Pena di morte in Romania

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La pena di morte in Romania è stata abolita nel 1989, e nel 1991 è stata proibita dalla Costituzione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1945 furono approvati due statuti che si occupavano di crimini di guerra; l'anno successivo, Antonescu e alcuni suoi seguaci furono giustiziati da un plotone d'esecuzione.[1] Tra il 1945 e il 1964, in gran parte coincidente con il ruolo di Gheorghe Gheorghiu-Dej, 137 furono giustiziate in Romania,[2] inclusi Lucreţiu Pătrăşcanu, Eugen Ţurcanu, la Gang Ioanid, il gruppo Berne, membri della movimento di resistenza anti-comunista e manifestanti durante la Rivoluzione ungherese del 1956. Queste esecuzioni avvennero a seguito di una legge del 1949 che prevedeva pena di morte per reati contro lo stato comunista e l'economia pianificata. La nuova versione del codice del 1936 prevedeva la pena di morte per alcuni crimini contro la pace dello Stato e l'umanità, per omicidio aggravato e furto che cagionava la morte; nel 1957, l'appropriazione indebita su larga scala con successivi danni all'economia nazionale venne aggiunta alla lista dei reati capitali.[3]

L'abolizione della pena di morte[modifica | modifica wikitesto]

Dopo che i Ceauşescu furono fucilati, i leader del Fronte di Salvezza Nazionale abolirono, con un decreto, la pena di morte;[4]alcuni Rumeni percepirono ciò come un modo, da parte dei Comunisti di evitare le condanne e ne chiesero la reintroduzione, mediante una serie di proteste, inscenate durante il gennaio 1990.[5] Il 27 febbraio 1991, la Romania ratificò Second Optional Protocol to the International Covenant on Civil and Political Rights Second Optional Protocol to the International Covenant (Legge nr. 7/1991).

La nuova Costituzione ratificò a dicembre la proibizione esplicita alla pena di morte. La Costituzione prevede che nessun emendamento è consentito se prevede la soppressione dei diritti e delle libertà fondamentali, interpretandolo nel senso che la pena di morte non può essere reintegrata fin quando la costituzione stessa sarà in vigore. La Romania è inoltre parte della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (dal 1994) e della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (dal gennaio 2007), in entrambi i documenti come abolizionista.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Frankowski, p.219
  2. ^ Balázs Szalontai, "The dynamic of repression: The global impact of the Stalinist model, 1944–1953" Archiviato il 13 maggio 2008 in Internet Archive., Association for Asia Research, 21 September 2003.
  3. ^ Frankowski, p.220. Un esperto rumeno notò che la legge penale fu trasformata in strumento per reprimere i "nemici", riponendo la lotta alla criminalità in secondo piano.
  4. ^ Hood, Roger. The Death Penalty: A Worldwide Perspective, p.28. Oxford University Press (2002), ISBN 0-19-925129-0.
  5. ^ Borneman, John. Death of the Father: An Anthropology of the End in Political Authority, p.144. Berghahn Books (2004), ISBN 1-57181-111-7.
  6. ^ Frankowski, p.227
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