POD: Planet of Death

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POD: Planet of Death
videogioco
PiattaformaMicrosoft Windows
Data di pubblicazionePC:
1º aprile 1997[1]
1997
5 gennaio 1999 (POD: Gold)[2]
GenereSimulatore di guida
OrigineFrancia
SviluppoUbisoft
PubblicazioneUbisoft
DirezioneFabrice Valay
Modalità di giocoGiocatore singolo, Multigiocatore

POD: Planet of Death (intitolato semplicemente POD in Nord America) è un videogioco di corse pubblicato da Ubi Soft nel 1997 sotto la direzione di Fabrice Valay e reso disponibile per PC su sistemi operativi Microsoft Windows.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Come viene spiegato nella sequenza video introduttiva, il videogioco è ambientato in un lontano futuro in cui l'umanità ha colonizzato con successo un pianeta denominato Io. Dopo anni di prosperità, a causa di un'operazione di scavo in una miniera viene liberato accidentalmente un fungo mortale,[3] il quale si diffonde rapidamente su tutto il pianeta, causando distruzione e panico. Mentre la maggior parte della popolazione di Io riesce a fuggire via dal pianeta per non soccombere al fungo, ribattezzato "POD", un gruppo di sopravvissuti, poiché è rimasta disponibile una sola navicella spaziale, decide di truccare alcune auto e di usarle per gareggiare tra loro in tornei clandestini di corsa lungo le strade desolate; il vincitore del torneo finale potrà salire sull'ultima navicella e mettersi in salvo, mentre tutti gli altri piloti saranno destinati a morire.

Nella sequenza video conclusiva del videogioco, viene mostrato il vincitore del torneo finale che riesce a salire in tempo a bordo della navicella prima che il fungo "POD" inghiotta definitivamente la rampa di lancio assieme alle restanti porzioni di terreno del pianeta Io non ancora assorbite. Subito dopo essere volato via, il vincitore osserva da lontano la fase finale della distruzione di Io, che rinasce sotto forma di fiore gigante nello spazio.

Sviluppo[modifica | modifica wikitesto]

Per la realizzazione di POD, Fabrice Valay dichiarò di essersi ispirato ad altri videogiochi di corse, tra cui Super Mario Kart e Ridge Racer.[4]

POD fu uno dei primi videogiochi a supportare l'instruction set MMX[4][5] e venne fornito in bundle in versione OEM sui computer che montavano processori Intel Pentium o Pentium II MMX e su alcuni sistemi con processore AMD K6. La versione OEM 1.0 non supportava le schede 3dfx o la modalità di rete. In seguito venne pubblicata una versione al dettaglio di POD, denominata POD 2.0 da Ubisoft, che includeva circuiti e veicoli aggiuntivi, oltre al supporto per le schede video 3dfx e alla modalità per il gioco in rete. Inoltre venne fornito da Ubisoft uno speciale programma multiplayer, chiamato "Game Service", per consentire ai videogiocatori di POD di poter gareggiare sui server Ubisoft. POD fu tra i primi videogiochi ottimizzati per le schede video con chipset 3dfx utilizzando l'API Glide. Al momento del lancio del videogioco erano supportate solo le schede video con chipset 3dfx Voodoo 1; solo in un secondo momento Ubisoft pubblicò alcune patch che aggiunsero il supporto per Voodoo 2 tramite API Glide e per i chipset non 3dfx tramite Direct3D. Meno di un anno dopo il lancio di POD, Ubisoft pubblicò verso la fine del 1997 un pacchetto di espansione con il titolo Back to Hell (noto anche come Extended Time in Francia), che conteneva 19 nuovi circuiti e 15 nuovi veicoli, tra cui alcune motociclette, una creatura viola fluttuante simile ad un pipistrello e una strega che cavalcava una scopa. Successivamente venne pubblicata un'altra versione chiamata POD: Gold, che includeva POD, l'espansione Back to Hell ed un nuovo set di suoni.[2]

Nel 1997 si stava progettando un porting di POD per Nintendo 64,[6] che tuttavia non venne mai pubblicato.

Seguiti[modifica | modifica wikitesto]

Nell'inverno del 2000 Ubisoft pubblicò un seguito di POD, intitolato POD 2 (noto anche come POD 2: Multiplayer Online e POD: Speedzone) e reso disponibile per la console Sega Dreamcast. Similmente al suo predecessore, POD 2 è ambientato in un pianeta colonizzato denominato Damethra, in cui un virus alieno ha preso il controllo degli autoveicoli, rendendoli mutanti; diversamente da POD, i giocatori possono attaccare i loro avversari durante la gara di corsa tramite dei potenziamenti che possono essere raccolti lungo il tracciato. POD 2 fu uno dei primi giochi disponibili su SegaNet ed uno dei pochi giochi a supportare il Dreamcast Broadband Adaptor.[7]

Il 6 ottobre 2011 POD: Gold venne ripubblicato dal sito GOG.com in modo da offrire una maggiore compatibilità con i moderni sistemi operativi.[8]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

POD fu accolto generalmente in maniera positiva da varie riviste videoludiche, ricevendo i seguenti punteggi di valutazione:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Hot Rod, It's Pod!, su ubisoft.com, Ubisoft, 5 marzo 1997 (archiviato dall'url originale il 28 giugno 1997).
  2. ^ a b (EN) Game entry, su GiantBomb.com.
  3. ^ (EN) The archives from the official investigation of the evacuation of IO and the proliferation of POD, su pod.ubi.com (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2004).
  4. ^ a b (EN) NG Alphas: POD, in Next Generation, n. 23, Imagine Media, novembre 1996, pp. 185-186.
  5. ^ a b POD, in The Games Machine, n. 95, marzo 1997, pp. 64-69.
  6. ^ (EN) In Development, in Next Generation, n. 29, Imagine Media, maggio 1997, p. 57.
  7. ^ (EN) Games, su Dreamcast Live. URL consultato il 19 febbraio 2024.
  8. ^ (EN) New release: POD Gold, su GOG.com (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2012).
  9. ^ (EN) Steve Rey, Pod, in Computer and Video Games, n. 186, EMAP Images, maggio 1997, p. 70.
  10. ^ (EN) Ron Dulin, POD for PC Review, su GameSpot, CBS Interactive, 17 aprile 1997 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2007).
  11. ^ (EN) Tom Chick, LPC Retroview: POD, su IGN, Ziff Davis, 15 dicembre 2000 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2014).
  12. ^ (EN) Finals, in Next Generation, n. 31, Imagine Media, luglio 1997, pp. 168-170.
  13. ^ (EN) Electric Games Review: Pod by UbiSoft, su Electric Games (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2005).
  14. ^ (EN) Rod White, PCM&E; Review - POD, su PC Multimedia & Entertainment (archiviato dall'url originale il 24 giugno 1997).
  15. ^ (EN) Glenn Soucy, Pod - PC Review, su Coming Soon Magazine (archiviato dall'url originale il 29 aprile 1997).
  16. ^ (EN) Dave Wilks, Game-Over! - Computer Games Magazine, su compulink.co.uk (archiviato dall'url originale il 15 luglio 2003).
  17. ^ (EN) Richard Law, POD by Ubi Soft, su Gamezilla (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2001).
  18. ^ (EN) Edmond Meinfelder, A Beautiful Disappointment – A Review of Pod, su World Village (archiviato dall'url originale il 28 giugno 2009).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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