Nicolas Bourbon

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Nicolas Bourbon, ritratto di Hans Holbein il Giovane

Nicolas Bourbon, detto "il vecchio" per distinguerlo dal pronipote Nicolas Bourbon "il giovane", (1503 circa – 1550 circa) è stato un poeta francese neolatino, sopravvissuto all'Inquisizione, amico di Holbein e Rabelais e tutore di Giovanna di Navarra.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Iniziò a scrivere versi in latino in età molto giovane. Una delle sue prime poesie, De Ferraria, riguardava le sue origini e la sua città natale di Vandeuvre, nota dal XV secolo per le sue fucine dove si fabbricavano palle di cannone.

Fu precettore in diverse importanti famiglie, tra cui quella del cardinale de Tournon. Insegnò materie umanistiche ad Amiens, Langres e Troyes. Pubblicò le sue prime poesie nel 1529 in una raccolta intitolata Vandoperani, campani, epigrammata[1] dove si mescolavano epigrammi, inni, dialoghi ed epistole. Nel 1533 proseguì con la prima edizione delle sue Nugae, o Bagatelles, che attirò su di lui l'ira delle autorità religiose. Questo libro contiene infatti un'opera teatrale, In laudem Dei optimi maximi, in cui Nicolas Bourbon, senza spingersi fino ad aderire alle idee di Lutero, si dichiara favorevole alla riforma. Inoltre, si riteneva di rilevarvi una condanna contro il temuto Noël Béda, fiduciario della Sorbona e grande uccisore di eretici. Questo bastò perché Nicolas Bourbon venisse messo in prigione. Nonostante gli appelli che lanciò ai suoi tanti protettori e nonostante un ordine del re di metterlo "fuori dalle prigioni Borboniche", la sua liberazione avvenne dopo molto tempo. Quindi rivolse una petizione al cardinale Giovanni di Lorena:

«A Giovanni, cardinale di Lorena, eroe pieno di bontà. Il principe aveva appreso di recente che ero stato incatenato in una prigione, sebbene innocente, e che non ero stato accusato di alcun crimine. Si commosse e ordinò che fossi rilasciato prontamente, per essere riportato ai miei studi e ai miei studenti. Ha dato questo ordine, ma tuttavia rimango ancora in prigione, e gli ordini del Re non contano niente. Ma tu, fulgida stella della nobiltà del nostro secolo, a cui è certo che il Re non sa rifiutare nulla, pregalo per me, e spero che mi lascerà in libertà prima che il dolore abbia distrutto il mio corpo. Dio ti restituirà con usura questa benedizione e sperimenterai la gratitudine della mia Musa.
Nicolas Bourbon [2]

Liberato infine da Francesco I, verso l'inizio del 1535, si rifugiò in Inghilterra. Lì beneficiò della protezione di Anna Bolena, ex dama d'onore di Claudia di Francia e seconda moglie di Enrico VIII. Sostenitrice della riforma evangelica moderata, aiutò Nicolas Bourbon a trovare lavoro come precettore. Nella cerchia delle persone da lui frequentate ebbe modo di conoscere Hans Holbein il Giovane, che faceva il suo secondo soggiorno alla corte inglese e che disegnò il suo ritratto. Nicolas Bourbon, che nutriva per lui una grande ammirazione, lo definì l'" Apelle del nostro tempo"[3].

Tornato in Francia, nel 1536, si stabilì a Lione, dove frequentò il gruppo di poeti e umanisti inizialmente riuniti intorno a Étienne Dolet e conosciuti come la "scuola lionese", tra cui Jean Voulté, Eustorg de Beaulieu, Gilbert Ducher e Symphorien Champier. Vi incontrò François Rabelais, anch'egli vittima di problemi con le autorità religiose dalla pubblicazione del Pantagruel nel 1532, al quale rivolse questa esortazione:

(FR)

«Va, travaille, acharne-toi à la besogne; ni cesse ni répit avant d'avoir conquis ta place au soleil. Ainsi tu te montreras un homme. Ainsi tu deviendras un second moi-même. Sic vir, sic eris alter ego»

(IT)

«Vai, lavora, fai il tuo lavoro; non fermarti né riposarti prima di aver conquistato il tuo posto al sole. Quindi ti mostrerai un uomo. Così diventerai un secondo me stesso (Sic vir, sic eris alter ego).»

Nel 1538, Nicolas Bourbon pubblicò una seconda edizione delle sue Nugae, ampliata con numerosi pezzi ma ridotta dalle sue epistole compromettenti. Poi, intorno al 1540, entrò nella casa di Margherita d'Angoulême come precettore di sua figlia, Giovanna di Navarra. Senza dubbio incontrò poi altri poeti che ruotavano attorno alla regina, come Clément Marot che, tra i testi introduttivi della sua Adolescenza clementina[5], aveva posto un epigramma di "Bourbon, detto Borbonius, poeta lionese".

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nicolas (1503?-1550?) Bourbon, Vandoperani, campani, epigrammata, ad R. D. Carolum Turnonium episc. vavarien designatum / item ejusdem N. Burbo. Ad generosos adolescentes Jacobum et Justum Turnonios ; Item alia quedam lectu non indigna / lectori Io. Matthaeus Matisconen, ep. G. Budaei, 1º gennaio 1529.
  2. ^ L’originale di questo testo, in versi in latino, è inserito nella II edizione di Nugae edita nel 1538 sotto il titolo Nugarum libri octo, ab auctore recens aucti et recogniti, cum indice.
  3. ^ Martin Gayford, The artist who brought down a chancellor, The Daily Telegraph, 28 agosto 2006.
  4. ^ Citato da Lucien Febvre, Le Problème de l'incroyance au XVI siècle, Paris, Albin Michel, 1942, p. 19.
  5. ^ Edizione di Étienne Dolet del 1538. L'epigramma latino è accompagnato da una traduzione in francese dovuta a "la belle Rubella", può essere un'allusione a Louise Labbé.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Eugène et Emile Haag, La France protestante ou vie des protestants français qui se sont fait un nom dans l'histoire, Tome V, Cherbuliez, Paris, 1886.
  • G. Carré, De Vita et scriptis Nicolai Borbonii Vandoperani, thesim ad doctoris gradum rite capessendum amplissimae Facultati litterarum Parisiensi proponebat, Hachette, Paris, 1888.
  • V.L. Saunier, Les Bagatelles de Nicolas Bourbon, Jacques Haumont, Paris, 1944.
  • Sylvie Laigneau, Les Nugae de Nicolas Bourbon, édition, traduction et commentaires, Université de Paris IV.

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