Osservatorio imperiale di Pechino

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Osservatorio imperiale di Pechino
L'osservatorio situato su di un bastione delle antiche mura
StatoBandiera della Cina Cina
Coordinate39°54′22″N 116°25′41″E / 39.906111°N 116.428056°E39.906111; 116.428056
Fondazione1442
Sitowww.bjp.org.cn/misc/node_4542.htm
Mappa di localizzazione
Mappa di localizzazione: Cina
Osservatorio imperiale di Pechino
Osservatorio imperiale di Pechino

L'osservatorio imperiale di Pechino (in cinese: 北京古觀象台|s=北京古观象台; pinyin: Běijīng Gǔ Guānxiàngtái) è un osservatorio astronomico costruito a Pechino nel 1442 durante la dinastia Ming ed ingrandito durante la dinastia Qing.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'osservatorio in una stampa europea del 1737

L'attuale osservatorio fu terminato nel 1442. Era ospitato sullo spalto di un bastione delle mura di Pechino. Il bastione serviva anche come gnomone.

Durante il periodo Qing, sotto il regno dell'imperatore Kangxi, nel 1673 gli strumenti furono sostituiti da strumenti più moderni sotto la direzione del padre gesuita Ferdinand Verbiest ed altri ne furono aggiunti nel secolo successivo.

Durante la spedizione contro i Boxer del 1900 membri dell'Alleanza delle otto nazioni portarono in Europa alcuni strumenti. Gli strumenti furono restituiti alla Cina dai governi francese (nel 1902) e tedesco (nel 1921). Attualmente alcuni strumenti di epoca Ming si trovano presso l'osservatorio della Montagna Purpurea a Nanchino.

Strumenti[modifica | modifica wikitesto]

Gli strumenti attualmente esposti sono quelli realizzati dal gesuita fiammingo Ferdinand Verbiest a partire dal 1673, nonché quelli costruiti successivamente. Sulla piattaforma di osservazione si trovano i seguenti strumenti:

  • L'altazimut del 1673 serve a determinare l'elevazione e l'azimut dei corpi celesti[3].
  • L'astrolabio sferico del 1673, oltre ad essere un globo celeste, consente di determinare i tempi in cui i corpi celesti sorgono e tramontano, così come la loro elevazioni ed azimut in un dato momento[6].
  • Il teodolite, costruito nel 1715 da Kilian Stumpf, è utilizzato come il precedente altazimut per misurare l'elevazione e l'azimut dei corpi celesti[7].
  • La nuova sfera armillare del 1744 fu costruita dai gesuiti Ignatius Koegler e August von Hallerstein. Questo strumento permette di determinare le coordinate equatoriali degli astri, nonché gli istanti esatti in cui essi sorgono e tramontano. Serve inoltre a calcolare il tempo solare. Questa sfera armillare è munita di due cerchi di ascensione retta per effettuare misure differenziali fra coordinate equatoriali[8].

Nell'osservatorio si trovava anche un sismografo progettato da Zhang Heng.

Note[modifica | modifica wikitesto]

L'osservatorio nel 1874
  1. ^ Marilyn Shea, Quadrant -象限仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学, su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 7 maggio 2009).
  2. ^ Marilyn Shea, Sextant - 纪限仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学, su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2008).
  3. ^ Marilyn Shea, AltAzimut - 地平经仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学 [collegamento interrotto], su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010.
  4. ^ Marilyn Shea, Equatorial Armilla - 赤道经纬仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学, su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2008).
  5. ^ Marilyn Shea, Ecliptic Armilla -黄道经纬仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学, su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2008).
  6. ^ Marilyn Shea, Celestial Globe - 天体仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学 - History -历史, su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2008).
  7. ^ Azimut Theodolite - 地平经纬仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学 - History -历史 [collegamento interrotto], su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010.
  8. ^ New Armillary Sphere - 玑衡抚辰仪 - Chinese Astronomy - 中国天文学 - History -历史, su hua.umf.maine.edu. URL consultato il 25 settembre 2010 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2011).

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