Postumio (pirata)

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Postumio (... – Siracusa, 339 o 338 a.C.) è stato un pirata d'origine tirrena, giustiziato da Timoleonte.

L'episodio in Diodoro[modifica | modifica wikitesto]

Timoleonte, eletto a capo del governo di Siracusa, emette sentenza sugli stranieri nella polis

L'episodio accadde all'inizio del governo di Timoleonte: nel 339/338 a.C. diodoreo (molto probabilmente equivalente al 342 a.C.[1]), 12 navi corsare capitanate da Postumio, d'origine tirrena, entrarono nel porto di Siracusa. Postumio, che molestava i naviganti, dichiarò comunque subito amicizia a Timoleonte, ma questi lo fece catturare e uccidere.[2]

L'episodio, narrato solamente da Diodoro, ha suscitato varie ipotesi da parte degli studiosi, soprattutto a causa del nome "Postumio": ritenuto tipicamente d'origine romana.[3]

Le ipotesi sull'origine di Postumio e sua uccisione[modifica | modifica wikitesto]

L'arrivo e l'uccisione di Postumio nella Siracusa appena post-dionisiana può avere differenti chiavi di lettura.

Conflitto tra etruschi-romani e tirannide dionisiana[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni studiosi collegano la presenza di Postumio, tirreno, e delle sue navi, come la conseguenza dell'ostilità, presunta tale, tra Roma e la Siracusa dei due Dionisi. La scorreria del pirata sarebbe stata la risposta all'attacco della flotta siracusana nelle coste del Lazio, in concomitanza con i Galli, avvenuto nel 345 a.C.. Il pirata etrusco-romano sarebbe quindi un tentativo da parte di Roma (sempre nell'ottica dell'alleanza etrusco-romana) di vendicarsi dei precedenti attacchi subiti dai due Dionigi e dalla loro intesa con i Galli.[4][N 1]

«Definire l'esatta natura dei rapporti fra Roma e Siracusa nel IV secolo è comunque complesso [...] in [Livio] si evidenzia, dubitativamente, l'origine siracusana della flotta greca comparsa lungo le coste laziali nel 349 varr., in concomitanza con aggressioni di Celti (notoriamente alleati e mercenari di Siracusa). Al contrario, una flotta comandata da un Postumio, detto pirata etrusco ma con un nome che ne tradisce l'origine, fu catturato a Siracusa - nonostante le pacifiche intenzioni - al tempo di Timoleonte.»

Mercenario dei due Dionigi[modifica | modifica wikitesto]

Si è ipotizzato anche che Postumio fosse un mercenario d'epoca dionisiana, stando all'impostazione del racconto diodoreo che allude ad un lontano rapporto di amicizia (che il Muccioli traduce in "Collaborazione militare"[5]) tra il pirata etrusco e la polis. La Sordi ha identificato Postumio come lo pseudonimo di Mamerco/Marco: tiranno di Katane che Timoleonte fece uccidere nella sua lotta contro i tiranni; la quale prevedeva anche l'estromissione dal potere dell'elemento campano (e più in generale Barbaro) che i due Dionigi avevano immesso nelle dinamiche sociali dell'isola[N 2].

Pirata etrusco[modifica | modifica wikitesto]

Ma potrebbe anche essersi trattato di un comune pirata che, con un «contingente rilevante» (ben 12 navi equivale a un numero di equipaggio significativo),[6] si dedicava alle scorrerie dal mar Tirreno al mar di Sicilia.[7] Egli è comunque definito come l'unico pirata tirreno di cui si conosca il nome,[8] e fu il più antico a comparire nelle fonti scritte. L'archipirata potrebbe essere stato d'origine anziate o pyrgense: città laziali dalla tradizione piratesca accertata già nel V e IV sec. a.C., inoltre si contesta, ad una probabile origine romana, il fatto che vi sono attestazioni del nome "Postumio" anche tra gli Etruschi; noti per le loro azioni piratesche.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Note al testo
  1. ^ È stato anche supposto che il viaggio del laziale poté essere compiuto grazie al supporto marinaro che Anzio fornì a Roma, dandole il primo nucleo di navi. Tuttavia il dato è stato contestato, affermando che negli ultimi decenni del IV sec. a.C. (quindi alcuni decenni dopo l'episodio di Postumio) l'urbe disponeva di una sua marineria, per cui si suppone che essa fosse già attiva nella metà del IV sec. a.C. (C. Ferone, La pirateria nell'Adriatico antico a cura di Braccesi, 2004, p. 36, n. 19)
  2. ^ Per questo suo modo di agire, dettato da un pensiero propagandistico ben preciso, Timoleonte è stato spesso accomunato alla dottrina platonica, e si sono notate le precise similitudini del suo operato con quanto scritto nella VII e VIII Lettera di Platone, dove l'ateniese auspica uno sforzo dei Greci contro la minaccia barbarcia rappresentata dai Punici e dagli Osci che abitavano la penisola italica. Vd. Greci e punici in Sicilia tra V e IV secolo a.C., 2008, p. 24, dove Timoleonte viene descritto come «imbevuto di ideologia panellenica e antibarbarica»; M. Sordi, Timoleonte, 1961, p. 21, per «l'influenza di Platone su Timoleonte»; Consolo Langher, Un imperialismo tra democrazia e tirannide, 1997, la quale sostiene che «è certamente notevole un riecheggiamento di motivi della VIII Lettera platonica nella propaganda timoleontea»
Fonti
  1. ^ Muccioli, 1999, p. 413.
  2. ^ Diodoro Siculo, XVI, 82, 3.
  3. ^ Annali del Seminario di studi del mondo classico: Sezione di archeologia e storia antica, vol. 3, 1981, p. 87.
  4. ^ Vd. Sordi in Guidetti, 2004, 188 e Il mondo greco dall'età arcaica ad Alessandro, 2004, p. 135; R. Lucca, Dionigi II e il Lazio, Braccesi, 1996, pp. 97-98.
  5. ^ Muccioli, 1999, p. 413, il quale sostiene che il tirreno poteva essere un etrusco, un romano o un volsco di Anzio.
  6. ^ Picozzi, Guerrini, Carinci, Studi in memoria di Lucia Guerrini, Pagina 118, 1996, p. 118.
  7. ^ G. Uggeri in Bonacasa, Braccesi, De Miro, 2002, p. 305.
  8. ^ Istituto di studi etruschi ed italici, L'Etruria mineraria, 1981, p. 450.
  9. ^ C. Ferone, La pirateria nell'Adriatico antico a cura di Braccesi, 2004, p. 36, n. 19.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti moderne
  • Lorenzo Braccesi, Hesperia 7: Studi Sulla Grecita Di Occidente, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 1996, ISBN 978-88-706-2944-6.
  • Federicomaria Muccioli, Dionisio II: storia e tradizione letteraria, CLUEB, 1999, ISBN 978-88-491-1245-0.
  • Nicola Bonacasa, Lorenzo Braccesi, Ernesto De Miro, La Sicilia dei due Dionisî: atti della Settimana di studio, Agrigento, 24-28 febbraio 1999, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2002, ISBN 978-88-826-5170-1.
  • Benedetta Rossignoli, L'Adriatico greco: culti e miti minori, L'ERMA di BRETSCHNEIDER, 2004, ISBN 978-88-826-5277-7.