Pirateria cinematografica

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Per pirateria cinematografica si intende il fenomeno di diffusione di copie di un film in violazione del diritto d'autore. Generalmente quest'operazione viene compiuta attraverso software di file sharing e reti peer-to-peer, mentre i contenuti vengono spesso filmati direttamente nelle sale cinematografiche mediante una procedura definita camcording[1].

Incidenza e danno economico in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo una ricerca effettuata dall'istituto statistico Ipsos per conto della Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (FAPAV), l'incidenza della pirateria cinematografica in Italia si attesta nel 2018 al 38%, mentre i mancati incassi per l'industria audiovisiva ammontano a 600 milioni di Euro, e il fatturato perso globalmente dai vari settori economici a causa della pirateria ammonta a 1,08 miliardi di Euro[2].

Riferimenti normativi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Luciano Daffarra, IL CAMCORDING: la fonte della pirateria cinematografica trova nuove regole in Italia [collegamento interrotto], su diritto24.ilsole24ore.com, 5 dicembre 2019. URL consultato il 4 agosto 2020.
  2. ^ PIRATERIA AUDIOVISIVA IN ITALIA: PRESENTATA LA NUOVA RICERCA FAPAV – IPSOS, su anica.it. URL consultato il 4 agosto 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]