Piazza dei Signori (Treviso)

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Piazza dei Signori
Veduta della piazza: Palazzo della Prefettura con la Torre Civica e Palazzo Pretorio.
Nomi precedentiPiazza del Carubio, Piazza del Popolo, Piazza dei Nobili, Piazza Maggiore, Piazza delle Catene, Piazza della Berlina
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàTreviso
Codice postale31100
Informazioni generali
Tipopiazza
Pavimentazionelastre
Collegamenti
Luoghi d'interessevedasi Palazzo dei Trecento, Palazzo del Podestà (Treviso) e Torre civica (Treviso)
Mappa
Map
Coordinate: 45°39′57.24″N 12°14′43.8″E / 45.6659°N 12.2455°E45.6659; 12.2455

Piazza dei Signori è la piazza più importante di Treviso, ubicata nel cuore della città e suo centro culturale, storico e sociale. La piazza deve il suo nome attuale alla presenza dei palazzi dell'antica Signoria trevigiana (Palazzo del Podestà, Palazzo della Prefettura, Palazzo dei Trecento, Palazzo Pretorio).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

È possibile, ma solo approssimativamente, ricostruire la situazione urbana dell'attuale Piazza dei Signori a partire dalla fine del Dodicesimo secolo, dopo l'edificazione del primo corpo delle nuove fabbriche comunali.

Piazza dei Signori e Palazzo dei Trecento
Piazza dei Signori nell'800

Con il passare del tempo la piazza ha assunto diversi nomi. Il primo è stato "Piazza del Carubio". Carubio è una corruzione di "Quadruvio", un termine menzionato in una lapide latina murata sul campanile del Duomo di Treviso, rinvenuta nel 1760 durante i lavori di ristrutturazione. La lapide testimonia che Treviso era ordinata secondo i criteri urbanistici comuni a tutte le città romane, con strade parallele incrociate ad angolo retto con le maggiori "cardo" e "decumano", che davano origine al "quadruvio". Corrispondente all'odierna Piazza dei Signori.[1] Successivamente alla costruzione del Palazzo del Comune, alla piazza vengono riconosciuti i nomi di "Piazza delle Catene" o "Piazza della Berlina", per indicare il luogo dove i condannati venivano esposti al popolo.[2] Durante il '500 la piazza dei Signori è detta anche "Piazza Grande", "Piazza del Popolo" e più tardi "Piazza dei Nobili".

Nel corso del XVI secolo iniziano a sorgere diverse botteghe attorno al Palazzo del Podestà, centro della vita politico-amministrativa dell'epoca.[3][4] La Piazza dei Signori, prima del bombardamento di Treviso del 1944, è conosciuta dagli abitanti anche come luogo di svago, dove ogni domenica sera suona la banda civica e vengono svolte le feste di carnevale.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Piazza dei Signori, interamente rivestita da lastre, ha pianta di forma rettangolare. Fin dall'epoca medievale è sede dell'amministrazione locale, oltre a rappresentare un punto di incontro, perché al centro delle due strade più frequentate per lo shopping, via del Carmine e via XX Settembre.[2] Nella piazza hanno luogo manifestazioni come sfilate di moda, concerti, la Rassegna Internazionale del Folclore, la Mostra mercato del radicchio di Treviso e del Gelato di Marca.[5] Osservando i palazzi si possono notare numerose statue rappresentanti i Leoni di San Marco con il libro aperto, segno della dominazione della Serenissima.

Via Calmaggiore, il cui nome deriva dal latino "Callis maior", chiude la piazza. La strada, completamente porticata, permette di raggiungere da Piazza dei Signori il Duomo di Treviso. In epoca romana questa via corrispondeva al Cardo Maximum. Recentemente è stato rinvenuto un tratto dell'antica strada, nella zona di Galleria Romana.

I palazzi[modifica | modifica wikitesto]

La costruzione del gruppo dei palazzi comunali si protrae per diversi secoli.

Si ritiene che il Palazzo del Comune e il Palazzo dei Trecento siano i due primi edifici comunali ad essere stati costruiti, poiché presenti già nei primi anni del Tredicesimo secolo.[6]

Palazzo del Podestà[modifica | modifica wikitesto]

Oggi conosciuto anche come Palazzo della Prefettura, si trova sul lato nord della piazza. In epoca signorile e comunale qui sorgeva il Palazzo del Comune, dove si riuniva l'assemblea minore della città con funzioni di governo. Durante il dominio veneziano ospitava il potere della città lagunare di Treviso, era sede di vari uffici e zona di residenza del podestà. Conclusa l'epoca di libertà garantita dalla Serenissima, il palazzo, fin dal 1807, diventa sede del tribunale cittadino. Il precedente edificio, il Palazzo del Comune, aveva una scalinata esterna addossata alla loggia del Palazzo dei Trecento, che permetteva l'ingresso diretto dalla piazza al Salone dei Trecento. L'attuale aspetto del Palazzo, in uno stile finto gotico, è stato realizzato tra il 1874 e il 1877, su progetto dell'ingegnere Giulio Olivi.[7] Solo la parte posteriore (nord-est) del palazzo, e il tetto, conservano l'antica struttura. L'opera di restauro venne avviata dopo la demolizione della parte frontale, che si affaccia sulla piazza, e fu finalizzata ad adibire il palazzo a sede della Provincia. L'edificio è oggi sede della Prefettura [8][9]

Torre civica[modifica | modifica wikitesto]

È stata edificata nel 1218. Inizialmente era distaccata dal restante corpo degli edifici comunali. Circa cinquant’anni dopo, in occasione dei lavori di ampliamento del Palazzo del Podestà, la torre viene unita al complesso della Prefettura. Ospita la "marangona", la campana che dal 1328 scandisce il tempo della vita pubblica cittadina.[7]

Palazzo dei Trecento[modifica | modifica wikitesto]

Il Palazzo dei Trecento, definito "domus nova", viene costruito nel 1213, dopo che il Palazzo del Comune, denominato "domus communis", risalente al 1207, è distrutto da un incendio.

Palazzo dei Trecento dopo il bombardamento del 1944
Palazzo dei Trecento, Loggia dei soffioni

Il palazzo è edificato in uno spazio libero corrispondente al "foro" di epoca romana, nel cuore della città antica.[1] La scelta di collocarlo nell'attuale Piazza dei Signori e lontano dal Duomo è segno di una volontà di separazione del popolo laico da quello religioso.[10][1] Il Palazzo dei Trecento, conosciuto anche come Palazzo della Ragione, è l'antica sede del Maggior Consiglio. L'edificio è stato gravemente danneggiato dal bombardamento di Treviso del 7 aprile 1944, ma successivamente ha riacquistato il suo aspetto primitivo grazie ad un accorto restauro. Il palazzo è caratterizzato dalla grande loggia al piano terra, detta "Loggia dei soffioni", realizzata nel 1553, dopo la demolizione dei muri del pianterreno adibiti ad uffici, tra il 1265 e il 1268 circa, sulla parte anteriore che affaccia sulla Piazza dei Signori e dalle trifore del primo piano, dove si trova il Salone dei Trecento, in cui si riuniva la più importante assemblea cittadina, costituita da 300 membri. [11][10][8] Oggi il salone è ancora al centro della vita politica e amministrativa della città come sede del Consiglio comunale. Fra il 1874 e il 1877 tutto il corpo centrale del Palazzo dei Trecento viene rimodernato; nonostante le polemiche e le opposizioni è rifatto dalle fondamenta sulla base del progetto dell'ingegnere Giulio Olivi, che in parte si attiene al progetto di Camillo Boito.[10] Nel 1876 la parte anteriore viene completamente ricostruita.[12]. Nel 1906 venne ripristinata la scalinata esterna di accesso dal lato orientale. I lavori, iniziati a fine '800, terminano nel 1939 e il palazzo rimane immutato fino al tragico Venerdì Santo del 1944.[13] In questa data viene colpito da una bomba americana ed è recuperato solamente grazie all'ostinazione dei trevigiani e dall'opera ingegneristica di Ferdinando Forlati che, all'epoca, è il soprintendente ai monumenti. L'ingegnere riesce a raddrizzare le strapiombanti murature. Durante il restauro, che dura dal 1947 al 1951, si decide che i merli, realizzati in forma ghibellina durante la ristrutturazione di fine '800, devono essere completamente ricostruiti in stile guelfo. Nemmeno più di mezzo secolo dopo, il palazzo inizia a presentare molti problemi di conservazione. Molti mattoni - che le ricerche dimostrano essere stati realizzati nell'ultimo restauro dalla macinatura di vecchi laterizi, probabilmente recuperati a seguito dei bombardamenti - si polverizzano e cadono. Nel 2007 vengono fatti nuovi lavori di restauro.[14]

Palazzo Pretorio[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Pretorio

Situato ad ovest della piazza e parallelo al Palazzo dei Trecento,si trova Palazzo Pretorio, che completa il gruppo dei palazzi comunali e chiude la piazza; l'edificio presenta una notevole facciata in bugnato del '600 rivolta sulla via Calmaggiore. All'interno del palazzo si trovava, in epoca veneziana, la Fontana delle Tette. Rimossa dopo la caduta della Repubblica Veneta, viene ritrovata dall'abate Luigi Bailo. Attualmente si trova nella loggia del Palazzo dei Trecento. Al pianterreno era presente una loggia con affreschi attribuiti al Pozzoserrato. Il fianco rivolto verso la piazza è completamente ricostruito in occasione del rifacimento del corpo centrale; il fronte sud-ovest di quest'ala, sopra il Calmaggiore, fu modificata numerose volte, sono presenti, però, ancora parti antiche.[15]

Nomi popolari[modifica | modifica wikitesto]

L'angolo di via Barberia, all’entrata della Piazza, oggi è conosciuto come “Angolo delle quattro S”, ovvero “siamo studenti senza soldi”, fa riferimento all'uso dei giovani di incontrarsi all'aperto, per stare in compagnia, quando non hanno soldi da spendere nei negozi o nei locali pubblici.[16]

Portico o loggia dei Soffioni sono i nomi popolari con cui i trevigiani chiamano la loggia del Palazzo dei Trecento e il relativo portico, che porta direttamente da Piazza dei Signori a Piazza del Monte di Pietà.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Eugenio Manzato, Treviso città d'arte, Matteo Editore, 1982, p. 43.
  2. ^ a b "Around The Piazza dei Signori", in Process, n. 109, 1993, p. 134.
  3. ^ Lucio Polo, Treviso nostra, Associazione Tarvisium, 1964, p. 354.
  4. ^ Lucio Polo (a cura di), Treviso nostra, Treviso, Associazione Tarvisium, 1964, p. 28.
  5. ^ Piazza dei Signori di Treviso, su trevisoinfo.it.
  6. ^ Ferdinando Forlati, Il Palazzo dei Trecento di Treviso, Istituto Tipografico Editoriale, p. 14.
  7. ^ a b Marco Boscolo, Treviso una guida, in Odos, ISBN: 978-88-96303-61-0, p. 81.
  8. ^ a b c Marco Boscolo, Treviso una guida, in Odos, ISBN: 978-88-96303-61-0, p. 80.
  9. ^ Luigi Coletti, Treviso-Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Roma: La Libreria dello Stato, 1935, p. 30.
  10. ^ a b c Luigi Coletti, Treviso-Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Roma: La Libreria dello Stato, 1935, p. 31.
  11. ^ Luigi Coletti, Treviso-Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Roma: La Libreria dello Stato, 1935, p. 26.
  12. ^ Ferdinando Forlati, Il Palazzo dei Trecento di Treviso, Istituto Tipografico Editoriale, p. 27.
  13. ^ Ferdinando Forlati, Il Palazzo dei Trecento di Treviso, Istituto Tipografico Editoriale, p. 36.
  14. ^ Rossella Riscica, Palazzo dei Trecento a Treviso il restauro della muratura, in Acciaio, arte, architettura, vol. 56, 2013, pp. 100-107.
  15. ^ Luigi Coletti, Treviso-Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Roma: La Libreria dello Stato, 1935, pp. 30.
  16. ^ Around The Piazza dei Signori, in Process, vol. 109, 1993, p. 135.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucio Polo (a cura di), Treviso nostra, Treviso, Associazione Tarvisium, 1964.
  • Luigi Coletti (a cura di), Treviso-Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, Treviso, 1935.
  • Marco Boscolo (a cura di), Treviso:una guida, Treviso, Odòs libreria editrice, 2019.
  • Eugenio Manzato (a cura di), Treviso città d'arte, Treviso, Matteo Editore.
  • Franco Mancuso e Alberto Mioni, I centri storici del Veneto, Treviso, Silvana Editoriale.
  • Ferdinando Forlati (a cura di), Il Palazzo dei Trecento di Treviso, Treviso, Istituto Tipografico Editoriale.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]