Piero Bertolini

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Pierluigi Bertolini, chiamato Piero (Torino, 30 aprile 1931Bologna, 16 settembre 2006), è stato un pedagogista e filosofo dell'educazione italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Cresciuto in una famiglia piccolo-borghese di sentimenti politici antifascisti,[1] influirono sulla sua formazione culturale il rapporto intellettuale con la madre e con lo zio materno Ludovico Geymonat. Dopo la maturità classica ottenuta a Milano, si laureò in filosofia nell'Università di Pavia sotto la guida di Gustavo Bontadini, esponente di primo piano del movimento neotomista, ed Enzo Paci, uno dei più espressivi rappresentanti dell'esistenzialismo in Italia di impostazione filosofica husserliana.

La pratica dello scautismo, con le sue modalità di educazione non formale dei giovani orientate verso la promozione di forme di civismo responsabile mediante lo sviluppo delle attitudini personali,[2] fu per Bertolini un'iniziazione alla pratica pedagogica attiva e, per lo sviluppo del suo pensiero, un'esperienza fondamentale[3].

Un'altra fonte di pratica pedagogica fu quella di direttore per dieci anni (1958-1968) del Cesare Beccaria, il carcere minorile milanese, dove Bertolini ebbe modo di sperimentare, con successo, innovazioni educative fondate sul "principio di istituzione aperta".[4]

Nel 1968 vinse un concorso a cattedra in Pedagogia nell'Università di Catania, da dove fu chiamato poi alla stessa cattedra della Facoltà di Magistero dell'Università di Bologna (poi Facoltà di Scienze della Formazione), dove ha insegnato dall'anno accademico 1969-70 fino al 16 settembre 2006, anno della sua morte; di questa facoltà fu anche preside, e vi tenne per incarico numerosi altri insegnamenti (fra cui Filosofia dell'educazione e Pedagogia della marginalità e della devianza).[5] L'insegnamento di Bertolini ebbe anche a confrontarsi positivamente con i conflitti ideologici presenti negli anni '70 nell'Università di Bologna[6].

Fulcro del suo pensiero pedagogico è stato il concetto di una pedagogia scientifica ispirata alla fenomenologia husserliana (dando il via alla cosiddetta pedagogia fenomenologica[7][8][9]) e l'atteggiamento ottimistico nella pratica della pedagogia:

«... un autentico educatore non può che essere ottimista, anche se naturalmente non intendo un ottimismo vago, puramente emotivo, sentimentale... perché l’ottimismo vuol dire avere fiducia negli altri e in particolare avere fiducia nel bambino, nel ragazzo. Se un educatore è ottimista è portato ad aiutare il bambino a essere anche lui ottimista, cioè a essere orientato verso un modo di vivere che lo veda attivo, consapevole di poter intervenire nella realtà per trasformarla, per trasformarla in qualcosa di migliore.[10]»

Presidente della Società italiana di Pedagogia (SIPED), fondò due riviste accademiche, Infanzia (nel 1973) e Encyclopaideia (nel 1996).[11]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Fenomenologia e pedagogia, con una prefazione di Enzo Paci, Bologna, Malipiero Editore, 1958.
  • Delinquenza e disadattamento minorile, Roma-Bari, Editori Laterza, 1964.
  • Per una pedagogia del ragazzo difficile, Bologna, Malipiero Editore, 1965.
  • Dizionario di psico-pedagogia, Milano, Edizioni Bignami, 1969.
  • Dizionario di psico-socio-pedagogia, Milano, Bruno Mondadori, 1980.
  • Scuola primaria (con Franco Frabboni), Firenze, La Nuova Italia, 1983.
  • L'esistere pedagogico. Ragioni e limiti di una pedagogia come scienza fenomenologicamente fondata, Firenze, La Nuova Italia, 1988. ISBN 88-221-0436-6
  • Da casa a scuola. Gli indicatori soggettivi della qualità della vita infantile (curata con Roberta Cardarello), Firenze, La Nuova Italia, 1989.
  • La qualità della vita infantile: che fare? (a cura di), Firenze, La Nuova Italia, 1992.
  • Dizionario di pedagogia e di scienze dell'educazione, Bologna, Zanichelli Editore, 1996. ISBN 88-08-09050-7
  • Pedagogia fenomenologica. Genesi, sviluppo, orizzonti, Firenze, La Nuova Italia, 2001. ISBN 88-221-3986-0
  • Educazione e politica, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2003. ISBN 88-7078-824-5
  • Ad armi pari. La pedagogia a confronto con le altre scienze sociali, Torino, UTET, 2005. ISBN 88-7750-996-1
  • Per un lessico di pedagogia fenomenologica (a cura di), Trento, Edizioni Erikson, 2006. ISBN 88-7946-825-1

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Milena Manini, in Magistero a Scienze della formazione: cinquant'anni di una facoltà innovativa dell'ateneo bolognese, a cura di Franco Frabboni (et al.), Clueb Editrice, Bologna, 2006, pp. 418-422.
  2. ^ https://www.huffpost.com/entry/how-scouting-stands-to-be-the-greatest-global-youth_b_599d1f95e4b056057bddcf87
  3. ^ Si vedano le riflessioni e considerazioni nelle sue opere Educazione e scautismo (1956), Scautismo oggi. Il segreto di un di un successo educativo (1981) e Pedagogia scout (2001).
  4. ^ Come descritte nelle opere Per una pedagogia del ragazzo difficile (1963) e Ragazzi difficili. Pedagogia interpretativa e linee di intervento (1993).
  5. ^ Università di Bologna
  6. ^ Alberto De Bernardi, Valerio Romitelli, Chiara Cretella, Gli anni Settanta: tra crisi mondiale e movimenti collettivi, Clueb/Archetipolibri, Bologna, 2009, p. 245.
  7. ^ P. Bertolini, Fenomenologia e pedagogia, Malipiero, Bologna, 1958.
  8. ^ P. Bertolini, L'esistere pedagogico. Ragioni e limiti di una pedagogia come scienza fenomenologicamente fondata, La Nuova Italia, Firenze, 1988.
  9. ^ P. Bertolini, Pedagogia fenomenologica. Genesi, sviluppo, orizzonti, La Nuova Italia, Firenze, 2001.
  10. ^ P. Bertolini, L'ottimismo dell'educatore, Articolo gennaio-febbraio 2002
  11. ^ Dal sito della rivista Infanzia [1]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Dallari & Massimiliano Tarozzi (a cura di), Dialoghi con Piero Bertolini, Torino, Thélème, 2001.
  • Massimiliano Tarozzi (a cura di), Direzioni di senso. Studi in onore di Piero Bertolini, Bologna, CLUEB, 2006, ISBN 88-491-2745-6.
  • Stefania Bertolini, Roberto Farnè, Vittorio Pranzini & Federica Zampighi, Leopardo Spensierato. Piero Bertolini e lo scautismo, Roma, Nuova Firodaliso, 2011, ISBN 978-88-8054-879-9.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN69068738 · ISNI (EN0000 0001 1768 7564 · SBN CFIV006614 · LCCN (ENn81119764 · BNF (FRcb13169109j (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n81119764