Nicia di Mileto

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Nicia di Mileto (Mileto, IV secolo a.C.Alessandria d'Egitto, dopo il 271 a.C.) è stato un medico e poeta greco antico.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Mileto, in Asia Minore, di Micia abbiamo poche notizie biografiche negli scolii alle opere di Teocrito, di cui fu confidente e amico.

Seguace della scuola medica di Erasistrato, di cui sarebbe stato anche collaboratore[1], operò, quindi, ad Alessandria come il maestro, dove Teocrito dovrebbe averlo conosciuto dopo il 271, quando il poeta vi si recò. Tuttavia, dall'idillio XXVIII, si ricava che Nicia e sua moglie fossero ritornati a Mileto[2].

Il rapporto tra Nicia e Teocrito dovette essere di amicizia stretta[3], visto che il poeta siciliano gli dedicò l'idillio XI (Il Ciclope)[4], il XIII (Ila) e il XXVIII, La conocchia, che accompagna il dono dell'oggetto d'oro alla moglie di Nicia, Teugenide.

Epigrammi[modifica | modifica wikitesto]

Visto che Teocrito gli dedica degli idilli amorosi, oltre all'epigramma VIII[5], si può supporre che Nicia fosse interessato all'argomento[6].

Tuttavia, gli 8 epigrammi pervenutici nella Antologia Palatina e in quella di Massimo Planude[7] non sono composizioni amorose, ma di carattere dedicatorio e sepolcrale.

Perduta è, come detta, la composizione, probabilmente anch'essa in forma di lettera poetica, all'idillio XI di Teocrito, e probabilmente anch'essa incentrata sull'amore di Polifemo per Galatea, peraltro oggetto anche di un epigramma di Callimaco[8], che Nicia segue nello stile nei suoi epigrammi[9].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scholia vetera a Teocrito, XI, p. 240 Wendel.
  2. ^ XXVIII, 3, 7-8.
  3. ^ XXVIII, 7-8.
  4. ^ A questo idillio Nicia rispose con una composizione di cui abbiamo un frammento negli scolii al Ciclope (SH 566): ἦν ἄρ′ ἀληθὲς τοῦτο, Θεόκριτε· οἱ γὰρ Ἔρωτες | πολλοὺς ποιητὰς ἐδίδαξαν τοὺς πρὶν ἀμούσους ("È pur vero, Teocrito, anche questo: / gli Amori fan poeti anche molti / che prima erano incolti" - trad. A. D'Andria).
  5. ^ Sulla dedica di una statua di Asclepio, protettore dei medici, da parte di Nicia.
  6. ^ Come poeta, visto che Teocrito lo qualifica, in XXVIII, 7, come "sacro rampollo delle Cariti", ma anche come medico della scuola di Erasistrato, che era noto per aver curato la depressione di Antioco, figlio di Seleuco I, innamorato perdutamente della seconda moglie del padre, Stratonice (Plutarco, Demetrio, 38).
  7. ^ Antologia Palatina, VI 122, 127, 170; VII 200; IX 315, 564, 398; Antologia Planudea, XVI 188, 189.
  8. ^ Epigramma XLVI.
  9. ^ Hellenistic Epigrams: A Selection, a cura di Alexander Sens, Cambridge, CUP, 2020, p. 168.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Supplementum Hellenisticum (SH), a cura di P. Parsons e H. Lloyd-Jones, Berlin, De Gruyter, 1983, n. 566.
  • Hellenistic Epigrams: A Selection, a cura di Alexander Sens, Cambridge, CUP, 2020, pp. 168-170.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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