Ovatoscutum

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Ovatoscuto
Ricostruzione schematica di Ovatoscutum concentricum
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno ? Animalia
Phylum ? Vendozoa
Genere Ovatoscutum
Specie O. concentricum

L’Ovatoscuto (Ovatoscutum concentricum) è uno dei tanti organismi enigmatici appartenenti alla cosiddetta fauna di Ediacara. I suoi resti fossili sono stati ritrovati principalmente in Australia, nelle zone delle Flinders Ranges.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

I fossili ascritti a questo organismo mostrano impronte tondeggianti e piatte, dotate di striature concentriche molto fitte, del diametro di alcuni centimetri. Non sembrano essere presenti altre strutture visibili; Ovatoscutum, quindi, è generalmente considerato uno dei molti organismi a simmetria radiale (come Bonata, Inaria, Mawsonites, Eoporpita) tipici della fauna di Ediacara, dalla forma medusoide ma dalle affinità incerte.

Affinità[modifica | modifica wikitesto]

Descritto per la prima volta nel 1966 da Martin Glaessner e Mary Wade, questo organismo è stato spesso considerato un tipico medusoide a simmetria radiale. Recentemente, però, questo tipo di organizzazione corporea è stato messo in dubbio da uno studio[1] in cui l'ovatoscuto è ricostruito come un animale a simmetria bilaterale, posto nel phylum estinto dei Proarticulata. Altri paleontologi suggeriscono l'ipotesi che questo organismo appartenesse agli cnidari e fosse un nuotatore libero[2]. Infine, altri studiosi ritengono che Ovatoscutum possa rappresentare una colonia di batteri, come molti altri fossili di forma circolare della fauna di Ediacara[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Mikhail A. Fedonkin, The origin of the Metazoa in the light of the Proterozoic fossil record, in Paleontological Research, vol. 7, n. 1, 31 marzo 2003, DOI:10.2517/prpsj.7.9. URL consultato l'8 maggio 2024.
  • (EN) D. Grazhdankin, Microbial Origin Of Some Of The Ediacaran Fossils, in Geological Society of America Abstracts with Programs, vol. 33, n. 429, novembre 2001.
  • (EN) B.M. Waggoner, Ediacaran Lichens: A Critique, in Paleobiology, vol. 21, 1995, pp. 393–397.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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