Otto von Pack

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Otto von Pack (Meißen, 1480 circa – Bruxelles, 8 febbraio 1537) è stato un politico e truffatore tedesco, i cui intrighi nel 1528 – noti come "affari Pack" (Packsche Händel) – rischiarono di trascinare l'Impero in una guerra tra principi cattolici e protestanti.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Poco si sa delle origini e della carriera di Pack[1]. Nacque intorno al 1480 da un'antica famiglia nobile di Meißen, in Sassonia. Iniziò a studiare legge a Lipsia nel 1499, con il sostegno finanziario di un fratello[2]. Dal 1519 fu al servizio del duca Giorgio di Sassonia come dottore iuris utriusque (diritto civile e diritto canonico)[3]. Nella prima metà degli anni 1520 divenne uno dei più importanti uomini politici della Sassonia albertina, rappresentando il suo signore nelle diete imperiali dal 1522 al 1526[4], sebbene non sia chiaro quale posizione ricoprisse – nei documenti si firmava come "consigliere"[3]. Alcune fonti divulgate all'epoca dell'affare Pack dimostrerebbero il suo coinvolgimento in varie truffe e malversazioni a scopo di lucro[4].

Nell'ottobre del 1527, il langravio d'Assia Filippo chiese a suo suocero Giorgio di Sassonia di inviare Pack in Assia, affinché si mettesse al servizio del Langraviato per la soluzione della questione dell'eredità della contea di Katzenelnbogen, contesa tra l'Assia e il Nassau[3]. Una volta giunto a Kassel presso il langravio Filippo nel gennaio 1528, Pack gli riferì di essere a conoscenza di un'alleanza tra principi cattolici conclusa a Breslavia il 12 maggio 1527. All'alleanza avrebbero preso parte, oltre al suo vecchio signore il duca Giorgio di Sassonia, Ferdinando d'Ungheria e di Boemia, gli elettori Alberto di Magonza e Gioacchino di Brandeburgo, i duchi Guglielmo e Ludovico di Baviera, l'arcivescovo e cardinale Matthäus di Salisburgo, i vescovi Wiegand di Bamberga e Konrad di Würzburg[5]. Scopo dell'alleanza sarebbe stato attuare l'Editto di Worms, eliminare l'eresia luterana e spodestare l'elettore Giovanni di Sassonia e lo stesso langravio Filippo, difensori degli evangelici[2]. Pack, i cui motivi a quanto pare erano di natura prevalentemente finanziaria[6], presentò a Filippo una copia quasi certamente falsa del documento di alleanza.

Filippo reagì creando un'alleanza militare con Giovanni di Sassonia (Weimar, 9 marzo 1528)[7] ed intavolando trattative diplomatiche con il re di Francia Francesco I, con Zapolya – il rivale di Ferdinando in Ungheria – e a quanto pare anche con la città libera di Strasburgo[6] e con Federico di Danimarca[8]. Alla fine del maggio 1528, lanciò l'offensiva militare, e le armi assiane si disposero al confine dell'arcidiocesi di Bamberga e della diocesi di Würzburg, che chiesero la protezione della Lega sveva[3].

Tuttavia, l'elettore di Sassonia Giovanni, su consiglio del suo cancelliere Gregor Brück e dei teologi protestanti Lutero, Melantone e Bugenhagen, decise di non appoggiare l'attacco preventivo ai territori cattolici[7][9]. I principi accusati di partecipare all'alleanza di Breslavia, in particolare il duca Giorgio, affermarono con indignata protesta la propria innocenza e la falsità del documento. Pack non fu in grado di dimostrarne l'autenticità[2]. La politica dell'Assia non poté più essere giustificata come atto di autodifesa[3]. Le ostilità si conclusero – e l'affare Pack ebbe un esito incruento – quando Filippo riuscì a ottenere la disponibilità dei vescovi a rimborsare le spese che egli aveva sostenuto per attaccarli, nonché la rinuncia da parte di Alberto di Magonza alla giurisdizione ecclesiastica nel Langraviato e nel principato elettorale di Sassonia (Trattato di Hitzkirchen del 14 giugno 1528)[3][6].

A seguito di questi eventi, Pack fu abbandonato dal langravio Filippo e perseguitato da Giorgio di Sassonia, che fece di tutto per vendicarsi dell'infedeltà dell'ex consigliere[2]. A quanto pare, si recò a Wittenberg, Magdeburgo e Lubecca[2]; nell'estate del 1529 si perdono le sue tracce fino all'arresto nei Paesi Bassi asburgici nel 1537[3]. Sottoposto a tortura, confessò di aver inventato l'alleanza[3]. Con sentenza delle autorità olandesi dell'8 febbraio 1537, fu condannato ad essere decapitato con la scure per tradimento e istigazione alla ribellione, e fu giustiziato lo stesso giorno[2].

La ricerca storiografica non ha potuto chiarire a fondo la dinamica degli eventi dell'affare Pack, e in particolare non ha potuto conclusivamente determinare se il langravio Filippo sia stato vittima di un inganno, oppure se abbia sfruttato le dichiarazioni di Pack per perseguire la propria politica e muovere guerra contro Magonza e Würzburg[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Friedensburg 1887; Haug-Moritz 1999.
  2. ^ a b c d e f Friedensburg 1887.
  3. ^ a b c d e f g h i Haug-Moritz 1999.
  4. ^ a b Friedensburg 1887; Britannica.
  5. ^ Meyers Konversations-Lexikon 1848, p. 97.
  6. ^ a b c Whaley 2012, p. 296.
  7. ^ a b Kolde 1910.
  8. ^ Iserloh-Glazik-Jedin 1967, p. 292.
  9. ^ Fabian 1981, p. 214; Falchi Pellegrini 1986, pp. 111-117, la quale riferisce che Lutero, in una lettera del 28 marzo 1528 indirizzata a Brück (WA BR 4, n. 1246), si era espresso contro la prospettiva di un'azione preventiva contro l'alleanza cattolica, pur ammettendo che un principe potesse difendersi contro altri principi e re suoi pari.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Su Pack[modifica | modifica wikitesto]

Altre fonti citate[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Antonietta Falchi Pellegrini, Il problema della resistenza nel pensiero dei Riformatori tedeschi, I: 1519-1529, Genova, ECIG, 1986, ISBN 88-7545-185-0.
  • (DE) Ekkehart Fabian, Brück, (Bruck gen. Pontanus), Gregor (1485/86–1557), in Theologische Realenzyklopädie, vol. 7, Berlin-New York, de Gruyter, 1981, pp. 212–216.
  • (EN) Joachim Whaley, Germany and the Holy Roman Empire, vol. 1, Oxford, Oxford University Press, 2012, ISBN 978–0–19–873101–6.
  • (EN) Theodor Kolde, Philip of Hesse, in The new Schaff-Herzog encyclopedia of religious knowledge, vol. 9, New York, London, Funk & Wagnalls, 1910.
  • Erwin Iserloh, Josef Glazik e Hubert Jedin, Riforma e controriforma: crisi, consolidamento, diffusione missionaria, XVI-XVII secolo, in Hubert Jedin (a cura di), Storia della Chiesa, vol. 6, Milano, Jaca Book, 2001 [1967], ISBN 88-16-30246-1.
Controllo di autoritàVIAF (EN25535366 · ISNI (EN0000 0000 3295 351X · BAV 495/155459 · CERL cnp00580648 · LCCN (ENn91056269 · GND (DE124396739 · WorldCat Identities (ENlccn-n91056269