Pépito (operetta)

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Pépito è un'Opéra-comique in atto unico[1] dell'autore tedesco naturalizzato francese Jacques Offenbach, composta all'inizio della carriera di quest'ultimo su libretto di Léon Battu e Jules Moinaux[2].

Titolo[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è citata talvolta col nome inglese Vertigo oppure come la ragazza di Elizondo, forma ripresa in particolare in tedesco (Das Mädchen Von Elizondo), e in spagnolo (la muchaca de Elizondo.[3]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

La trama è piuttosto esile, data la breve durata dell'opera (circa 50 minuti).

Nel Paese Basco spagnolo[2] Vertigo (basso buffo) è il factotum del paesetto di Elizondo, il cui soprannome sembra alludere al turbine di professioni che svolge: è infatti barbiere, maniscalco, dottore e proprietario di una delle due locande del paese. Per accentuare l'effetto comico, Vertigo è introdotto in scena in una sorta di parodia della famosa aria del Barbiere di Siviglia.

Vertigo è innamorato della bella e gentile Manuelita (soprano), proprietaria della locanda concorrente, che corteggia ardentemente, non corrisposto. Manuelita è infatti a sua volta innamorata di Pepito, che è partito per fare il soldato anni prima e da molti mesi non dà più notizie di sé.

Un giorno in paese compare Miguel (tenore), compaesano ancora giovane che ha fatto fortuna a Madrid ed è tornato ricco e sicuro di sé[4]. Miguel riconosce in Manuelita la sua compagna di giochi dell'infanzia e semplicemente parlandoci se ne infatua, ma Vertigo, per vantarsi, gli fa credere che Manuelita sia una ragazza di facili costumi e stia per cedergli. Miguel, deluso, propone a Vertigo di organizzare una bevuta per festeggiare il suo ritorno, anche se il suo vero piano è liberarsi Vertigo facendolo ubriacare, in modo da avere via libera con Manuelita.

Vertigo, dopo una grande bevuta, cade infine ubriaco, mentre la bella Manuelita respinge, offesa e indignata, le profferte di Miguel. Solo una volta risvegliatosi dalla sbronza Vertigo confessa a Miguel che in realtà Muelita è una ragazza virtuosa, e Miguel, pentito dal suo comportamento aggressivo, è oramai totalmente conquistato dalla dolce onestà di Manuelita. Quando i due giovani si rivedono, Miguel viene perdonato, ma decide per redimersi di andare a Madrid per prendere il posto di Pepito nell'esercito, permettendo a Manuelita di sposare il suo amore.

Proprio a questo punto arriva però una lettera dal fronte in cui Pepito (che non compare mai sulla scena) informa Miguel di essersi sposato con la sua vivandière; Miguel chiede quindi in moglie Manuelita, la quale, intenerita dai ricordi del comune passato, si è oramai innamorata di lui. I due capiscono di essere fatti l'uno per l'altra e possono quindi fidanzarsi e brindare, senza rancore, col vecchio amico Vertigo, al quale non rimane che consolarsi ribadendo la narcisistica ammirazione per se stesso.

Stile[modifica | modifica wikitesto]

Pépito non ebbe particolare successo, anche se nell'uso parodico della musica seria e nell'alternanza armoniosa del registro comico-farsesco e di quello elegiaco la critica musicale vi ravvisa alcuni tratti tipici della lirica offenbachiana[5]:

(FR)

«Pépito a une certaine importance dans la carrière du compositeur. Cette pièce a été le modèle, le prototype de toutes ces œuvres brèves, monologues musicaux, saynètes à deux ou trois personnages, qui permirent à Offenbach d’alimenter le théâtre des Bouffes-Parisiens»

(IT)

«Pépito ha una certa importanza nella carriera del compositore. Questa opera è stata il modello, il prototipo di tutte le operette, i monologhi musicali, le saynètes a due o tre personaggi che permisero a Offenbach di alimentare il Théâtre des Bouffes-Parisiens»

Rappresentazioni[modifica | modifica wikitesto]

La prima fu il 28 ottobre del 1853[5][6] al Théâtre des Variétés, fu cancellato dopo un mese e riproposto nel 1856 al Théâtre des Bouffes-Parisiens[7]. Pur essendo la prima opera completa dell'autore rappresentata in un teatro della capitale francese, non è attualmente una delle più rappresentate[8]. Fu messa in scena nel regno Unito nel 1857 dalla stessa compagnia del Théâtre des Bouffes-Parisiens e nel 1876 fu riproposta in versione inglese sotto il titolo Vertigo negli Stati Uniti (Payson Opera Company)[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) W.L. Hubbard, The American History And Encyclopedia of Music: Musical Biographies, Kessinger Publishing, 2009, ISBN 978-1-4179-0713-7 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2014).
  2. ^ a b Concerti e didattica - Orchestra Carlo Coccia, su orchestracarlococcia.it. URL consultato il 17 aprile 2013 (archiviato dall'url originale il 23 novembre 2015).
  3. ^ (ES) Miguel Ángel Vega, Miguel Ángel Vega Cernuda, Henning Wegener, España y Alemania: Percepciones Mutuas de Cinco Siglos de Historia, Editorial Complutense, 2001.
  4. ^ (EN) Siegfried Kracauer, Orpheus in Paris:Offenbach and the Paris of his time, Vienna House, 1972, ISBN 978-0-8443-0093-1. (consultabile anche online)
  5. ^ a b (FR) Pépito d'Offenbach Archiviato il 30 novembre 2011 in Internet Archive.
  6. ^ a b (EN) Kurt Gänzl, The encyclopedia of the musical theatre, Schirmer, 2001, ISBN 978-0-02-864970-2.
  7. ^ (EN) Annegret Fauser, Mark Everist, Music, Theater, and Cultural Transfer: Paris, 1830-1914, University of Chicago Press, 2009, ISBN 978-0-226-23928-6. (consultabile anche online)
  8. ^ Jacques d'Offenbach on 1911 Classic Encyclopedia Archiviato il 18 marzo 2013 in Internet Archive.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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