Mucca viola

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Purple Cow (1895)

Mucca viola (in inglese purple cow) è un termine utilizzato soprattutto nella letteratura anglo-sassone per indicare qualcosa di immaginario e umoristico, ed è oggi riferito all'ambito alimentare, dei vini, del tabacco e del marketing.

Mucca viola nel marketing[modifica | modifica wikitesto]

È usato come metafora dall'esperto di marketing Seth Godin per definire un prodotto o servizio che per le sue caratteristiche e qualità risulti essere unico nel suo genere, originale e straordinario[1], che presenta caratteristiche non convenzionali, produrrà passaparola naturale tra la gente e di conseguenza si pubblicizzerà. L'autore, viaggiando in autostrada, nota per esempio che le mucche, guardate dal finestrino, alla lunga diventano banali a vedersi; solo un'ipotetica "mucca viola" (cioè un elemento anomalo) potrebbe essere di qualche interesse per l'osservazione.

Mucca viola nella letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Mucca viola (Purple cow) è il titolo di una famosa poesia di Gelett Burgess (1866-1951), prolifico autore umoristico di San Francisco:

(EN)

«I never saw a purple cow;
I never hope to see one;
but I can tell you anyhow,
I'd rather see than be one.»

(IT)

«Non ho mai visto una mucca viola;
non ho mai sperato di vederne una;
ma posso dirti comunque,
che preferirei vederne una che esserlo
»

Libri[modifica | modifica wikitesto]

  • Gelett Burgess, Purple Cow (1895)
  • Seth Godin, La mucca viola. Farsi notare (e fare fortuna) in un mondo tutto marrone Sperling & Kupfer, 2004
  • Seth Godin, Il ruggito della mucca viola. Ci vuol coraggio per farsi notare Sperling & Kupfer, 2006

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Francesco Ianneo in books.google.it
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