Museo della miniera di zolfo di Cabernardi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Museo della Miniera di Zolfo di Cabernardi
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàSassoferrato
Indirizzovia Contrada Nuova 1 - Cabernardi
Coordinate43°30′24.69″N 12°51′58.05″E / 43.506858°N 12.866124°E43.506858; 12.866124
Caratteristiche
TipoEtnografico
Storia locale
Visitatori460 (2022)
Sito web
Pozzo Donegani, miniera di Cabernardi

Il Museo della Miniera di Zolfo di Cabernardi di Sassoferrato (AN) è situato nel centro urbano della frazione Cabernardi, nei pressi dell'ex miniera di zolfo di Cabernardi-Percozzone, gestita dalla società Montecatini, uno dei più importanti centri minerari d'Europa.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Cabernardi è una frazione di Sassoferrato nata intorno al 1826. Secondo la tradizione fu fondata da quattro fratelli il più anziano dei quali Bernardo diede nome al paese; gli altri Crociano, Massimo e Martino a tre quartieri. La popolazione odierna è di trecento unità, ma grande prosperità e floridezza fu raggiunta a metà del secolo precedente quando, grazie all'attività estrattiva, solo le persone lavoranti in miniera, raggiunsero le 2400 unità.

L'attività estrattiva iniziò a funzionare intorno al 1860 quando – così racconta la leggenda - un contadino cercando di abbeverare le bestie su una pozza d'acqua, si accorse che queste non bevevano e che l'acqua era maleodorante. In un primo momento chiamò il parroco e questi a sua volta chiamò un esperto che decretò l'esistenza di una falda di minerale. Prese avvio così, nel podere del contadino, l'estrazione dello zolfo; prima con l'amministrazione da parte della famiglia tedesca Buhl - Deinhard, poi con la "Società Miniere Solfare Trezza e Albani ed infine nel 1917 con la Società Montecatini. La chiusura definitiva avvenne il 5 maggio 1959.

Il museo conserva foto, documenti e attrezzi da lavoro che ricostruiscono la storia economica e sociale del territorio. L'esposizione comprende anche minerali, Pane e zolfo un prezioso documentario del regista Gillo Pontecorvo, realizzato grazie all'allora sindaco di Pergola Galliano Binotti, e un modellino automatizzato che illustra il funzionamento dei pozzi di estrazione e dei depositi.

Il museo ed il sito archeominerario sono parte integrante del Parco museo minerario delle miniere di zolfo delle Marche e dell'Emilia-Romagna.

Note[modifica | modifica wikitesto]


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Paroli e Don Dario Marcucci, Cabernardi: la miniera di zolfo, Sassoferrato, Garofoli, 1992, p. 169.
  • Bruno Fabbri e Alida Gianti, La miniera di zolfo di Cabernardi-Percozzone, Sassoferrato, Istituto internazionale di studi piceni, 1993, p. 171.
  • Giorgio Pedrocco, Un mondo cancellato : miniere e minatori a Cabernardi, Fano, Editrice Fortuna, 1995, p. 113.
  • Pierpaolo Mattias, Giuseppe Crocetti e Attilio Scicli, Lo zolfo nelle Marche : giacimenti e vicende, Roma, Accademia nazionale delle scienze detta dei XL, 1995, p. 193.
  • Lauretta Angelini et al., Cristalli nella nebbia : minatori a zolfo dalle Marche a Ferrara, Ferrara, Effegi studio, 1996, p. 232.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]