Muntaz

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Gradi delle truppe coloniali

Galloni

Regi corpi truppe coloniali

Regio Esercito
Sottufficiali
Sciumbasci capo Maresciallo capo
Sciumbasci Maresciallo ordinario
Truppa
Bulucbasci capo Sergente maggiore
Bulucbasci Sergente
Muntaz Caporale
Uachil Nessun corrispondente
Àscari Soldato

Il muntaz era un grado militare delle Truppe coloniali italiane, equivalente al grado di caporale del Regio Esercito.

Il muntaz era posto sotto il bulucbasci e sopra l'ascaro.

Servizio[modifica | modifica wikitesto]

Il muntaz fungeva da comandante di squadra nelle unità coloniali. Il suo grado veniva assegnato tramite scelta fra gli ascari che sapessero leggere e scrivere l'italiano.[1] Poteva essere promosso muntaz l'Àscari dopo cinque anni di servizio, oppure per meriti straordinari..[2]

Durante la Battaglia di Gondar si distinse in particolare il muntaz Unatù Endisciau che rifiutando di arrendersi agli inglesi, in seguito alla capitolazione del ridotto avanzato di Debra Tabor, oltrepassate le linee nemiche raggiunse le linee italiane per portare in salvo il gagliardetto del LXXII Battaglione zaptié (I Gruppo carabinieri). Ferito a morte nell'adempimento della missione, fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare.[3][4]

Sempre nel 1941, fu decorato della medaglia d'oro al valor militare alla memoria il bulucbasci di coperta (Regia Marina) Mohammed Ibrahim Farag, che, naufrago del suo cacciatorpediniere, lasciava il posto sulla lancia di salvataggio a dei compagni, allontanandosene a nuoto, sicuro della morte.[5]

Sono gli unici due combattenti di colore delle truppe coloniali italiane decorati della massima onorificenza italiana.

L'armamento d'ordinanza del muntaz era il medesimo dell'ascari semplice.

Distintivo e contrassegni d'anzianità[modifica | modifica wikitesto]

Fascia da braccio per il grado delle truppe coloniali italiane di Muntaz.

Il distintivo di grado del muntaz consisteva in un gallone di tessuto di lana rossa, fatto ad angolo, con la punta rivolta verso la spalla, soppannato di panno nero a triangolo. Inoltre il muntaz porta sul tarbush una stelletta e un gallone, con la base parallela all'orlo inferiore del tarbush.[6]

Il muntaz degli zaptié in grande uniforme indossava penne di struzzo bianche e nere sul copricapo.

Sul distintivo erano posti anche i contrassegni di anzianità - secondo la tabella qui di seguito - e di merito (la corona dei Savoia) come distintivo di promozione per merito di guerra, nonché il fregio di specialità (mitragliere, mitragliere scelto, musicante, trombettiere, tamburino, sellaio, maniscalco, bracciale internazionale) e il distintivo di ferita in guerra.

1 stelletta di panno rosso 2 anni di anzianità
2 stellette di panno rosso 6 anni di anzianità
3 stellette di panno rosso 10 anni di anzianità
1 stelletta di tessuto argento 12 anni di anzianità
2 stellette di tessuto argento 14 anni di anzianità
3 stellette di tessuto argento 15 anni di anzianità
1 stelletta di tessuto oro 20 anni di anzianità
2 stellette di tessuto oro 24 anni di anzianità
3 stellette di tessuto oro 28 anni di anzianità

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ AA.VV. Enciclopedia Militare, Edizioni de Il Popolo d'Italia, 1937, Roma, voce: Sciumbasci.
  2. ^ C’era una volta l’Africa italiana
  3. ^ Articolo di Arnaldo Grilli sui primi due anni di Seconda guerra mondiale, su carabinieri.it. URL consultato il 16-09-2008..
  4. ^ http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=13187
  5. ^ Motivazione della medaglia d'oro al valor militare, su quirinale.it, 08-10-2009..
  6. ^ Per queste informazioni e le seguenti circa distintivo ed ordinanze, si fa sempre riferimento al Regolamento dei Regi Corpi Truppe Coloniali (1929) nei Collegamenti Esterni, qualora non diversamente specificato.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV. Enciclopedia Militare, Edizioni de Il Popolo d'Italia, 1937, Roma
  • AA.VV. Eserciti & Battaglie, voll. 1, 29, 30, 31, 32, Hobby&Work 1999
  • Philip Jowett, Stephen Andrew, Italian Army, 1940-1945, vol. 2, Osprey Publishing, coll. Men-at-arms
  • Riccardo Busetto, Il dizionario militare, Zanichelli, 2004, Bologna

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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