Nobuyoshi Araki

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Nobuyoshi Araki (荒木 経惟?, Araki Nobuyoshi; Tokyo, 25 maggio 1940) è un fotografo giapponese, noto principalmente per le sue opere di genere erotico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Esposizione di immagini di Araki a Francoforte.

Dopo aver studiato fotografia, cominciò a lavorare per l'agenzia pubblicitaria Dentsu, dove conobbe la sua futura moglie, Yoko. Dopo il matrimonio Araki pubblicò una raccolta di fotografie (Sentimental journey, 1971) scattate alla moglie durante il loro viaggio di nozze. Yoko morì nel 1990 di cancro alle ovaie, e le foto dei suoi ultimi giorni vennero pubblicate da Araki in un libro dal titolo Winter journey.

Araki è noto per i suoi reportage sull'industria del sesso giapponese. Negli anni ottanta focalizzò la sua attenzione su Kabukichō, storica zona a luci rosse di Shinjuku, un quartiere di Tokyo. Le relative foto, raccolte in Tokyo lucky hole, risalgono al biennio 1983-1985.

Ha pubblicato più di 350[1] libri ed è considerato uno degli artisti più prolifici di sempre. Ha lavorato anche per riviste come Playboy, Déjà-Vu ed Erotic Housewives. È stato più volte arrestato in Giappone, anche se non è mai finito in carcere, con l'accusa di oscenità; anche il direttore di un museo venne arrestato per aver esposto alcune sue foto.

La musicista Björk è una sua grande ammiratrice: è di Araki la copertina dell'album di remix Telegram. Ha inoltre posato per un intero set di fotografie, alcune contenute all'interno del libretto dell'album. Successivamente ha fotografato anche la cantante pop Lady Gaga. Nel 2005 il regista Travis Klose ha realizzato un documentario sulla sua arte dal titolo Arakimentari. I suoi lavori sono conservati in numerosi musei, fra cui la Tate[2] e il San Francisco Museum of Modern Art.[3]

Mostre[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Kabuki dei tre samurai, a cura di Graziano Menolascina, Galleria in Arco, Torino 2015[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia per le scienze e per le arti (Austria) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il numero dipende da come vengono contate le riedizioni di opere già pubblicate. Ma Kōtarō Iizawa ne ha contate 357 in Araki-bon! 1970–2005 / A Book of Araki Books! 1970–2005 (Tokyo: Bijutsu Shuppansha, 2006; ISBN 4-568-12071-3). (Nonostante il titolo alternativo in inglese, il libro è solo in giapponese)
  2. ^ tate.org.uk.
  3. ^ sfmoma.org (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2010).
  4. ^ exibart_admin, Araki, Morimura, Sugimoto: il kabuki dei tre samurai, su exibart.com. URL consultato il 29 marzo 2023.
  5. ^ (DE) Reply to a parliamentary question (PDF), su parlament.gv.at, p. 1875. URL consultato il 26 gennaio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Graziano Menolascina (a cura di), Il Kabuki dei tre samurai, Iemme Edizioni, Naples 2015 ISBN 9788897776598

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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