Paolo Lega

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Paolo Lega, noto anche con lo pseudonimo di Marat (Lugo, 9 dicembre 1868Cagliari, 25 settembre 1896), è stato un anarchico italiano. Il 16 giugno 1894 fu autore di un fallito attentato contro il presidente del Consiglio italiano Francesco Crispi[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Formazione[modifica | modifica wikitesto]

Falegname di professione, diventa repubblicano a 15 anni e poco dopo anarchico. A Genova viene descritto dalla polizia come "indefesso agitatore e organizzatore di scioperi e dimostrazioni" e diventa gerente del periodico Primo Maggio[2]. Soggetto a frequenti arresti per la sua attività politica, nel 1894 matura il progetto di uccidere il Presidente del Consiglio Francesco Crispi per vendicare le vittime della repressione contro i Fasci siciliani e gli scioperanti della Lunigiana[2].

Attentato a Crispi[modifica | modifica wikitesto]

Armato di due pistole si reca il 16 giugno 1894 in via Gregoriana a Roma ad attendere il passaggio della carrozza del Presidente del Consiglio. La prima pistola si inceppa ma con la seconda riesce a sparare due colpi, mancando il bersaglio. Il pronto intervento del cocchiere, che riesce a disarmarlo con un colpo di frusta, fa fallire l'attentato[2][3][4].

Conseguenze politiche[modifica | modifica wikitesto]

Crispi trarrà vantaggio dallo sgomento suscitato da questo attentato e da quello provocato dall'uccisione, da parte di Sante Caserio del Presidente della Repubblica francese Sadi Carnot (24 giugno 1894) per presentare in Parlamento tre leggi fortemente repressive (le cosiddette leggi anti-anarchiche). Con queste norme verranno sciolti tutti i principali organismi anarchici e socialisti, incluso lo stesso Partito Socialista Italiano (che pure aveva rappresentanti in Parlamento)[4]

Processo e morte[modifica | modifica wikitesto]

Il 19 luglio Lega compare davanti alla Corte d'assise di Roma e, in un'unica udienza, viene condannato a 20 anni e 17 giorni di reclusione. Nella sua autodifesa dichiara di aver compiuto l'attentato "per protestare contro alcune classi privilegiate e contro gli oppressori... Considerai i fatti successi in Italia, gli eccidi ordinati dal governo e decisi di fare atto di rivendicazione sociale"[2][3].
Il processo contro i presunti complici, a cui l'attentatore partecipa come testimone per attribuire esclusivamente a sé ogni responsabilità, si conclude con l'assoluzione per insufficienza di prove.
Lega muore in carcere il 25 settembre 1896 nella colonia penale di San Bartolomeo a Cagliari[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Paolo Lega, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, Pisa, BFS, 2003.
  • Giuseppe Galzerano, Paolo Lega. Vita, viaggio, processo, «complotto» e morte dell'anarchico che attentò alla vita del primo ministro Francesco Crispi, Casalvelino scalo, Galzerano, 2014, ISBN 978-88-95637-25-9.
  • Pier Carlo Masini, Storia degli anarchici italiani nell'epoca degli attentati, Milano, Rizzoli, 1981.
  • Giampietro Berti, Errico Malatesta e il movimento anarchico italiano e internazionale (1872-1932), Milano, FrancoAngeli, 2003.
  • Erika Diemoz, L'estate di terrore del 1894. L'attentato contro Crispi e le leggi anti-anarchiche, in Contemporanea, ottobre 2010, pp. 633-648.
  • Giuseppe Paladino, Francesco Crispi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931. URL consultato l'8 ottobre 2017.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN55144782961501815357 · ISNI (EN0000 0004 5740 3599 · LCCN (ENno2015075213 · GND (DE1074360095