Ora legale in Italia

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L'ora legale in Italia è la convenzione di spostare avanti di un'ora le lancette dell'orologio per sfruttare la maggiore presenza estiva del sole, guadagnando un'ora di luce in più la sera: è infatti come se il sole tramontasse un'ora più tardi. L'ora legale fu adottata per due periodi dal Regno d'Italia dal 1916 al 1920 e dal 1940 al 1948, in occasione delle due guerre mondiali, con periodi di applicazione variabili. Fu poi ripresa in forma stabile dal 1966.

L'introduzione nel 1916[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Luiggi

Nel Regno d'Italia l'ora legale fu adottata per la prima volta portando l'ora dalle 24 del 3 giugno 1916 all'1:00 del 4 giugno.[1] Tra il 1916 e il 1920 singoli provvedimenti furono emanati per l'inizio e per la fine del periodo in cui era in vigore l'ora solare.

«Tomaso di Savoia duca di Genova luogotenente generale di Sua Maestà Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della nazione re d'Italia

In virtù dell'autorità a Noi delegata: Vista la legge 22 maggio 1915, n. 671; Visto il regio decreto 10 agosto 1893, n. 490, riguardante l'adozione per l'Italia dell'ora del 2° fuso (ora dell'Europa centrale); Ritenuta la convenienza di economizzare per quanto sia possibile sul consumo di combustibili usati per la illuminazione artificiale, meglio utilizzando le ore d'illuminazione solare; Udito il Consiglio dei ministri; Sulla proposta del presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno;

Abbiamo decretato e decretiamo:

Art. 1. Dalla mezzanotte del 3 giugno 1916 l'ora legale verrà anticipata di 60 minuti primi a tutti gli effetti.

Art. 2. Tutte le autorità e tutti i capi di aziende pubbliche e private provvederanno perché nell'istante indicato dal precedente articolo, gli orologi siano portati a segnare l'una antimeridiana.

Art. 3. Il presente decreto avrà effetto fino a nuova disposizione. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, adoli 25 maggio 1916.

Tomaso di Savoia.

Salandra. Visto, il guardasigilli Orlando»

Il maggiore promotore dell'ora legale estiva in Italia fu l'ingegnere Luigi Luiggi che pubblicò diversi articoli sia per la sua introduzione sia per il suo successivo mantenimento. Sottolineò gli aspetti positivi della nuova regolazione oraria, in particolare un possibile risparmio da 100 a 150 milioni di lire per il carbone per l'illuminazione.[2][3]

«Questo risparmio di luce artificiale è lo scopo più immediato e materiale dell'anticipo dell'ora legale; esso permette di economizzare combustibili per la produzione nelle città di gas o di energia termo-elettrica, oppure petrolio e candele nelle borgate e nei minori centri di popolazione, dove questi metodi di illuminazione sono più in uso. E se si pensa che coi prezzo elevatissimo attuale del combustibile fossile, dalle 400 alle 600 lire la tonnellata — e talora persino 925 lire come avvenne recentemente a Genova per un vagone di New-Pelton — si comprende l'utilità di risparmiare un'ora di produzione di gas o di elettricità. Anzi, pensando che la lignite, malgrado i lodevoli sforzi dell'on. De Vito, Commissario Generale pei combustibili nazionali, è ancora scarsa e non ben selezionata e perciò di rendimento poco economico, e che nelle Puglie e nella Sicilia si alimentano molte centrali elettro-termiche con gas povero prodotto, con le scorze di mandorle, coi noccioli esausti delle olive o con le bucce di agrumi dai quali furono estratti l'acido citrico e gli oli essenziali, si comprende come ogni provvedimento che tenda a diminuire la durata del funzionamento di dette centrali abbia una influenza sensibile sulla economia nazionale.[4]»

Anno Inizio Fine Giorni Note
Giorno Ora Giorno Ora
1916 3 giugno 00:00 30 settembre 00:00 119 [1]
1917 31 marzo 00:00 30 settembre 00:00 183 [5]
1918 9 marzo 00:00 6 ottobre 00:00 211 [6]
1919 1º marzo 00:00 4 ottobre 00:00 217 [7]
1920 20 marzo 00:00 18 settembre 00:00 182 [8]

Lo sciopero delle lancette[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Sciopero delle lancette.

Nel 1920 a Torino l'adozione dell'ora legale fu anche occasione di contrasto in ambito lavorativo che portò a scioperi.

Inizialmente in alcuni ambiti su richiesta delle organizzazioni operai in ambito lavorativo venne mantenuta l'ora solare; ad esempio da domenica 21 marzo gli addetti dei servizi tranviari entrarono in servizio con un'ora di ritardo rispetto all'ora legale. Lunedì 22 gli impiegati comunali furono minacciati di severi provvedimenti per il mancato adeguamento al nuovo orario; la situazione divenne confusa per l'applicazione di due orari diversi in città.[9][10] A Biella ci fu uno sciopero generale del settore tessile per protesta contro l'ora legale.[11] Martedì 23 protestarono gli impiegati comunali.[12] Presso lo stabilimento «Industrie metallurgiche», appartenente alla FIAT, erano impiegati circa 1 500 operai; per i turni di lavoro era stato raggiunto un accordo per mantenere l'ora solare nei turni di lavoro, ma ci fu una protesta per la regolazione delle lancette degli orologi interni sull'ora legale. Cinque operai, pur essendogli stata negata l'autorizzazione dalla direzione, spostarono l'ora degli orologi e vennero licenziati. I lavoratori iniziarono uno sciopero occupando lo stabilimento. Intervennero anche le forze dell'ordine, chiamate dalla direzione, ma non ci furono incidenti. La mattina di mercoledì 24 furono esposte sul tetto due bandiere rosse e una bandiera nera di un circolo anarchico; all'esterno in mattinata fu aumentato il numero di agenti e di carabinieri, ma molti furono ritirati nel pomeriggio perché non ci furono né incidenti né danni allo stabilimento. La mancanza di un accordo fece però prolungare lo stato di agitazione degli operai che furono però sgombrati senza incidenti in serata.[13] Lo sciopero però si allargò nei giorni successivi all'intero settore metallurgico con la nascita di controversie che portarono ad uno sciopero generale di dieci giorni di 400 000 operai per l'ottenimento di un concordato.[14]

La ripresa nel 1940[modifica | modifica wikitesto]

Anno Inizio Fine Giorni Note
Giorno Ora Giorno Ora
1940 14 giugno 00:00 ... ... [15]
1941 ... ... ... ... In vigore per tutto l'anno
1942 ... ... 2 novembre 03:00 870 [16]
1943 29 marzo 02:00 4 ottobre 03:00 189 Istituzione per il Regno d'Italia[16] e termine per la Repubblica Sociale Italiana[17]
1944 3 aprile 02:00 2 ottobre 03:00 Istituzione[17] e termine per la Repubblica Sociale Italiana[18][19]
2 aprile 02:00 17 settembre 03:00 Istituzione e termine per il Regno d'Italia[20][21]
1945 2 aprile 02:00 15 settembre 01:00 165 Per il Regno d'Italia.[22][23] Sospesa nella Venezia Giulia occupata.
1946 17 marzo 02:00 6 ottobre 03:00 203
1947 16 marzo 00:00 5 ottobre 01:00 203
1948 29 febbraio 02:00 3 ottobre 03:00 217

Alla fine del 1948 si stabilì la soppressione dell'ora legale per l'anno successivo, considerato un sistema legato al tempo di guerra e con eccessive scomodità per i lavoratori. All'inizio del 1950 si ipotizzò di riprenderla dal 26 febbraio a causa di una crisi dell'energia elettrica, ma il miglioramento della situazione portò alla sua sospensione.[24]

L'ora legale dal 1966[modifica | modifica wikitesto]

La reintroduzione dell'ora legale fu inizialmente prevista per il 1965, ma venne invece stabilita per il 1966.[25]

Anno Inizio Fine Giorni Note
Giorno Ora Giorno Ora
1966 22 maggio 00:00 25 settembre 00:00 126 [26]
1967 28 maggio 00:00 24 settembre 01:00 119
1968 26 maggio 00:00 22 settembre 01:00 119
1969 1º giugno 00:00 28 settembre 01:00 119
1970 31 maggio 00:00 27 settembre 01:00 119
1971 23 maggio 00:00 26 settembre 01:00 126
1972 28 maggio 00:00 1º ottobre 01:00 126
1973 3 giugno 00:00 30 settembre 01:00 119
1974 26 maggio 00:00 29 settembre 01:00 126
1975 1º giugno 00:00 28 settembre 01:00 119
1976 30 maggio 00:00 26 settembre 01:00 119
1977 22 maggio 00:00 25 settembre 01:00 126
1978 28 maggio 00:00 1º ottobre 01:00 126
1979 27 maggio 00:00 30 settembre 01:00 126

La riforma del 1980[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1980 ci fu un anticipo dell'inizio dell'ora legale per un accordo europeo che coinvolse vari paesi della Comunità economica europea.[27]

Anno Inizio Fine Giorni Note
Giorno Ora Giorno Ora
1980 6 aprile 02:00 28 settembre 03:00 175 [28]
1981 29 marzo 02:00 27 settembre 03:00 182
1982 28 marzo 02:00 26 settembre 03:00 182
1983 27 marzo 02:00 25 settembre 03:00 182
1984 25 marzo 02:00 30 settembre 03:00 189
1985 31 marzo 02:00 29 settembre 03:00 182
1986 30 marzo 02:00 28 settembre 03:00 182
1987 29 marzo 02:00 27 settembre 03:00 182
1988 27 marzo 02:00 25 settembre 03:00 182
1989 26 marzo 02:00 24 settembre 03:00 182
1990 25 marzo 02:00 30 settembre 03:00 189
1991 31 marzo 02:00 29 settembre 03:00 182
1992 29 marzo 02:00 27 settembre 03:00 182
1993 28 marzo 02:00 26 settembre 03:00 182
1994 27 marzo 02:00 25 settembre 03:00 182
1995 26 marzo 02:00 24 settembre 03:00 182

La nuova regolamentazione europea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ora legale § Vantaggi_e_svantaggi.

Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, ogni anno stima il risparmio consentito dall'adozione dell'ora legale. Tra il 2004 e il 2020 è indicato il risparmio di circa 10 miliardi di chilowattora e di oltre 1 miliardo e 720 milioni di euro.[29]

Anno Inizio Fine Giorni Consumo
[GW·h]
Risparmio stimato
[GW·h]
Risparmio stimato
[percentuale]
Note
Giorno Ora Giorno Ora
1996 31 marzo 02:00 27 ottobre 03:00 210 262 873
1997 30 marzo 02:00 26 ottobre 03:00 210 271 392
1998 29 marzo 02:00 25 ottobre 03:00 210 279 317
1999 28 marzo 02:00 31 ottobre 03:00 217 285 844
2000 26 marzo 02:00 29 ottobre 03:00 217 298 510
2001 25 marzo 02:00 28 ottobre 03:00 217 304 832
2002 31 marzo 02:00 27 ottobre 03:00 210 310 726
2003 30 marzo 02:00 26 ottobre 03:00 210 320 658
2004 28 marzo 02:00 31 ottobre 03:00 217 325 357 609 0,19% [30]
2005 27 marzo 02:00 30 ottobre 03:00 217 330 443 640 0,19% [31]
2006 26 marzo 02:00 29 ottobre 03:00 217 337 459 645 0,19% [32]
2007 25 marzo 02:00 28 ottobre 03:00 217 339 928 643,7 0,19% [33]
2008 30 marzo 02:00 26 ottobre 03:00 210 339 481 646,2 0,19% [34]
2009 29 marzo 02:00 25 ottobre 03:00 210 320 268 643 0,20% [35]
2010 28 marzo 02:00 31 ottobre 03:00 217 330 455 644,4 0,20% [36]
2011 27 marzo 02:00 30 ottobre 03:00 217 334 640 647 0,19% [37]
2012 25 marzo 02:00 28 ottobre 03:00 217 328 220 613 0,19% [38]
2013 31 marzo 02:00 27 ottobre 03:00 210 318 475 569 0,18% [39]
2014 30 marzo 02:00 26 ottobre 03:00 210 310 535 549,7 0,18% [40]
2015 29 marzo 02:00 25 ottobre 03:00 210 316 897 552,3 0,17% [41]
2016 27 marzo 02:00 30 ottobre 03:00 217 314 261 573,0 0,18% [42][43]
2017 26 marzo 02:00 29 ottobre 03:00 217 320 548 567 0,18% [42][44]
2018 25 marzo 02:00 28 ottobre 03:00 217 321 431 554 0,17% [42][45]
2019 31 marzo 02:00 27 ottobre 03:00 210 319 622 505 0,16% [42][46]
2020 29 marzo 02:00 25 ottobre 03:00 210 302 751 400 0,13% [42][29]
2021 28 marzo 02:00 31 ottobre 03:00 217 319 919 450 0,14% [42][47][48]
2022 27 marzo 02:00 30 ottobre 03:00 217 316 827 420 [49][48]
2023 26 marzo 02:00 29 ottobre 03:00 217

Va osservato che il risparmio stimato da Terna, e sopra riportato nella colonna Risparmio, va riferito ai soli consumi per la illuminazione, inoltre con esclusione della illuminazione pubblica, essendo quest'ultima controllata da orologi astronomici o sensori crepuscolari. Nel dettaglio, in un documento ENEA troviamo alcuni dati relativi al 2010, la cui fonte indicata è Terna.[50] In un documento reperibile sul sito Terna, sezione dati statistici, anno 2010, sotto il titolo Dati Generali, la richiesta complessiva della rete ammonta a 330.455 GW·h, che è il valore riportato sopra nella colonna Consumo riferito al 2010. Togliendo a questa richiesta, le perdite di rete indicate in 20.570 GW·h, si indica un consumo da parte degli utilizzatori pari a 309,8 TW·h, ovvero il valore indicato sul documento ENEA sul progetto Lumiere. Di questi 309,8 TW·h, i dati come forniti da Terna indicano un totale di 50,8 TW·h consumati per l'illuminazione e suddivisi per settori: 0,5 TW.h nella agricoltura, 13,4 TW·h nella industria, 36,9 TW·h nel civile. I consumi di illuminazione del settore civile sono a loro volta indicati come ripartiti in 21,4 TW·h da parte del settore servizi e commercio, e 6,1 TW·h dalla illuminazione pubblica, e insieme formano il settore terziario. I restanti 9,4 TW·h del settore civile sono attribuiti al comparto residenziale. Se togliamo l'illuminazione pubblica, residuano 44,7 TW·h di consumi per illuminazione nel 2010, a cui sono riferibili gli stimati 644,4 GW·h (cioè 0,6444 TW·h) risparmi imputati allo spostamento in avanti di un'ora degli orologi, principalmente durante i mesi delle stagioni intermedie, cioè primavera e autunno. Infatti nel comunicato Terna relativo al 2010, i maggiori risparmi sono indicati nei mesi di aprile (150 GW·h) e ottobre (194 GW·h), seguiti dai mesi di giugno (87 GW·h) e settembre (85,5 GW·h). Perciò, nel 2010, il risparmio stimato incide per l'1,44% dei potenziali consumi di illuminazione possibilmente interessati dallo spostamento orario. Non sembra che Terna abbia forniti i consumi per illuminazione, suddivisi per settore, per gli altri anni, prima o dopo il 2010.

L'abolizione da parte dell'Unione europea[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Abolizione dei cambi di orario nell'Unione europea.

Nel settembre 2018 la Commissione europea ha proposto l'abolizione del cambio stagionale dell'ora a partire dal 2019; i singoli paesi avrebbero dovuto scegliere se adottare definitivamente l'ora solare o l'ora legale.[51] A marzo 2019 il Parlamento europeo ha approvato la proposta, rinviando all'anno 2021 la scelta sull'orario per i singoli stati.[52]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Decreto Luogotenenziale n. 631 25 maggio 1916, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 27 maggio 1916. URL consultato il 25 marzo 2023.
  2. ^ L. Luiggi, L'anticipo dell'ora legale nei mesi estivi, in Nuova antologia, n. 183, 1916, pp. 359-364.
  3. ^ L. Luiggi, Effetti economico-sociali dell'ora legale estiva, in Nuova antologia, n. 183, 1918, pp. 209-212.
  4. ^ L. Luiggi, Effetti economico-sociali dell'ora legale estiva, in Nuova antologia, n. 183, 1918, p. 210.
  5. ^ Decreto Luogotenenziale n. 420 4 marzo 1917, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 19 marzo 1917. URL consultato il 25 marzo 2023.
  6. ^ Decreto Luogotenenziale n. 162 21 febbraio 1918, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 22 febbraio 1918. URL consultato il 25 marzo 2023.
  7. ^ Decreto Luogotenenziale n. 188 23 febbraio 1919, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 25 febbraio 1919. URL consultato il 25 marzo 2023.
  8. ^ Regio decreto n. 254 11 marzo 1920, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 17 marzo 1920. URL consultato il 25 marzo 2023.
  9. ^ La bella pensata dell'ora legale, in La Stampa, 22 marzo 1920, p. 3.
  10. ^ L'ora legale, in La Stampa, 23 marzo 1920, p. 4.
  11. ^ Sciopero dei tessili biellesi contro l'ora legale, in La Stampa, 23 marzo 1920, p. 5.
  12. ^ La protesta dei dipendenti comunali a proposito dell'ora legale, in La Stampa, 24 marzo 1920, p. 3.
  13. ^ L'improvviso pronunciamento delle maestranze dello stabilimento Industrie metallurgiche, in La Stampa, 25 marzo 1920, p. 4.
  14. ^ Bollettino del lavoro e della previdenza sociale, n. 6, giugno 1920, p. I-679.
  15. ^ Regio Decreto Legge n. 664 13 giugno 1940, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 28 giugno 1940. URL consultato il 25 marzo 2023.
  16. ^ a b Regio Decreto Legge n. 1221 24 ottobre 1942, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 31 ottobre 1942. URL consultato il 25 marzo 2023.
  17. ^ a b Decreto del Duce n. 756 25 settembre 1943, in Gazzetta Ufficiale d'Italia, 8 novembre 1943, p. 2949.
  18. ^ L'ora legale, in La Stampa, 2 aprile 1944, p. 2.
  19. ^ Decreto 19 settembre 1944 n. 604, in Gazzetta Ufficiale d'Italia, 30 settembre 1944, p. 1512.
  20. ^ Regio decreto-legge 29 marzo 1944, n. 92, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 29 marzo 1944. URL consultato il 25 marzo 2023.
  21. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 14 settembre 1944, n. 219, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 30 settembre 1944. URL consultato il 25 marzo 2023.
  22. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 29 marzo 1945, n. 92, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 31 marzo 1945. URL consultato il 25 marzo 2023.
  23. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 13 settembre 1945, n. 531, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, 15 settembre 1945. URL consultato il 25 marzo 2023.
  24. ^ Perché l'ora legale non entrarà in vigore, in La Stampa, 10 febbraio 1950, p. 3.
  25. ^ L'adozione dell'ora legale rimandata al prossimo anno, in La Stampa, 7 febbraio 1965, p. 7.
  26. ^ LEGGE 14 maggio 1965, n. 503, in Gazzetta Ufficiale, 1º giugno 1965.
  27. ^ Ora legale in vigore da Pasqua in Italia e in 13 Paesi d'Europa, in La Stampa, 3 aprile 1980, p. 9.
  28. ^ DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 31 luglio 1979, n. 436, in Gazzetta ufficiale, 14 settembre 1979.
  29. ^ a b Terna: nei 7 mesi di ora legale risparmiati 66 milioni di euro, su Terna, 22 ottobre 2020. URL consultato il 26 ottobre 2020.
  30. ^ GRTN, Ora legale: in sette mesi l’Italia ha risparmiato 609 milioni di kilowattora, pari a circa 61 milioni di Euro (PDF), su Terna, 29 ottobre 2004. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  31. ^ Ora legale: in sette mesi l’Italia ha risparmiato 640 milioni di kilowattora, pari a oltre 69 milioni di Euro (PDF), su Terna, 28 ottobre 2005. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  32. ^ Ora legale: in sette mesi l’Italia ha risparmiato 645 milioni di kilowattora, pari a circa 80 milioni di Euro (PDF), su Terna, 26 ottobre 2006. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  33. ^ Ora legale: in sette mesi l’Italia ha risparmiato oltre 645 milioni di kilowattora, pari a 84,3 milioni di Euro (PDF), su terna.it, 26 ottobre 2007. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2016).
  34. ^ Ora legale: in 7 mesi l’Italia ha risparmiato oltre 646 milioni di kilowattora, pari a circa 99 milioni di Euro (+17,3% sul 2007) (PDF), su Terna, 24 ottobre 2008. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  35. ^ Ora legale: in 7 mesi l’Italia ha risparmiato 643 milioni di kilowattora pari a circa 93 milioni di Euro (PDF), su Terna, 22 ottobre 2009. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  36. ^ Torna l’ora solare: in 7 mesi minori consumi per più di 644 milioni di kilowattora (PDF), su Terna, 29 ottobre 2010. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  37. ^ Torna l’ora solare: in 7 mesi minori consumi per circa 647 milioni di kilowattora (PDF), su Terna, 28 ottobre 2011. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2016).
  38. ^ Torna l’ora solare: in 7 mesi minori consumi per circa 613 milioni di kilowattora (PDF), su Terna, 26 ottobre 2012. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  39. ^ Torna l’ora solare: in 7 mesi minori consumi per circa 570 milioni di kilowattora (PDF), su Terna, 25 ottobre 2013. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato il 1º luglio 2016).
  40. ^ Torna l’ora solare: in 7 mesi minori consumi per circa 550 milioni di kilowattora, su Terna, 24 ottobre 2014. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2016).
  41. ^ Torna l’ora solare: in 7 mesi minori consumi per oltre 550 milioni di Kilowattora, su Terna, 23 ottobre 2015. URL consultato il 18 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 27 luglio 2016).
  42. ^ a b c d e f Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 30 maggio 2016, su Gazzetta Ufficiale.
  43. ^ Terna: in 7 mesi di ora legale minori consumi elettrici per 573 milioni di kilowattora, su Terna, 23 ottobre 2016. URL consultato il 30 ottobre 2016 (archiviato il 30 ottobre 2016).
  44. ^ Terna: in 7 mesi di ora legale minori consumi elettrici per 567 milioni di kilowattora, su Terna, 27 ottobre 2017. URL consultato il 30 ottobre 2017 (archiviato il 30 ottobre 2017).
  45. ^ Terna: in 7 mesi di ora legale minori consumi elettrici per 554 milioni di kilowattora, su Terna, 26 ottobre 2018. URL consultato il 29 ottobre 2018 (archiviato il 29 ottobre 2018).
  46. ^ Terna: in 7 mesi di ora legale minori consumi elettrici per 505 milioni di kilowattora, su Terna, 25 ottobre 2019. URL consultato il 26 ottobre 2019.
  47. ^ Terna: nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha risparmiato oltre 100 milioni di euro, su Terna, 28 ottobre 2021. URL consultato il 31 ottobre 2021.
  48. ^ a b Rapporto mensile sul Sistema Elettrico (PDF), su Terna, 23 gennaio 2023. URL consultato il 25 marzo 2023.
  49. ^ Terna: nei 7 mesi di ora legale il sistema elettrico italiano ha risparmiato circa 190 milioni di euro, su Terna, 28 ottobre 2022. URL consultato il 4 novembre 2022.
  50. ^ LUMIERE - L’Efficienza Energetica al servizio dell’Illuminazione Pubblica (PDF), su enea.it, ENEA, 2010, p. 2. URL consultato il 29 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2020).
  51. ^ Stato dell'Unione 2018: la Commissione propone di porre fine ai cambi stagionali dell'ora, su Commissione europea.
  52. ^ Il Parlamento sostiene la fine del passaggio dall'ora solare a quella legale, su Parlamento europeo.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]