Partito Ungherese dei Lavoratori

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Partito Ungherese dei Lavoratori
(HU) Magyar Dolgozók Pártja
LeaderMátyás Rákosi
(1948-1956)
Ernő Gerő
(1956)
János Kádár
(1956)
StatoBandiera dell'Ungheria Ungheria
SedeBudapest
AbbreviazioneMDP
Fondazione12 giugno 1948
Dissoluzione31 ottobre 1956
Confluito inPartito Socialista Operaio Ungherese
IdeologiaComunismo
Marxismo-leninismo
CollocazioneEstrema sinistra
Affiliazione internazionaleCominform
TestataSzabad Nép
Colori     Rosso
Bandiera del partito

Il Partito Ungherese dei Lavoratori[1][2][3][4][5][6][7][8][9][10] (in ungherese Magyar Dolgozók Pártja- MDP) fu un partito politico al governo della Repubblica Popolare d'Ungheria dal 1948 al 1956.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fu fondato come fusione tra il Partito Comunista Ungherese e il Partito Socialdemocratico d'Ungheria; il suo leader fu Mátyás Rákosi fino al 1956, poi Ernő Gerő nello stesso anno per due mesi, e infine János Kádár fino al 1956, quando il partito si trasformò in Partito Socialista Operaio Ungherese, rimanendovi a capo fino al 1988, alla vigilia della dissoluzione del partito. Altri piccoli partiti politici ungheresi furono autorizzati a continuare la propria esistenza come partiti indipendenti.

Durante la rivoluzione ungherese del 1956 il partito fu riorganizzato nel Partito Socialista Operaio Ungherese da parte di un circolo di comunisti intorno a Imre Nagy. Tuttavia, dopo il 4 novembre 1956, il PSUL fu controllato da János Kádár e fu pienamente sostenuto dall'Unione Sovietica. All'inizio degli anni sessanta il PSUL ottenne una grande autonomia dalla linea sovietica, e seguì un corso indipendente specialmente nell'area economica, conosciuto come Comunismo Goulash.

Segretari generali[modifica | modifica wikitesto]

Segretari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ungheria - Treccani, su Treccani. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  2. ^ Libri e riviste, Servizi spettacolo informazioni e proprietà intellettuale della Presidenza del Consiglio dei ministri, 1952. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  3. ^ Franco Maria Malfatti, La crisi del comunismo e la rivolta in Ungheria, Edizioni 5 Lune, 1956. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  4. ^ Le Cronache di Civitas, Edizioni Civitas., 1956. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  5. ^ Relazioni internazionali, Istituto per gli studi di politica internazionale, 1962. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  6. ^ Studi storici, Instituto Gramsci., 1985. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  7. ^ Alessandro Vagnini, Momenti di storia ungherese, Edizioni Nuova Cultura, 2008, ISBN 978-88-6134-216-3. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  8. ^ Lajos Antal, Ungheria 1956: la cultura si interroga : la rivoluzione patriottica e democratica d'Ungheria nello specchio di letteratura, storia, pubblicistica, politica, diplomazia, economia, arte, Rubbettino, 1996, ISBN 978-88-7284-502-8. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  9. ^ AA.VV, La rivoluzione ungherese del 1956 e l'Italia, Rubbettino Editore, 22 gennaio 2018, ISBN 978-88-498-5353-7. URL consultato il 9 dicembre 2023.
  10. ^ TORNA IL PLURALISMO DOPO QUARANTANNI - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 25 marzo 1990. URL consultato il 9 dicembre 2023.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN153380443 · ISNI (EN0000 0001 2184 6804 · LCCN (ENn82166406 · BNF (FRcb12247945r (data) · J9U (ENHE987011265106705171 · WorldCat Identities (ENlccn-n82166406