Porcile con latrina

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Modellino cinese di porcile con latrina risalente al II secolo
Un porcile con latrina giapponese del periodo Shōwa

Un porcile con latrina (in lingua cinese: 豬廁S, zhū cèP; in lingua giapponese: 豚便所?, buta benjo; in lingua di Okinawa: ふーる?, fūru) è una costruzione costituita da una latrina attigua a un porcile, con uno scivolo o un foro che permette il passaggio degli escrementi da un ambiente all'altro[1]. I maiali all'interno del porcile si cibano così delle feci dell'utente del gabinetto[2][3].

Storia e diffusione[modifica | modifica wikitesto]

I porcili con latrina erano in passato molto comuni in Cina, ove un singolo ideogramma (S, qīngP) sta a significare sia "porcile" che "latrina"[4]. In varie tombe risalenti alla dinastia Han (206 a.C.-220 d.C.) sono stati ritrovati numerosi modellini rappresentanti questo tipo di edifici, grazie ai quali è possibile affermare che questa usanza fosse piuttosto comune durante i tempi antichi[5]. Benché l'utilizzo di questo tipo di strutture sia fortemente scoraggiato dalle autorità cinesi in età contemporanea (poiché considerate non igieniche[6]), nel 2005 alcune di queste potevano essere ancora trovate nelle remote province settentrionali[7].

Sull'isola sudcoreana di Jejudo, habitat naturale del maiale nero di Jeju, i porcili con latrina erano chiamati dottongsi (돗통시?)[8]. Tali costruzioni erano diffuse prevalentemente durante gli anni sessanta[9]. Delle strutture simili erano diffuse altresì nella zona di Okinawa, in Giappone[10], ma tale pratica andò in disuso dopo la seconda guerra mondiale[11].

Un luogo in cui i porcili con latrina rappresentano ancora una realtà è Goa, sulla costa occidentale dell'India[12]. Secondo un sondaggio riferito al 2003 il 22,7% della popolazione di Goa e Kerala utilizzava ancora abitualmente tale tipo di toilette[13].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Modellino di porcile con un maiale, su demo.maotorino.it, Museo d'arte orientale di Torino. URL consultato il 29 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2016).
  2. ^ Riegert e Kaplan, 2013, p. 42.
  3. ^ Northman, 2011, p. 75.
  4. ^ Nelson, 1998, p. 16.
  5. ^ (EN) Funerary Model of a Pig Sty, su collections.artsmia.org, Minneapolis Institute of Arts. URL consultato il 29 maggio 2015.
  6. ^ Winblad e Kilama, 1985, p. 13.
  7. ^ Tjell, 2011, p. 9.
  8. ^ (EN) Stories about Jeju: Food, Lodging and Clothing, su ijto.or.kr, Jeju Tourism Organization. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  9. ^ (EN) Jeju’s black pig still tasty on the table, in Korea JoongAng Daily, 15 febbraio 2007. URL consultato il 24 ottobre 2016.
  10. ^ (EN) Unique Features of an Okinawan Home, su oki-park.jp, Ocean Expo Park. URL consultato il 29 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 aprile 2012).
  11. ^ Kato, 2000, pp. 112-113.
  12. ^ Harding, 2003, p. 197.
  13. ^ Sanan e Moulik, 2007, p. 5.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]