Palazzo Gessi

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Palazzo Gessi
Facciata di Palazzo Gessi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàFaenza
Indirizzocorso Mazzini
Coordinate44°17′11.91″N 11°52′51.54″E / 44.286643°N 11.880983°E44.286643; 11.880983
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1786
Usoabitativo e commerciale
Realizzazione
ArchitettoGiuseppe Pistocchi
CommittenteConti Gessi

Palazzo Gessi è un palazzo di Faenza della fine del Settecento, situato in corso Mazzini all'angolo con via Zanelli.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo venne eretto su progetto dell'architetto faentino Giuseppe Pistocchi, aretefice delle più alte opere d'arte architettoniche neoclassiche faentine.[1]

La soluzione finale della facciata, che è caratterizzata dal lieve aggetto della parte centrale ed è tra più rilevanti architetture del Corso, è stata molto probabilmente imposta dal gusto del committente.

Il piano terra della facciata è decorato da un bugnato liscio e continuo che incorpora le finestre incorniciate e il portone.

Il piano nobile, scandito nella parte centrale da sei lesene i cui capitelli sono una estrosa simbiosi di cornucopie e capitelli corinzi, è caratterizzato dalle finestre inquadrate da timpani e colonnine.

La porta finestra centrale, sormontata da un imponente trofeo reggistemma di Antonio Trentanove, autore anche di una statua raffigurante Ercole trionfante sull'Idra di Lerna posta sullo scalone, si affaccia sul balcone sorretto da teste di leone.

Nel secondo dopoguerra, a seguito degli interventi di dismissione del palazzo, che portarono alla demolizione delle ali del palazzo, con la perdita degli interventi di Pietro Tomba e dei decori di Romolo ed Antonio Liverani, vennero tolti il portone in legno e la raffinata cancellata in ferro battuto sormontata dalla corona gentilizia, venne demolito il cortile interno e il fondale dello stesso, vennero incisi con aperture moderne i fianchi esterni e interni del palazzo e, nel contempo, chiusi tutti gli archi e le finestre del prospetto posteriore del palazzo.

Al piano nobile gli affreschi di Felice Giani nel 1971 furono in parte staccati e solo di recente sono stati in parte ricollocati, mentre alcuni pannelli di Antonio Trentanove, staccati dai muri e depositati in una stanza a piano terra furono sottratti poco dopo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il fastoso ed imponente palazzo dei nobilissimi Conti Gessi fu costruito nel 1786 in occasione delle nozze tra il Conte Tommaso Gessi e la nobile Giuditta Bertoni.

Nel 1813, in occasione delle nozze tra il Conte Antonio Gessi e la Marchesa bolognese Laura Amorini Bolognini, fu completata la decorazione delle sale del primo piano da Felice Giani che creò uno dei suoi capolavori nelle due scene parietali dalla sala del balcone. Nel maggio del 1814 fu ospitato il Papa Pio VII, di ritorno dall'esilio. Nel 1815 fu ospite dei Gessi il sovrano Carlo IV di Spagna con la famiglia reale.

Nel 1840 intervenne Pietro Tomba che, nell'ala laterale del palazzo prospiciente via Zanelli, creò un mirabile gabinetto ellittico, decorato da Antonio Liverani, con una lunetta che ritraeva una veduta del lago di Villa Gessi a Sarna dipinta nel 1843 dal fratello Romolo Liverani. Per i conti Gessi Romolo Liverani realizzò negli stessi anni anche un teatrino per marionette completo di boccascena e corredo scenico, dipinto a tempera parte su carta e parte su tela.

Nelle sale del piano terra il conte Baldassarre Gessi, naturalista, aveva allestito, in una sorta di piccolo museo, le sue collezioni di minerali e di chiocciole, alcune delle quali orientali.

Antonietta Gessi, figlia del Conte Tommaso Gessi, fu l'ultima di sua famiglia ad abitare il palazzo, vi morì nel 1946.

Disastrosa fu la vendita, avvenuta tra il 1962 e il 1963, da parte degli eredi Gessi, ad una società immobiliare che voleva la demolizione completa di tutto l'isolato del palazzo per speculare sulla cubatura residenziale.

La Sezione faentina di Italia Nostra ed in particolare l'architetto Ennio Golfieri impedirono l'abbattimento totale, costringendo un ridimensionamento del progetto.

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della famiglia dei Conti Gessi

La tradizione storica vuole la nobile famiglia Gessi di provenienza romana, poi trasferitasi a Faenza nel sec. XIV. Dall'attività estrattiva del gesso, da essa eseguita nella cave della valle del Lamone, avrebbe avuto origine il cognome. La famiglia acquistò nei secoli prestigio, tanto che ad un Gessi, nel 1725, il penultimo duca di Parma, Francesco Farnese, concesse il titolo comitale. Nel 1745 Baldassarre senior, figlio di Domenico, si arruolò volontario nel reggimento Colloredo, facente parte dell'esercito austriaco e, promosso capitano, cadde sul campo nel 1758, durante la guerra dei sette anni. L'ultimo esponente maschio di questa famiglia fu il Senatore Tommaso Gessi (1844-1913), eletto deputato nella XIII e XIV legislatura, nominato senatore nel 1908, fautore del collegamento ferroviario Faenza-Firenze con la Ferrovia Faentina. La famiglia possedette anche Villa Gessi a Sarna, una villa a Felisio e la villa di San Lazzaro a Imola, eredità dei Conti Troni.

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia della città, su prolocofaenza.it, Pro loco Faenza. URL consultato il 30 maggio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Maria Emiliani Per le acclamatissime nozze degli ornatissimi signori Antonio Gessi di Faenza e Laura Bolognini Amorini di Bologna seguite nell'autunno del 1813, alli rispettabilissimi signori Tommaso Gessi e Giuditta Bertoni genitori dello sposo, uno che loro professa servitù in attestato di sincera congratulazione offre il seguente Faenza: presso Lodovico Genestri tipografo regio, 1813.
  • Alla memoria del Conte Antonio Gessi, Patrizio faentino. Prose e rime. Bologna: tip. Fava e Garagnani, 1865.
  • Giuseppe Gessi Sulla vita del conte Baldassare Gessi: memoria letta alla Società scientifico-letteraria di Faenza / dal socio ordinario Giuseppe Gessi. Faenza: tip. di Angelo Marabini, 1873.
  • Antonio Montanari Palazzi e origine delle famiglie nobili faentine in Guida Storica di Faenza. Faenza: tip. di Angelo Marabini, 1882.
  • Alla memoria del Conte cav. Tommaso Gessi, senatore del Regno, 21 Maggio 1914, Faenza: Tip. G. Montanari, di F. Lega, 1914.
  • Vittorio Spreti Enciclopedia storico-nobiliare italiana, voce "Gessi", vol. III, Milano, 1930, pag. 409.
  • Ennio Golfieri Felice Giani (1758-1823), in "Paragone", I, n. 7, 1950, pp. 23-29.
  • Antonio Archi Guida di Faenza, Faenza, Fratelli Lega Editori, 1958.
  • Claudio Marabini Sarà demolito? I misteri di Palazzo Gessi Articolo da Il Resto del Carlino, giornale dell'Emilia, 13 aprile 1963.
  • Ennio Golfieri A Faenza, Italia nostra punta il dito: un altro palazzo va in malora. Articolo da Avvenire, A. 2., n. 84, 10 aprile 1969, p. 8.
  • Ennio Golfieri Un abbandono che non si giustifica: restaurare l'ex palazzo Gessi. Articolo da Il Resto del Carlino, giornale dell'Emilia, A. 84., n. 85, 11 aprile 1969, p. 7.
  • Ennio Golfieri La casa faentina dell'Ottocento, Parte 1, architettura e decorazioni. Faenza: tip. Fratelli Lega, 1969.
  • Antonio Archi, Maria Teresa Piccinini Faenza come era: architettura e vicende urbanistiche, chiese e conventi, famiglie e palazzi. Faenza: tip. Lega, 1973.
  • Ezio Godoli (a cura di) Giuseppe Pistocchi (1744-1814) architetto giacobino, Catalogo della mostra Palazzo delle Esposizioni. Faenza, 1974.
  • Ennio Golfieri L’arte a Faenza dal Neoclassicismo ai nostri giorni – parte prima. Faenza, 1975.
  • Romolo Liverani scenografo, a cura di Marcella Vitali. Faenza: Lega, 1990.
  • Lorenzo Savelli Faenza, architetture neoclassiche. Faenza: Lions Club Faenza Host, 1991.
  • Lorenzo Savelli Faenza, il Rione Verde. Faenza: Lions club Faenza host, 1998.
  • Stefano Garavini Palazzo Gessi a Faenza (RA). Tesi di laurea - Firenze: Università degli studi, facoltà d'architettura, a.a. 1999/2000.
  • Anna Ottani Cavina Felice Giani (1758-1823) e la cultura di fine secolo. Milano: Electa, 1999.
  • Marcella Vitali Il teatrino di casa Gessi di Romolo Liverani. Pubblicazione a cura di Italia Nostra, sezione di Faenza: Edit Faenza, 2016.
  • Stefano Tumidei Antonio Trentanove e la scultura del settecento in Romagna. Bologna: Fondazione Federico Zeri, 2016. ISBN 978-88-940471-7-2.
  • Domenico Savini, Andrea Tanganelli Famiglie illustri di Faenza, voce "Gessi". Cesena: società editrice Il Ponte Vecchio, 2019. ISBN 978-88-6541-884-0.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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