Pala dei Decemviri

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Pala dei Decemviri
AutorePietro Perugino
Data1495-1496
Tecnicaolio su tavola
Dimensioni193×165 cm
UbicazionePinacoteca Vaticana, Città del Vaticano

La Pala dei Decemviri è un dipinto a olio su tavola (193x165 cm) di Pietro Perugino, databile al 1495-1496 e conservata nel Pinacoteca Vaticana a Roma.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera, commissionata dai Decemviri di Perugia per la cappella nel Palazzo dei Priori, venne realizzata tra la fine del 1495 e il 1496 ma ebbe una storia travagliata: la pala fu inizialmente commissionata a Pietro di Galeotto, pittore locale, che abbozzò solamente l'opera e morì nel 1483. Il 28 novembre dello stesso anno la commissione fu data al Perugino che però si rese irreperibile tanto che i priori diedero l'incarico a Sante di Apollonio, che però non terminò l'opera e nel 1485 fu di nuovo Perugino a essere richiamato. Il pittore però tardò ancora e nel 6 marzo 1495 fu stipulato un nuovo contratto.

Originariamente la pala era coronata da una cimasa col Cristo in pietà (87x90 cm) oggi alla Galleria nazionale dell'Umbria.

Oggetto di spoliazioni napoleoniche[1], venne esportato in Francia col Trattato di Tolentino per poi essere rimpatriato dopo la Restaurazione da Antonio Canova nel 1816, il quale riuscì a riportare a Roma la tavola, che — nonostante le proteste dei perugini — venne destinata dallo stesso pontefice alle collezioni del Vaticano.

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

In un portico aperto su un luminoso paesaggio di dolci colline che sfumano in lontananza, la Vergine si trova su un alto trono, ricco di decorazioni dorate e di finti bassorilievi. Essa tiene in mano il Bambino con una posizione identica a quella della Madonna nella Pala di Fano. Ai lati si trovano i santi Lorenzo, Ludovico di Tolosa, Ercolano e Costanzo, ossia i quattro protettori di Perugia[2].

Il tema del portico, così frequente nella produzione di Perugino degli ultimi due decenni del Quattrocento, è impostato su schemi già collaudati, con un'architettura solenne ma semplice, che si ritrova anche, ad esempio, nella Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano, nel Polittico Albani-Torlonia, nell'Apparizione della Vergine a san Bernardo e nella Pietà.

Grande risalto è dato al trono e alle figure in primo piano, con una composizione triangolare culminate nella nicchia di Maria, una delle più alte in tutta la produzione dell'artista. La scena è impostata secondo uno schema pacato e piacevole, ordinato dalle regole della simmetria e delle rispondenze ritmiche, come si nota nelle inclinazioni delle teste. La Madonna è tipica della produzione matura del pittore, che lasciò il posto all'elegante e raffinata giovinetta in favore di una donna più matura, semplice e severa, in linea con il clima spirituale savonaroliano.

Sulla pedana vi è la scritta HOC PETRVS DE CHASTRO PLEBIS PINXIT.

La cornice dorata fu realizzata dall'intagliatore Giovanni di Battista di Cecco detto il Bastone.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ E. Sa, «La Pala dei Decemviri»: l’opera nella sua interezza in mostra ai Vaticani, su Corriere della Sera, 2 agosto 2020. URL consultato il 5 giugno 2020.
  2. ^ Cfr. P. Messa, Egidio d'Assisi e Luigi IX, ovvero i frati Minori e la predicazione, in Studi francescani 98 (2001), p. 257-271; ora in Id., Tra vita eremitica e predicazione. Il percorso di Francesco d'Assisi e della sua fraternità, Edizioni Porziuncola, Assisi 2009

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X

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