Portale:Astronomia/Attualità/Archivio

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Questa sottopagina costituisce un archivio delle notizie apparse nella sezione Attualità del portale:Astronomia; le più recenti sono poste in cima.

Xinyu Dai ed Eduardo Guerras dell'Università dell'Oklahoma, studiando il quasar Rx J1131–1231 (nella fotografia) utilizzando osservazioni condotte con il telescopio spaziale Chandra, hanno mostrato come sia possibile utilizzare il fenomeno del microlensing gravitazionale per studiare la popolazione di pianeti esistenti nella galassia che funge da lente.

Stime delle densità degli esopianeti in orbita attorno alla nana rossa ultrafredda TRAPPIST-1 (a 39,5 anni luce dal Sole) suggeriscono che essi possano essere ricchi di acqua. L'osservazione dei loro transiti aveva già permesso la loro scoperta e la determinazione delle loro dimensioni; la perioditicità dei transiti risulta tuttavia alterata dalle interazioni gravitazionali tra i pianeti - così vicini tra loro. Ricercatori guidati da Simon Grimm dell'Univeristà di Berna hanno allora utilizzato le variazioni orbitali determinate dagli avvicinamenti tra i pianeti per stimarne le masse.

Nel novembre del 2017 è stata annunciata dall'ESO la scoperta di un pianeta roccioso attorno alla nana rossa Ross 128, una delle stelle più vicine alla Terra. Ross 128 b è poco più massiccio della Terra e sembrerebbe presentare caratteristiche adeguate a consentire l'esistenza di acqua liquida sulla superficie. Ulteriori studi dovrebbero confermare se il pianeta orbita o meno nella zona abitabile del sistema.

Il 18 ottobre 2017, inoltre, il sistema Pan-STARRS ha individuato 1I/'Oumuamua, il primo asteroide interstellare conosciuto. L'oggetto è transitato al perielio il 9 settembre e percorre un'orbita iperbolica che lo porterà ad allontanarsi indefinitamente dal sistema solare.

Nell'agosto del 2017 è stata rilevata dagli interferometri LIGO e VIRGO l'onda gravitazionale GW170817 , prodotta probabilmente dalla fusione di due stelle di neutroni, nella galassia NGC 4993. Per la prima volta, è stata individuata anche la controparte ottica - una kilonova - dell'evento, attraverso i telescopi orbitanti Fermi e INTEGRAL, operanti nei raggi gamma, Chandra, operante nei raggi X, e dai principali osservatori ottici terrestri. Questa scoperta apre la via all'astronomia multi-messaggio o multi-messaggero.

L'11 ottobre 2017 è stata annunciata su Nature la scoperta di un anello attorno al pianeta nano Haumea, permessa da osservazioni eseguite dall'Europa durante un'occultazione stellare verificatasi il 21 gennaio 2017. L'anello giace sul piano equatoriale del sistema ed ha un raggio di circa 2287 km, una larghezza di ~70 km e un'opacità di 0,5. Le stesse osservazioni hanno permesso di determinare con maggiore accuratezza le dimensioni di Haumea, consentendo di stimare la sua densità - prossima a quella di Plutone. Non è stata rilevata la presenza di alcuna atmosfera.

Osservazioni eseguite con l'Atacama Large Millimeter Array (ALMA) hanno condotto all'individuazione di un possibile buco nero di massa intermedia in prossimità del Centro della Via Lattea e del buco nero supermassiccio Sagittarius A*. Ospitato nella nube molecolare CO-0.40-0.22, potrebbe essere il residuo di una galassia nana cannibalizzata dalla Via Lattea. La scoperta di Tomoharu Oka e colleghi attende ora di essere confermata.

Il 1º settembre 2017, l'asteroide 3122 Florence (nell'immagine a lato), di circa 4,5 km di diametro, è transitato a 0,047 unità astronomiche dalla Terra, pari a circa diciotto volte la distanza della Luna dal nostro pianeta. Durante tale passaggio ravvicinato, l'asteroide è stato oggetto di osservazioni radar condotte dal Goldstone Observatory e dal radiotelescopio di Arecibo, che hanno permesso, tra le altre cose, la scoperta di due satelliti. Il prossimo passaggio ravvicinato al nostro pianeta dell'asteroide Florence avverrà nel 2057.

Una ricerca pubblicata su Nature Astronomy nel luglio del 2017 suggerisce che l'asteroide troiano di Marte 5261 Eureka e altri oggetti identificati in prossimità del punto L5 possano essere dei frammenti del mantello di Marte, lanciati nello spazio a seguito dell'impatto di un asteroide sul pianeta.

Con l'ultimo sorvolo ravvicinato di Titano il 21 aprile 2017, la sonda Cassini è entrata nella fase finale della sua missione, che dovrebbe concludersi il prossimo 15 settembre con una discesa distruttiva su Saturno. Durante i prossimi mesi, Cassini attraverserà 22 volte lo spazio tra il pianeta e l'anello D, eseguendo osservazioni ravvicinate dell'atmosfera di Saturno e degli anelli. Tali passaggi permetteranno, inoltre, di ottenere mappe dettagliate del potenziale gravitazionale e del campo magnetico del pianeta.

Il 22 febbraio 2017, la NASA e l'ESO hanno annunciato la scoperta di tre esopianeti di tipo terrestre in orbita attorno alla nana rossa ultrafredda TRAPPIST-1, nella zona abitabile del sistema. I sette pianeti presenti nel sistema, che dista 39,5 anni luce dal Sole, sono stati tutti scoperti con il metodo del transito, sono di tipo roccioso e completano ciascun'orbita in meno di 20 giorni.

Dopo essere transitata per il perielio il 31 dicembre 2016, l'11 febbraio 2017 la Cometa Honda-Mrkos-Pajdušáková è transitata ad una distanza dalla Terra pari a circa 32 volte quella della Luna dal nostro pianeta, raggiungendo quasi la sesta magnitudine. Osservazioni condotte con il radiotelescopio di Arecibo dal 9 al 17 febbraio hanno permesso di identificare forma, dimensioni e periodo di rotazione del suo nucleo. Nel visibile, la cometa ha mostrato una lunga coda ionica di colore verde.
Si è guadagnata la copertina di Nature la determinazione della sorgente del lampo radio veloce (FRB o fast radio burst, in inglese) FRB 121102, l'unico che si ripete ad essere stato finora scoperto, in una piccola galassia distante oltre 3 miliardi d'anni luce dalla Terra, sede di attività di formazione stellare. È stata proprio la ripetitività di FRB 121102 (individuato per la prima volta il 2 novembre 2012, da cui il nome) a consentire la triangolazione della posizione della sua sorgente attraverso un'estesa rete di radiotelescopi terrestri, che ha coinvolto il radiotelescopio di Arecibo (nell'immagine a lato) e la European VLBI Network (EVN). La stessa ripetitività, tuttavia, impone cautela nell'estendere le conclusioni di questa scoperta agli altri FRB, che si presentano come fenomeni isolati.

Da misure della velocità radiale posseduta da Proxima Centauri (nell'immagine a lato) ottenute da osservazioni condotte tra il 2004 e il 2016 con lo spettrografo HARPS, attivo presso l'Osservatorio di La Silla dell'ESO, è stata determinata l'orbita della stella, che completa una rivoluzione attorno ad α Centauri in circa 550 000 anni. Si chiude così la controversia, nata con la scoperta di Proxima stessa, sulla sua appartenenza al sistema di α Centauri. Queste informazioni consentono inoltre di avanzare ipotesi interessanti anche sulle caratteristiche del pianeta (Proxima Centauri b) scoperto in orbita attorno alla stella nell'agosto del 2016.

Osservazioni condotte da ricercatori dell'Università di Copenaghen con l'Atacama Large Millimeter Array (ALMA) hanno condotto alla scoperta di tre dischi di accrescimento nello stesso sistema stellare: denominato IRS 43 (IRAS 16244-2434), è un sistema in formazione appartenente alla Nube di Rho Ophiuchi (nell'immagine a lato). Il sistema, a 391 anni luce dalla Terra, si compone di due protostelle, ciascuna delle quali possiede un disco di accrescimento; inoltre, è presente un terzo disco, circumbinario. I tre oggetti giacciono su piani inclinati più di 5° l'uno rispetto all'altro.

Il 25 settembre 2016 in Cina è stato inaugurato il Five hundred meter Aperture Spherical Telescope, noto come FAST: con un diametro di 500 metri e forma emisferica, è il più grande radiotelescopio al mondo. Oltre ad incrementare le capacità radioastronomiche cinesi, parteciperà al programma SETI per la ricerca di vita intelligente extraterrestre. Nel stesso periodo, lo statunitense National Radio Astronomy Observatory (NRAO) decide di tagliare i fondi a supporto del Radiotelescopio di Green Bank (nell'immagine a lato), che passa alla National Science Foundation.

Osservazioni condotte nell'aprile del 2015 con il telescopio spaziale Hubble hanno condotto alla scoperta di una luna attorno al pianeta nano Makemake. La presenza della luna, denominata provvisoriamente S/2015 (136472) 1, potrebbe spiegare alcune anomalie rilevate nello spettro di Makemake.
Osservazioni condotte con i telescopi spaziali Kepler della NASA ed Herschel dell'ESA sembrerebbero indicare che le precedenti stime delle dimensioni di (225088) 2007 OR10 debbano essere riviste al rialzo, rendendolo il terzo TNO noto per dimensioni dopo Plutone ed Eris e risultando pertanto più grande dei pianeti nani Makemake ed Haumea.

Simulazioni numeriche eseguite da Mike Brown e Konstantin Batygin e rese note il 20 gennaio 2016 su The Astronomical Journal suggeriscono l'esistenza di un nono pianeta del Sistema solare, che sarebbe responsabile della distribuzione delle orbite di alcuni oggetti transnettuniani. Il pianeta, dalla massa superiore alle 10 masse terrestri, percorrerebbe in 15.000 anni circa un'orbita particolarmente eccentrica, con perielio a circa 200 UA dal Sole ed afelio a circa 1200 UA.

Attraverso osservazioni condotte dal Mars Reconnaissance Orbiter, la NASA ha confermato in modo conclusivo l'ipotesi che siano piccoli rigagnoli di acqua salata a formare i gully presenti sulle pareti interni di molti crateri su Marte. La presenza nelle strisce scure di sali idrati, rilevata tramite analisi spettroscopiche, indicherebbe che il flusso d'acqua avverrebbe subito sotto la superfecie.

Il 14 luglio 2015, la sonda New Horizons della NASA ha eseguito con successo il primo sorvolo ravvicinato di Plutone. Già nella fase di avvicinamento la sonda ha inviato sulla Terra immagini del pianeta nano e del suo principale satellite Caronte. La trasmissione dei dati scientifici raccolti durante il fly-by richiederà però tempi molto lunghi: una prima serie di immagini sarà comunicata tra il 15 ed il 20 luiglio; le trasmissioni riprenderanno poi il 14 settembre, per dieci settimane, quando saranno trasmesse tutte le immagini riprese ma con bassa risoluzione; infine, a metà novembre inizierà la fase di trasmissione delle informazioni con la migliore risoluzione disponibile, che richiederà circa un anno.

Rilevazioni nell'infrarosso eseguite dalla sonda Venus Express dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA) nel 2008 e 2009 rappresentano l'indizio più concreto di fenomeni vulcanici recenti sulla superficie di Venere. I fenomeni sembrerebbero avvenuti in prossimità della Ganiki Chasma, un sistema di rift, e dei vulceani Ozza Mons e Maat Mons. In precedenza, un repentino incremento di diossido di zolfo nell'alta atmosfera venusiana nel 2006-2007 era stato interpretato come una possibile prova, sebbene non definitiva, di eruzione vulcanica.

Osservazioni eseguite con il telescopio spaziale Hubble del sistema di Plutone (che sara raggiunto nel luglio del 2015 dalla sonda New Horizons della NASA) hanno permesso di individuare una risonanza orbitale tra le lune Stige, Notte e Idra, che ruotano nel piano equatoriale su orbite pressoché circolari attorno al baricentro del sistema. Tuttavia, le azioni gravitazionali esercitate da Plutone e Caronte hanno impedito il raggiungimento di una configurazione pienamente stabile e Notte e Idra sono in rotazione caotica. Inoltre, la colorazione superficiale di Cerbero sembrerebbe molto dissimile da quella delle altre lune del pianeta.

È stata annunciata su Icarus la scoperta di un'atmosfera di ossigeno su Callisto, confermando l'ipotesi che era stata precedentemente avanzata per spiegare i valori della densità elettronica misurati nella ionosfera della luna dalla sonda Galileo. Le misure eseguite attraverso il telescopio spaziale Hubble indicano una pressione di 26 pbar sull'emisfero rivolto nella direzione del moto orbitale; si stima che la pressione possa essere dieci volte maggiore nell'emisfero opposto. Callisto risulta così la quarta luna del sistema solare per densità atmosferica, dopo Titano, Tritone ed Io.

Il 6 marzo 2015, Dawn è stata catturata dalla gravità di Cerere, diventando la prima sonda spaziale ad essere entrata in orbita attorno a due corpi celesti differenti dalla Terra, uno dei quali un pianeta nano. La sonda ha già eseguito una prima ricognizione fotografica a bassa risoluzione della superficie dell'asteroide, durante la fase di avvicinamento. Particolarmente interessante si è rivalata la macchia chiara che era stata già osservata attraverso il telescopio spaziale Hubble, per la quale non è stata ancora fornita una spiegazione soddisfacente. Dawn studierà Cerere dall'orbita per almeno un anno.

Su un numero speciale di Science, il 23 gennaio 2015 sono pubblicati i primi risultati delle osservazioni eseguite dalla missione spaziale Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea, in orbita attorno alla Cometa Churyumov-Gerasimenko (nella immagine a lato).
Proseguono inoltre annunci di scoperte sorprendenti su pianeti extrasolari: dall'analisi dei dati della missione Kepler emerge il sistema Kepler-444, costituito da 5 pianeti più piccoli di Venere in orbita attorno ad una stella nana arancione, con un'eta stimata in 11,2 miliardi di anni. Viene anche data notizia della scoperta del primo sistema di anelli (che si estende per 0,6 UA) attorno ad un pianeta extrasolare, denominato J1407 b.

Il 26 gennaio 2015, l'asteroide binario (357439) 2004 BL86 (nella immagine a lato) di 325 m di diametro ha eseguito il passaggio più prossimo alla Terra (ad una distanza pari a 3,1 volte quella lunare) dei prossimi 200 anni. Nell'ambito dell'astronomia osservativa, nello stesso mese è divenuta visibile ad occhio nudo la cometa di lungo periodo C/2014 Q2 (Lovejoy). Infine, da una rielaborazione di dati osservativi è stata avanzata l'ipotesi dell'esistenza di un sistema di anelli attorno al centauro Chirone.

Il 19 ottobre 2014 alle 18:28 la Cometa Siding Spring raggiungerà il massimo avvicinamento a Marte, transitando ad una distanza di 140.000 chilometri. La coda cometaria mancherà il pianeta, che sarà però investito da parte della chioma. L'interazione tra l'atmosfera di Marte e il materiale espulso dalla cometa, oltre che la cometa stessa, saranno oggetto di osservazione da parte delle numerose sonde presenti in loco.

Il 6 agosto 2014 la sonda Rosetta dell'Agenzia Spaziale Europea ha raggiunto la Cometa Churyumov-Gerasimenko. In sei settimane, la sonda dovrebbe entrare nell'orbita operativa a 30 km dalla cometa e, nel novembre del 2014, lanciare il lander Philae che dovrebbe raggiungere e analizzarne la superficie. Rosetta accompagnerà la cometa nel suo passaggio al perielio (che sarà raggiunto il 13 agosto del 2015) e potrà così studiare i fenomeni che daranno origine alla sua chioma e alla sua coda.

Nel marzo del 2014 è stata annunciata la scoperta di un sistema di anelli in orbita attorno all'asteroide 10199 Chariklo, il maggiore dei centauri. Osservazioni condotte il 3 giugno 2013 da sette osservatori dell'America meridionale durante l'occultazione di una stella della dodicesima magnitudine hanno rilevato distintamente la presenza di due anelli in orbita a circa 400 km attorno all'asteroide, dello spessore di 7 e 3 km e separati da una distanza di 9 km. Si ritiene che gli anelli contengano ghiaccio d'acqua ed è stata ipotizzata l'esistenza di piccoli satelliti pastore.

Nel novembre 2013 ha raggiunto il perielio la cometa ISON, chiamata anche C/2012 S1 (ISON), una cometa radente non periodica scoperta il 21 settembre 2012. Secondo le attese, la ISON sarebbe potuta essere la prima cometa ben visibile a occhio nudo dall'emisfero boreale dal 1997, quando la Hale-Bopp offrì un magnifico spettacolo nei cieli serali di inizio primavera.

Secondo le previsioni, la cometa si sarebbe disintegrata al perielio il 28 novembre 2013, lasciando solo un tenue residuo di polveri e frammenti; il 29 novembre 2013 la NASA ha annunciato che la cometa ha compiuto il suo passaggio al perielio, anche se non è ancora chiaro se ogni porzione del suo nucleo sia sopravvissuta.

Dal 9 marzo 2013, nel cielo del tramonto sarà visibile ad occhio nudo anche dall'emisfero boreale la Cometa Pan-STARRS come un oggetto della 2ª magnitudine. Per gli osservatori dell'emisfero australe, ha già offerto una grande spettacolo in presenza della Cometa Lemmon, visibile ad occhio nudo dal gennaio scorso e che raggiungerà a fine mese la 5ª magnitudine.
È di questi giorni inoltre una notizia degna di nota su una terza cometa: la Cometa Siding Spring passerà estremamente vicino a Marte, entro 300.000 km, il 19 ottobre 2014 ed esiste una bassa probabilità (di 1 su 600) che possa addirittura impattare con il pianeta.

Il 16 ottobre 2012 è stata data notizia della scoperta del primo esopianeta nel sistema di Alfa Centauri, il sistema stellare più vicino al sistema solare, in quanto ne dista 4,365 anni luce. Alfa Centauri Bb orbita attorno a α Centauri B in 3 giorni e 5 ore, ad una distanza di 0,04 UA - pari a circa un decimo di quella che separa Mercurio dal Sole. Si è stimato che sulla superficie del pianeta, grande almeno 1,13 volte la Terra, si raggiungano temperature di 1.200 °C. Il pianeta è quindi inadatto alla vita, ma analisi statistiche sembrerebbero suggerire la possibilità che esistano altri pianeti nel sistema.

Tra il 5 giugno e il 6 giugno 2012 si è verificato il Transito di Venere (l'ultimo del secolo) sul disco solare, a otto anni di distanza dal precedente, avvenuto l'8 giugno 2004. Ha avuto inizio alle 00:09 CEST ed è terminato alle 06:49 CEST; la regione dove il fenomeno è stato più visibile è stata la zona dell'Oceano Pacifico, il Nord America ha assistito alla parte iniziale, mentre Asia meridionale Medio Oriente e gran parte dell'Europa, tra cui l'Italia, solamente alla parte finale del transito.

Il fenomeno si ripeterà tra 105 anni, l'11 dicembre 2117.

Dal 21 dicembre 2011 è divenuta visibile ad occhio nudo la Cometa Lovejoy, osservabile dall'emisfero australe nelle ore che precedono l'alba. È stata scoperta il 27 novembre 2011 dall'astronomo australiano Terry Lovejoy; appartenente alla famiglia delle comete radenti di Kreutz, ha raggiunto il perielio il 16 dicembre transitando a soli 140.000 km dalla superficie del Sole e penetrando quindi nella corona. L'evento è stato oggetto di una campagna osservativa che ha coinvolto sei telescopi spaziali per l'osservazione solare. Di particolare interesse si è rivelata l'interazione della coda della cometa con le particelle della corona e del vento solare.

Nel giugno del 2011 è stata annunciata la scoperta attorno alla supergigante rossa Betelgeuse di una nebulosa estesa per circa 400 UA (6 × 1010 km), formata probabilmente da polveri di alluminio e silicati, ossia gli stessi composti che risultano essere maggiormente abbondanti sulla superficie della Terra e, in generale, dei pianeti rocciosi. Questa nebulosa, resa invisibile dall'intensa luminosità della stella, è stata individuata tramite osservazioni nel medio infrarosso per mezzo del Very Large Telescope dell'ESO e appare deformata a causa della grande quantità di materia espulsa costantemente da Betelgeuse.

Dal confronto fra le increspature presenti negli anelli di Saturno e quelle prodotte dall'impatto della cometa Shoemaker-Levy 9 negli anelli di Giove, è stato desunto che nel 1983 un oggetto cometario, dopo aver esperienziato la frammentazione del nucleo, ha dato luogo ad una serie di eventi d'impatto su Saturno. L'episodio non fu osservato direttamente probabilmente perché il pianeta si trovava, allora, dal lato opposto del Sole rispetto alla Terra. La scoperta, avvenuta grazie alle osservazioni condotte attraverso la sonda Cassini, fornisce nuovi dati sulla frequenza d'impatto sui giganti gassosi, rivelando come ciò accada più frequentemente di quanto precedentemente pensato.

Il 2 febbraio 2011 è stata annunciata la scoperta, da parte del telescopio spaziale Kepler, di un sistema planetario costituito da ben sei pianeti, denominati da "b" a "g", in orbita attorno alla nana gialla Kepler-11. Tutti e sei i pianeti sono transitanti sulla superficie della stella, in virtù della loro inclinazione rispetto alla nostra linea di vista inferiore al grado. Questa proprietà ha reso possibile una misurazione diretta dei diametri e dei periodi orbitali semplicemente monitorando le eclissi della stella da parte dei pianeti. Il sistema è il più compatto conosciuto: le orbite dei pianeti da "b" ad "f" infatti giacciono tutte ad una distanza inferiore a quella che separa Mercurio dal Sole, mentre l'orbita di "g" è più larga del 20% rispetto all'orbita di Mercurio.

Il 18 novembre 2010 è stata annunciata la scoperta del primo pianeta extrasolare originario di una galassia diversa dalla Via Lattea: si tratta di HIP 13044 b. Il pianeta orbita attorno ad una vecchia stella povera di metalli formatasi in una galassia nana inglobata dalla nostra circa 6–9 miliardi di anni or sono, i cui resti costituiscono la corrente di Helmi. L'esistenza del pianeta è una sfida al modello sin'ora accettato della formazione planetaria, secondo cui non era possibile la formazione di pianeti attorno a stelle povere di elementi pesanti, il che suggerisce che la formazione di HIP 13044 b abbia seguito modalità differenti.

Il 4 novembre 2010 la Cometa Hartley 2 è stata sorvolata dalla sonda Deep Impact nell'ambito della missione EPOXI della NASA. La cometa era in piena attività, essendo transitata per il perielio pochi giorni prima e le immagini mostrano luminosi getti di gas e particelle di ghiaccio in sospensione che fuoriescono dal nucleo cometario. Le prime analisi dei dati raccolti indicano che parti diverse del nucleo bilobato manifestano un comportamento differente: la zona di congiunzione centrale rilascia nello spazio prevalentemente vapore acqueo, mentre dall'estremità più attiva fuoriescono anche grandi quantità di anidride carbonica.

Nel settembre 2010 è stato dato l'annuncio, al termine di un ciclo undecennale di osservazioni condotte tramite i telescopi Keck, della scoperta attorno alla nana rossa Gliese 581 di altri due pianeti, denominati Gliese 581 g e Gliese 581 f. La scoperta dei due pianeti, che si vanno ad aggiungere ai quattro precedentemente individuati, permette al sistema di Gliese 581 di superare per numero di pianeti quello di 55 Cancri, ottenendogli il momentaneo primato di sistema planetario più numeroso (dopo il sistema solare).

Nel luglio 2010 un gruppo di astronomi britannici ha dato l'annuncio della scoperta della stella più massiccia conosciuta: si tratta di R136a1, la cui massa supera quella dell'astro fino ad allora considerato il più pesante, η Carinae, di oltre 100 masse solari (265 di R136a1 contro le ipotizzate 150 di η Carinae). La stella scoperta fa parte di un superammasso stellare in cui sono presenti diverse stelle con temperature superficiali superiori a 40.000 K e luminosità di diversi milioni di luminosità solari, ed almeno tre di esse avrebbero masse pari a 150 masse solari. La scoperta di R136a1 obbliga gli astronomi a rivedere il limite di Eddington, limite teorico superato il quale una stella verrebbe dilaniata dalla sua stessa radiazione.

Il 23 giugno 2010 è stata divulgata la notizia della scoperta di intensi venti carichi di monossido di carbonio (CO) nell'atmosfera del pianeta extrasolare HD 209458 b. Le osservazioni della regione atmosferica prospiciente al terminatore sono state effettuate in occasione di alcuni transiti da un gruppo di ricerca tramite il Very Large Telescope (VLT) dell'ESO e lo spettrografo CRIRES. I rilievi spettrografici indicano che il flusso di gas, diretto dal lato diurno al lato notturno a pressioni comprese tra 0,01 e 0,1 millibar, raggiunge velocità comprese tra 5.000 e 10.000 km/h, risultato del vasto gradiente termico generato dall'imponente irraggiamento stellare incidente sulla superficie illuminata del pianeta.

Il 3 giugno 2010, alle 20:31 UTC, si è verificato l'impatto di un corpo minore su Giove. Scoperto dall'astrofilo australiano Anthony Wesley, l'evento è stato confermato da Christopher Go, che è riuscito a filmarlo dalle Filippine. L'emissione luminosa è durata solo pochi secondi (circa 2 s). L'impatto ha interessato la Banda Equatoriale Meridionale (South Equatorial Belt), a circa 50° dal meridiano centrale. Circa trenta minuti dopo l'impatto, l'area interessata ha oltrepassato il bordo del pianeta ed è scomparsa alla vista. L'assenza di segni rilevabili dell'impatto induce a supporre che si sia trattato di una meteora, un piccolo oggetto esploso alto nell'atmosfera del gigante che ha prodotto un'emissione luminosa molto intensa senza lasciare successivamente alcun segno visibile.

Nuovi risultati forniti dallo strumento VIRTIS (Visible and InfraRed Thermal Imaging Spectrometer) a bordo della sonda Venus Express hanno mostrato che l'attività vulcanica presente sul pianeta si configuri come la somma di una serie di eventi su scala ridotta, e non come un evento cataclismico che rigenera l'intera superficie planetaria, come si riteneva in passato. A queste conclusioni si è giunti analizzando l'emissività infrarossa, che dipende dalla composizione chimica delle rocce, di tutto l'emisfero australe di Venere. I ricercatori ritengono che i flussi lavici individuati mostrino una composizione differente rispetto alle aree circostanti a causa di un'insufficiente interazione con gli agenti dell'atmosfera venusiana, dovuta al fatto che questi flussi lavici sono eruttati in tempi recenti. Si stima che i flussi abbiano un'età geologica inferiore o uguale a 2 milioni e mezzo di anni e probabilmente sono ancora attivi.

Recenti analisi hanno mostrato che sei su ventisette nuovi esopianeti, scoperti tramite la strumentazione SuperWASP (Wide Angle Search for Planets) e tutti appartenenti alla classe degli Hot Jupiters, possiedono un senso di rivoluzione contrario al senso di rotazione della stella madre e, in alcuni casi, l'asse stesso di rotazione non era allineato con quello dell'orbita. Si ipotizza che tale fenomeno sia l'esito di interazioni gravitazionali tra la stella madre e un'altra stella oppure un pianeta gigante nelle vicinanze avvenute durante la fase di migrazione che questi pianeti hanno subito poco dopo la loro formazione. Come risultato si sarebbe avuta quindi la variazione dell'inclinazione orbitale e il rallentamento e la successiva inversione, ad opera delle forze di marea, del senso di rivoluzione.

Il 13 novembre 2009, la NASA ha annunciato che, in seguito ad un'analisi preliminare dei dati raccolti durante la missione della sonda LCROSS, è stata confermata la presenza di depositi di ghiaccio d'acqua nelle regioni permanentemente in ombra in prossimità dei poli lunari. La quantità rilevata sembra essere superiore ai 100 kg. Nello specifico sono state rilevate linee di emissione dell'acqua nello spettro, nel visibile e nell'ultravioletto, del pennacchio generato dall'impatto sulla superficie lunare dello stadio superiore del razzo che aveva portato la sonda in orbita. È stata inoltre rilevata la presenza di idrossile, prodotto dalla scissione dell'acqua investita dalla radiazione solare.

Nell'ottobre del 2009 grazie al telescopio spaziale Spitzer è stato scoperto il più grande anello di Saturno mai osservato. Questo enorme anello, che sarebbe generato dalla luna Febe, si trova alla periferia del sistema di Saturno, in un'orbita inclinata di 27° rispetto al piano equatoriale del pianeta. L'anello è composto di ghiaccio e polveri mircoscopiche alla temperatura di −157 °C. L'anello si estende per 11,9 milioni di chilometri a partire da circa 6 milioni di chilometri dalla sommità delle nubi del pianeta; tuttavia, pur essendo molto esteso, è rilevabile solo nell'infrarosso, perché non riflette la luce visibile. La scoperta potrebbe essere decisiva per risolvere il problema legato alla colorazione del satellite Giapeto.

Nel luglio del 2009 si è verificato l'impatto di una cometa o di un asteroide di diametro inferiore al chilometro nei pressi del polo sud di Giove, che ha prodotto nell'atmosfera del pianeta una macchia scura, simile in dimensioni all'Ovale BA. I segni dell'impatto sono stati scoperti dall'astrofilo australiano Anthony Wesley alle 13:30 UTC circa del 19 luglio 2009 dal suo osservatorio domestico. Wesley ha comunicato celermente la scoperta ad altri astrofili ed astronomi, incluso il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. La macchia presenta caratteritiche simili alle cicatrici lasciate dall'impatto della Cometa Shoemaker-Levy 9 nel luglio 1994.

I risultati di alcuni studi, resi noti nel corso del 214º convegno dell'American Astronomical Society, hanno dimostrato che la variabile pulsante semiregolare Betelgeuse ha subito, negli ultimi sedici anni, una riduzione nelle sue dimensioni, indipendente dalla variabilità, pari al 15%: il raggio della stella è infatti passato dalle 5,6 UA del 1993 alle 4,8 UA del 2009, una diminuzione pari alla distanza che separa Venere dal Sole. È oggetto di studio la causa di questa contrazione: alcuni ipotizzano che possa trattarsi di un'oscillazione che preannuncia la sua imminente esplosione in supernova; altri ritengono che la stella, in seguito alla sua rotazione, stia mostrando una differente porzione della sua superficie irregolare.

A partire dal 7 febbraio 2009 è divenuta visibile ad occhio nudo, mentre transitava nella costellazione della Bilancia, la Cometa Lulin (formalmente designata C/2007 N3 (Lulin)), una cometa non periodica scoperta l'11 luglio 2007. Il 15 e 16 febbraio è transitata nelle vicinanze di Spica, il 19 febbraio di γ Virginis ed è previsto che il 6 marzo passi vicino all'ammasso aperto del Presepe. Ha raggiunto il picco di luminosità visibile nella notte del 24 febbraio (in corrispondenza del massimo avvicinamento al nostro pianeta), con una luminosità corrispondente ad una magnitudine +6. Inoltre, la cometa è apparsa molto vicina a Saturno la notte del 23 febbraio ed a Regolo, nella costellazione del Leone, il 27. Il 12 maggio 2009 è apparsa in prossimità della Cometa Cardinal.

Il 2009 è stato dichiarato dall'UNESCO, l'organizzazione dell'ONU per l'educazione, le scienze e la cultura, Anno Internazionale dell'Astronomia. L'anno coincide col quattrocentesimo anniversario delle prime osservazioni astronomiche con strumenti fatte da Galileo Galilei nel 1609 e delle prime scoperte ottenute con queste osservazioni.
La richiesta per la proclamazione dell'anno 2009 come Anno Internazionale dell'Astronomia è stata avanzata dal governo italiano, e accettata durante la 33ª sessione della conferenza generale dell'UNESCO. L'ONU ha ratificato questa decisione il 19 dicembre 2007.

La mattina del 7 ottobre 2008, un asteroide con orbita prossima a quella terrestre di circa 4 metri di diametro, denominato con la sigla 2008 TC3 ha impattato il nostro pianeta, in direzione dello Stato africano del Sudan.
Il fatto ha suscitato notevole scalpore, non tanto per l'impatto in sé, che non ha avuto conseguenze, ma per il fatto che per la prima volta i centri di ricerca sono stati in grado di individuare un corpo celeste prossimo alla collisione, con un anticipo sufficiente ad allertare le autorità delle nazioni interessate dall'impatto.

La NASA ha ufficialmente confermato la presenza di acqua su Marte grazie agli studi condotti tramite la sonda Phoenix Mars Lander.
In precedenza la presenza effettiva dell'acqua era stata solamente ipotizzata attraverso la documentazione fotografica, soprattutto del Polo Nord del pianeta; per la prima volta però la sonda Phoenix, atterrata il 25 maggio 2008 sul Polo Nord marziano, ha condotto un'analisi approfondita della composizione del ghiaccio che costituisce la calotta polare; gli scienziati, alla luce dei dati ottenuti, hanno confermato che si tratta di acqua.
A seguito di questa scoperta, la missione, che si sarebbe dovuta concludere ad agosto, è stata prolungata di altri due mesi.

È stata scoperta la supernova più giovane della nostra galassia, la Via Lattea, il cui resto è stato denominato G1.9+0.3.
Situato a circa 25 000 anni luce dall Terra, il resto fu scoperto nel 1985 come una forte radiosorgente in corrispondenza del centro galattico; l'oggetto è stato osservato poi nel 2007 tramite il telescopio spaziale a raggi X Chandra, e comparando le riprese con quelle del 1985 si è riusciti a calcolare quando la supernova sia esplosa, all'incirca nel 1868.
Nel 2008 nuove osservazioni con il VLA hanno confermato che G1.9+0.3 è ancora in forte espansione, ed è stato calcolato che la velocità di espansione è pari a circa 56 milioni di km/h, cioè il 5% della velocità della luce.

L'asteroide 2007 WD5 scoperto dall'astronomo italiano Andrea Boattini, non ha colliso con Marte.
Il 28 dicembre 2007 era stata calcolata una probabilità di impatto di 1 su 25 per il 30 gennaio 2008, ma le osservazioni successive hanno via via abbassato la probabilità di impatto ad 1 su 10000 (0,01%).
Se l'asteroide avesse colliso con il pianeta rosso, avrebbe avuto una velocità di circa 13,5 km/s ed avrebbe prodotto un'esplosione equivalente a 3 megatoni. L'asteroide avrebbe subito pochissimi danni nell'attraversare la rarefatta atmosfera di Marte, arrivando praticamente intatto al suolo, dove avrebbe generato un cratere di circa 0,8 km di diametro.

Il 6 novembre 2007 è stato scoperto il 5º pianeta extrasolare attorno alla stella 55 Cancri che dista 41 anni luce dalla Terra.
Escludendo il sistema solare, il sistema stellare di 55 Cancri diventa il più grande sistema stellare conosciuto.
Quattro dei pianeti intorno a 55 Cancri hanno una massa simile a quella di Giove mentre il più interno ha una massa paragonabile a Nettuno.
Il pianeta appena scoperto si chiama 55 Cancri f, è il quarto in distanza dalla propria stella che orbita con un periodo orbitale di 260 giorni. È stato scoperto usando il metodo della velocità radiale.

L'Unione Astronomica Internazionale ha formalmente tenuto a battesimo i due nuovi satelliti naturali di Plutone scoperti l'anno scorso grazie alle immagini catturate dal telescopio spaziale Hubble; su proposta degli scopritori, il più interno è stato denominato Notte, divinità del buio secondo la mitologia greca, e il più esterno Idra, come il serpente policefalo che sta a guardia dell'Oltretomba. Le iniziali dei nomi dei due satelliti, NH, ricordano la missione New Horizons, che raggiungerà il sistema di Plutone nel 2015.

Il team che si occupa dell'analisi dei dati della sonda WMAP ha rilasciato pubblicamente i risultati del terzo anno di misurazioni da essa effettuata. La sonda WMAP si occupa di misurare piccole variazioni nella temperatura della radiazione cosmica di fondo e la sua polarizzazione. I nuovi risultati confermano il modello di concordanza (modello Lambda-CDM) con una precisione ancora migliore: l'universo sembra essere piatto, e contiene circa il 4% di materia barionica, il 22% di materia oscura e il 74% di energia oscura.

Osservazioni effettuate tramite il telescopio spaziale Chandra hanno rivelato la presenza di due immense nubi intergalattiche composte da barioni (gli elementi costituenti della materia visibile dell'universo); numerose teorie prevedevano l'esistenza di grandi quantità di simili gas caldi negli spazi intergalattici. "I barioni osservati all'interno delle galassie sono circa la metà di quelli che, secondo le attuali teorie cosmologiche, furono generati dal Big Bang; potremmo aver individuato la metà mancante", ha dichiarato Fabrizio Nicastro dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.

È stata resa pubblica la scoperta, nella costellazione del Sagittario, a circa 20000 anni luce dal sistema solare, di un pianeta extrasolare dotato di una massa pari ad appena 5,5 volte quella della Terra, in orbita attorno alla propria stella ad una distanza di sole 3 unità astronomiche. Denominato OGLE-2005-BLG-390Lb, il nuovo corpo celeste è il primo del suo genere a mostrare parametri fisici così simili a quelli del nostro pianeta.

Osservazioni compiute nel maggio 2005 hanno evidenziato la presenza di due satelliti precedentemente sconosciuti in orbita attorno a Plutone; le loro orbite corrisponderebbero ad almeno il doppio della distanza di Caronte, e i due corpi orbiterebbero intorno a Plutone in senso antiorario, con risonanze orbitali di 4:1 e di 6:1 rispetto a Caronte.

L'8 gennaio 2005 veniva scoperto 2003 UB313, il primo oggetto trans-nettuniano decisamente più grande di Plutone. L'oggetto è stato soprannominato il Decimo Pianeta dagli astronomi che l'hanno individuato. Anche se il diametro dell'oggetto non è ancora ben determinato, è stimato fra i 2.390 e i 3.550 chilometri. La quantità di luce che riflette (la sua albedo) sembra essere abbastanza alta e le osservazioni iniziali indicano che sulla superficie dell'oggetto è presente metano ghiacciato. Entrambe queste proprietà lo rendono più simile a Plutone di tutti i grandi planetoidi del sistema solare esterno finora scoperti.