbard, Cinema e psichiatria, a cura di Paolo Pancheri, Raffaello Cortina, Milano 2000
  • Stefano Ramella Benna, Terapie sullo schermo: appunti per un laboratorio di psicodinamica del linguaggio cinematografico, Il segnalibro, Torino 2002
  • Baldo Lami, Animali felici, lettura psicoanalitica del film di Angelo Ruta, Zephyro Edizioni, Milano 2002
  • AA.VV. (Aldo Carotenuto, Mariolina Graziosi, Baldo Lami, Angelo Peluso, Bianca Pietrini, Fabrizio Raggi, Lidia Tarantini, Quirino Zangrilli), Il Mnemonista letture psicoanalitiche del film di Paolo Rosa, Zephyro Edizioni, Milano 2003
  • Slavoj Žižek, Dello sguardo e altri oggetti: saggi su cinema e psicoanalisi, a cura di Damiano Cantone e Lorenzo Chiesa, postfazione di Joan Copjec, Campanotto, Pasian di Prato 2004
  • Ignazio Senatore, Il cineforum del dottor Freud, Centro Scientifico Editore, Torino 2004
  • Robert Stam, Teorie del film, Dino Audino, Roma 2005, vol. I, pp. 150–58
  • William Indick, Psicoanalisi per il cinema, Dino Audino, Roma 2005
  • Riccardo Strada, Il buio oltre lo schermo. Gli archetipi del cinema di paura, Zephyro Edizioni, Milano 2005
  • Lucilla Albano e Veronica Pravadelli (a cura di), Cinema e psicoanalisi: tra cinema classico e nuove tecnologie, Quodlibet, Macerata 2008
  • Maria Grazia Vassallo Torrigiani (a cura di), Proiettare emozioni: percorsi tra cinema, video e psicoanalisi, ETS, Pisa 2008
  • Massimiliano Sommantico, Immagini sullo schermo: introduzione alla psicologia del cinema, Liguori, Napoli 2008
  • Ignazio Senatore, Cinema mente e corpo, Zephyro Edizioni, Milano 2010
  • Salvatore Cianciabella (prefazione di Philip Zimbardo, nota introduttiva di Liliana De Curtis). Siamo uomini e caporali. Psicologia della dis-obbedienza. Franco Angeli, 2014. ISBN 978-88-204-9248-9. Sito: www.siamouominiecaporali.it

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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