Pontificia accademia Cultorum martyrum

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Pontificia accademia Cultorum Martyrum
Promuove il culto dei Santi Martiri ed ha lo scopo di incrementare ed approfondire l'esatta storia dei Testimoni della Fede e dei monumenti ad essi collegati, fin dai primi secoli del cristianesimo.
Sede storica della Schola Collegii della Pontificia accademia Cultorum martyrum presso la chiesa di Santa Maria della Pietà in Camposanto dei Teutonici
Eretto2 febbraio 1879
MagisterDott.ssa Raffaella Giuliani
SacerdosRev. Mons. Pasquale Iacobone
SegretarioDott. Cav Gr. Croce Michele Marocco
SottosegretarioDott. Rinaldo Rinaldin
DelegatoDott. Comm. Stefano Zauli
SedeSanta Maria in Camposanto, Piazza Protomartiri Romani
Casella Postale n. 216 00120 - Città del Vaticano
Sito ufficialewww.vatican.va
Santa Sede  · Chiesa cattolica
I dicasteri della Curia romana
Sede della segreteria della Pontificia accademia Cultorum Martyrum presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana in Via Napoleone III, 1 - 00185 - Roma

La Pontificia accademia Cultorum Martyrum è una delle sette accademie pontificie, coordinate dal Dicastero per la Cultura e l'Educazione.

La Pontificia accademia Cultorum Martyrum ha lo scopo di promuovere il culto dei martiri e di incrementare e approfondire l'esatta storia dei testimoni della fede e dei monumenti ad essi collegati, fin dai primi secoli del cristianesimo.

A tal fine, indice celebrazioni negli antichi cimiteri cristiani e in altri luoghi sacri, con funzioni religiose e conferenze archeologiche.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La Pontificia accademia Cultorum Martyrum fu fondata sotto il titolo di "Collegium Cultorum Martyrum" il 2 febbraio 1879 da Mariano Armellini, Orazio Marucchi, Adolfo Hytreck ed Enrico Stevenson, insigni studiosi di antichità sacra.

Obiettivo del Collegium era la promozione del culto dei martiri, sia con celebrazioni liturgiche officiate nelle basiliche cimiteriali dal Sacerdos sia con conferenze tenute dal Magister del Collegium.

Nel 1995, con la revisione e l'approvazione del nuovo Regolamento, Papa Giovanni Paolo II la elevò a Pontificia accademia, collegandola al Dicastero per la Cultura e l'Educazione.

L'emblema dell'Accademia è il monogramma di Cristo.

Attività[modifica | modifica wikitesto]

L'Accademia tiene almeno due assemblee generali ogni anno, che si tengono presso il Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e nella sua sede storica presso il Collegio Teutonico in Vaticano.

La Pontificia accademia Cultorum Martyrum patrocina anche, durante la Quaresima, lo svolgimento della liturgia stazionale, ripristinata da Mons. Carlo Respighi, Magister dell'accademia dal 1931 al 1947.

Da allora, anche il Papa partecipa alla prima stazione quaresimale, che si tiene il Mercoledì delle ceneri presso la basilica di Santa Sabina all'Aventino[1].

Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]

L'accademia si compone di Sodales e di Associati d'ambo i sessi. Raggiunta l'età di ottant'anni, i Sodales diventano emeriti. I Sodales nominati Cardinali o Vescovi diventano Patroni.

La carica di Magister è di nomina pontificia e "ad quinquennium", rinnovabile.

Il Magister, inoltre, fa parte del Consiglio di coordinamento fra Accademie Pontificie.

Il Consiglio Direttivo è così composto:

Sig.ra Giuliani Dott. Raffaella, Magister

Rev. Mons. Iacobone Pasquale, Sacerdos

Sig. Marocco Dott. Cav. Gr. Croce Michele, Ab Epistulis

Sig. Rinaldin Dott. Rinaldo, Procurator

Sig. Zauli Dott. Comm. Stefano, Arcarius

Sig.ra Acutis Salzano Dott. Antonia, Curator

Sig. Appolloni Dott. Uff. Pasqualino, Curator

Sig. Bussinello Dott. Cav. Gr. Mag. Giulio, Curator

Sig. Fazzini Cav. Stefano, Curator

Sig. Imbrighi Prof. Comm. Giampaolo, Curator

Sig. Infante Ph.D. Gr. Uff, Pietro, Curator

Rev.da Sr. Morelli Rosalba, Curator

Cronotassi dei Magister[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Le «stationes» quaresimali nella tradizione della Chiesa, su vatican.va. URL consultato il 18 marzo 2014.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN147068343 · ISNI (EN0000 0001 0670 5149 · LCCN (ENno2008002379 · BNF (FRcb15974804d (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2008002379