Pre-evoluzionismo

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Con l'espressione pre-evoluzionismo si intendono tutte quelle formulazioni teoriche, ontologiche o biologiche, che in qualche misura pongono, prima della teoria darwiniana, il concetto di evoluzione del mondo vivente.

Autori[modifica | modifica wikitesto]

A parte i biologi del Settecento e Ottocento che in modo esplicito fanno cenno alla possibilità che le specie viventi non siano fisse, ma si evolvano, alcuni studiosi tendono a trovare traccia di pre-evoluzionismo persino nella filosofia antica. Un esempio di tali precorrimenti dell'evoluzionismo potrebbero essere rinvenuti già in Lucrezio il quale aveva scritto:

«Il tempo infatti trasforma la natura del mondo, ed è legge che una nuova condizione s'avvicendi sempre alla precedente [...] tutto si trasforma, la natura costringe ogni cosa a modificarsi e a mutare. Così dunque il tempo modifica la natura del mondo e la terra passa da uno stato all'altro, impotente a produrre ciò che prima poteva, ma capace di creare quel che prima non poteva.»

Volendo si può cogliere addirittura un accenno alle mutazioni genetiche abortive, alla selezione, all'adattamento e alle estinzioni (V, vv.837-859):

«In antico la terra tentò di creare anche numerosi portenti [...] Molte stirpi viventi dovettero allora perire né poterono propagandosi formare una discendenza. Infatti tutti gli animali che vedi nutirsi delle aure vitali, fin dalle età primigenie furono protetti dall'astuzia o dalla forza o dalla velocità che poterono conservare le loro specie»

Quando nel XVIII secolo incominciarono a prendere corpo le prime reinterpretazione dell'atomismo di Lucrezio, che passando attraverso Epicuro si ricollegava alla grande lezione di Leucippo, in qualche modo coloro che avanzarono tesi evoluzioniste avevano presente il poema lucreziano.

Sin da prima che Charles Darwin, il "padre" del moderno concetto di evoluzione biologica, pubblicasse la prima edizione de L'origine delle specie, le posizioni degli studiosi erano divise in due grandi correnti di pensiero che vedevano, da un lato, una natura dinamica ed in continuo cambiamento, dall'altro una natura sostanzialmente immutabile.

Della prima corrente facevano parte scienziati e filosofi vicini all'Illuminismo francese, come Maupertuis, Buffon, La Mettrie, che rielaboravano il meccanismo di eliminazione dei viventi malformati proposto da Lucrezio nel De rerum natura ed ipotizzavano una derivazione delle specie le une dalle altre. Particolarmente interessante sono le tesi di Buffon, che in qualche modo immaginava un processo sia evolutivo che involutivo, scrivendo:

«La natura invece procede per gradi sconosciuti e, di conseguenza, non può prestarsi completamente a queste divisioni, poiché passa da una specie all’altra, spesso da un genere all’altro, attraverso sfumature impercettibili, così che si trova un gran numero di specie intermedie e di oggetti divisi a metà e che non si sa dove sistemare, per cui ne rimane necessariamente sconvolto il progetto del sistema generale: questa verità è troppo importante perché io non la sostenga con tutto ciò che può renderla chiara ed evidente.»

Relativamente ai supposti processi involutivi egli osservava:

«Poiché la natura è contemporanea della materia, dello spazio e del tempo, la sua storia è quella di tutte le sostanze, di tutti i luoghi, di tutte le età: e sebbene sembri, a prima vista, che le sue grandi opere non si alterino né si modifichino, e che nei suoi prodotti, anche i più fragili e passeggeri, essa si mostri sempre e costantemente la stessa, poiché non altro che i suoi primi modelli, anche se con modalità diverse, ricompaiono continuamente ai nostri occhi, tuttavia ci accorgeremo, osservandola da vicino, che il suo corso non è del tutto uniforme; constateremo che essa ammette sensibili variazioni, che subisce successive alterazioni, che si presta anche a nuove combinazioni, a cambiamenti di materia e di forma, e, infine, che quando sembra fissa nell’insieme altrettanto essa è variabile in ciascuna delle parti; e se la consideriamo in tutta la sua ampiezza non possiamo dubitare che essa sia, oggi, molto diversa da ciò che era all’inizio e da ciò che è stata in séguito: le sue opere sono appunto questi cambiamenti.»

Tuttavia, l'interpretazione di tali teorie come veri e proprî preannunci di evoluzionismo è discussa.[5]

Nella realtà, a parte Jean-Baptiste de Lamarck, che può essere considerato il vero precursore di Darwin sia pure su premesse erronee, il Settecento aveva già visto alcuni naturalisti, e tra essi principalmente i già citati Pierre Louis Moreau de Maupertuis, Étienne Geoffroy Saint-Hilaire e Georges-Louis Leclerc de Buffon avanzare teorie che mettevano in discussione la fissità delle specie vivente a favore di un fattore di trasformazione fondamentale, senza tuttavia precisarne la causalità.

Peraltro, anche Erasmus Darwin, nonno di Charles e naturalista egli stesso, aveva intravisto alcuni elementi evoluzionistici che il nipote, essendone verosimilmente a conoscenza, avrebbe poi sviluppato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lucrezio Caro, La natura delle cose, Milano, Rizzoli 1994, p.485
  2. ^ Lucrezio, La natura delle cose, cit., p.487
  3. ^ G.L. Leclerc de Buffon, Teoria della natura, a cura di G.Barsanti, Roma –Napoli, Theoria 1985, p.14
  4. ^ G.L. Leclerc de Buffon, Teoria della natura, cit., pp.178-179
  5. ^ Nel 1904, A. O. Lovejoy parlava di un vero e proprio "movimento evoluzionista nel XVIII secolo" ((EN) "Some Eighteenth Century Evolutionist" Archiviato il 1º febbraio 2007 in Internet Archive.), mentre studiosi più recenti come J. Roger (in Les sciences de la vie dans la pensée française du XVIIIe siècle, 1963) e F. Jacob (in La logique du vivant, 1970) hanno evidenziato in queste teorie la mancanza di elementi fondamentali dell'evoluzionismo, come la derivazione dal semplice al complesso e l'interazione tra gli individui e l'ambiente.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stephen Jay Gould, La struttura della teoria dell'evoluzione, Edizioni Codice 2003, ISBN 88-7578-000-5, pagg.88-89; pagg.377-396.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]