Montesalso

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Montesalso
frazione
Montesalso – Veduta
Montesalso – Veduta
Chiesa di San Prospero
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Parma
Comune Varano de' Melegari
Territorio
Coordinate44°42′55.7″N 9°58′58.4″E / 44.715472°N 9.982889°E44.715472; 9.982889 (Montesalso)
Altitudine417 m s.l.m.
Abitanti
Altre informazioni
Cod. postale43040
Prefisso0525
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Montesalso
Montesalso

Montesalso è una frazione del comune di Varano de' Melegari, in provincia di Parma.

La località è situata 4,29 km dal capoluogo.[1]

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Il borgo di case sparse sorge alla quota di 417 m s.l.m.[2] tra i monti rocciosi dell'Appennino parmense, lungo la strada che collega Varano de' Melegari a Pellegrino Parmense.[3]

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

La località, nota fino al XIX secolo anche come Montesasso, dall'antico Monte Saxo, deve il suo nome alla presenza di solfato di sodio nel sottosuolo e alla natura petrosa dello scosceso territorio circostante.[4]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La più antica testimonianza dell'esistenza del piccolo borgo di Monte Saxo risale al 1217, quando fu devastato, insieme all'abitato di Grecio (odierna Mariano), dalle truppe milanesi e piacentine, che successivamente rasero al suolo anche il castrum di Riviano.[5]

Il castello edificato in età longobarda a difesa del territorio di Montesalso[6] passò entro il XIII secolo sotto il controllo dei marchesi Pallavicino.[7]

Nel mese di agosto del 1297 il Comune di Parma decretò che la fortificazione, all'epoca in rovina, non potesse più essere ricostruita; tuttavia, poche settimane dopo Manfredino da Cornazzano, alcuni membri della famiglia della Porta e altri ghibellini vi si rifugiarono e la riedificarono, facendone la base per le proprie scorribande. Nel mese di novembre il podestà cittadino si diresse al castello alla testa di una spedizione e lo pose sotto assedio, ma il giorno successivo un violento nubifragio costrinse l'esercito a ritirarsi a Borgo San Donnino. Nel mese di marzo del 1298 i parmigiani riuscirono a espugnare il maniero e a raderlo definitivamente al suolo, costringendo i nemici alla fuga.[8]

In seguito il territorio tornò sotto il controllo dei Pallavicino.[3]

Nel 1428 il duca di Milano Filippo Maria Visconti inviò le sue truppe, guidate dal capitano di ventura Niccolò Piccinino, contro Manfredo Pallavicino, assaltandone il castello di Pellegrino; il marchese fu arrestato e costretto sotto tortura a confessare di aver congiurato contro il duca, che lo condannò a morte e confiscò tutti i feudi, comprendenti Pellegrino, Vianino,[9] Varano de' Melegari, Serravalle, Mariano, Montesalso, Riviano e Pietramogolana, per assegnarli al Piccinino.[10]

La zona di Varano de' Melegari tornò sotto il controllo di Rolando Pallavicino nel 1445;[11] lo Stato Pallavicino fu infine soppresso nel 1588 dal duca Alessandro Farnese, che ne annetté il territorio al ducato di Parma e Piacenza ma concesse ai marchesi di mantenervi alcuni diritti feudali.[6]

I Pallavicino furono costretti ad abbandonare definitivamente il governo del territorio nel 1805, per effetto dell'abolizione napoleonica della feudalità; Varano divenne allora sede di comune (o mairie).[6]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Prospero[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Prospero
Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Prospero (Varano de' Melegari).

Menzionata per la prima volta nel 1230, la chiesa, elevata a sede parrocchiale entro il 1564, fu ristrutturata in stile neoclassico nel 1762; il piccolo tempio, quasi completamente rivestito in pietra negli esterni, ospita una statua ottocentesca in legno raffigurante San Prospero.[12][3]

Castello[modifica | modifica wikitesto]

Edificato in epoca longobarda, il castello, appartenente nel XIII secolo ai Pallavicino, cadde in rovina verso la fine del secolo; ristrutturato nel 1297 dai ghibellini fuoriusciti da Parma, il maniero fu raso al suolo definitivamente l'anno seguente dai parmigiani e non fu più ricostruito.[8][13]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La Frazione di Montesalso, su italia.indettaglio.it. URL consultato il 2 settembre 2018.
  2. ^ Montesalso, su portaleabruzzo.com. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2018).
  3. ^ a b c Montesalso, su prolocovarano.it. URL consultato il 2 settembre 2018.
  4. ^ Zuccagni-Orlandini, p. 426.
  5. ^ Codagnello, p. 61.
  6. ^ a b c Storia del Capoluogo, su comune.varano-demelegari.pr.it. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2018).
  7. ^ Il Pallavicino, un castello dalle origini oscure, su ilparmense.net. URL consultato il 2 settembre 2018.
  8. ^ a b Affò, pp. 111-113.
  9. ^ Fatti, misfatti e misteri di un millenario Castello (PDF), su comune.pellegrino-parmense.pr.it. URL consultato il 2 settembre 2018.
  10. ^ Serravalle Ceno, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2018).
  11. ^ Pezzana, p. 498.
  12. ^ Chiesa di San Prospero "Montesalso, Varano de' Melegari", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 2 settembre 2018.
  13. ^ Montesalso, su geo.regione.emilia-romagna.it. URL consultato il 2 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 2 settembre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ireneo Affò, Storia della città di Parma, Tomo quarto, Parma, Stamperia Carmignani, 1795.
  • (LA) Giovanni Codagnello, Chronica tria Placentina, Parma, Ex officina Pedri Fiaccadorii, 1859.
  • Angelo Pezzana, Storia della città di Parma continuata, Tomo secondo, Parma, Ducale Tipografia, 1842.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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