Peter Zumthor

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Peter Zumthor

Peter Zumthor (Basilea, 26 aprile 1943) è un architetto e restauratore svizzero.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il Museo di Bregenz
Il Museo diocesano Kolumba a Colonia
Le Terme di Vals
Ingresso della Cappella di San Nicola de Flue a Mechernich

Figlio di un ebanista, Zumthor imparò falegnameria già da piccolo. Negli anni sessanta ha studiato al Pratt Institute di New York. Zumthor ha lavorato a molti progetti di restauro storici, che gli hanno permesso di conoscere più a fondo le relazioni tra i vari materiali. I suoi edifici esplorano le qualità tattili e sensoriali di spazi e materiali, pur mantenendo una sensazione minimalista. Ha insegnato al Southern California Institute of Architecture di Los Angeles, all'Università tecnica di Monaco, alla Harvard Graduate School of Design e all'Accademia di architettura di Mendrisio (Università della Svizzera italiana)[1]. Con la moglie Annalisa ha avuto tre figli.

Tra i vari riconoscimenti internazionali conseguiti, Zumthor ha ricevuto nel 1989 la medaglia d’oro Heinrich Tessenow dalla Heinrich-Tessenow-Gesellschaft e.V. (Alfred Toepfer Stiftung F.V.S.), nel 1996 la Thomas Jefferson Medal in Architecture, nel 1998 il Carlsberg Architecture Prize per il progetto del museo di Bregenz (Austria) e per i bagni termali a Vals[2] nel Canton Grigioni (Svizzera). Prima di essere insignito nel 2009 del Premio Pritzker, ha anche ricevuto nel 2008 il Premio Imperiale dall'imperatore del Giappone.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

La sua architettura si caratterizza per la qualità materica delle superfici, la ricerca di una definizione quasi artigianale delle stesse e la massività, oltre che per la predilezione per l'uso di materiali naturali lasciati a vista. Grande importanza viene assegnata dall'architetto al ruolo della luce. Spesso, più o meno propriamente, è stato usato il termine minimalista in riferimento all'architettura di Zumthor. Il suo lavoro scritto pubblicato è principalmente di tipo narrativo e fenomenologico. Attualmente lavora con il suo atelier, Architeckturbüro Peter Zumthor, fondato nel 1979 a Haldenstein[3].

Principali realizzazioni[modifica | modifica wikitesto]

Principali scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Pensare architettura, Electa, Firenze 2003 scheda libro Archiviato il 15 maggio 2005 in Internet Archive.
  • con Jon Mathieu e Ivan Beer, Wieviel Licht braucht der Mensch, um leben zu können, und wieviel Dunkelheit?/Di quanta luce ha bisogno l'uomo per vivere e di quanta oscurità?, Hochschulverlag/Editrice compositori, Zürich/Bologna 2005
  • Atmosfere. Ambienti architettonici. Le cose che ci circondano., Electa, Milano, 2007

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Accademia di architettura
  2. ^ Home - 7132, su therme-vals.ch. URL consultato il 9 giugno 2007 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2007).
  3. ^ Haldenstein, in Dizionario storico della Svizzera.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Friedrich Achleitner, Ritorno al moderno? L'architettura di Peter Zumthor, in "Casabella" n. 648, settembre 1997, p. 53
  • Peter Zumthor. Museo di arte a Bregenz, in "Area" n. 44, maggio-luglio 1999, pp. 24-30 leggere l'articolo
  • Barbara Stec, Conversazioni con Peter Zumthor, in "Casabella" n. 719, febbraio 2004, pp. 6-13
  • Chiara Baglione, Peter Zumthor. Costruire la memoria. Conversazione con Peter Zumthor 1997-2006, in "Casabella" n. 1, Dic. 2004/Gen. 2005, pp. 72-81, 163-164
  • Chiara Baglione, Costruire col fuoco: la cappella nell'Eifel/Interview with Peter Zumthor, in "Casabella" n.747, settembre 2006, pp. 65-67
  • Veronica Dal Buono, Peter Zumthor Kolumba Museum, Colonia (Germania), in "Costruire in laterizio" n. 125, settembre-ottobre 2008 leggere l'articolo
  • Andrea Canobbio, Impassibile/Incandescente, in "Abitare" n. 479, febbraio 2008, pp. 92-96
  • Francesco Garutti, Intervista a Peter Zumthor, in "Klat" n. 05, primavera 2011, pp.126-143 leggere l'articolo

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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