Ministero delle finanze

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Disambiguazione – Se stai cercando il dicastero italiano operativo dopo il 2001, vedi Ministero dell'economia e delle finanze.
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Ministero dell'economia e delle finanze (disambigua).
Ministero delle finanze
Ingresso al Ministero da via XX Settembre, 97.
StatoBandiera dell'Italia Italia
TipoMinistero
Dipartimenti
  • Entrate
  • Dogane ed imposte indirette
  • Territorio
Istituito1866
daGoverno Ricasoli II
Soppresso2001
daGoverno Berlusconi II
SuccessoreMinistero dell'economia e delle finanze
SedePalazzo delle Finanze, Roma
IndirizzoVia Venti Settembre, 97

Il Ministero delle finanze è stato un dicastero del governo italiano, accorpato nel 2001 col Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per formare il Ministero dell'economia e delle finanze.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La prima disciplina organizzativa del ministero delle finanze fu tracciata nel 1866, nel quadro del processo di riordino delle istituzioni preunitarie[1]. Nel 1877 le competenze relative alla contabilità e al patrimonio dello Stato furono attribuite ad un nuovo dicastero, il ministero del tesoro[2], mentre al ministero delle finanze restarono le funzioni in materia tributaria. I due dicasteri vennero di nuovo riuniti nel 1922[3]e separati nel 1944[4]; nel 1947, dopo un ulteriore accorpamento[5], furono entrambi ricostituiti[6].

Nel 1991 l'articolazione interna del ministero delle finanze fu profondamente riformata[7][8]. Esso fu organizzato in tre dipartimenti e una direzione generale:

  • il Dipartimento delle entrate, competente a svolgere i servizi per la gestione, la riscossione e il contenzioso di tutti i tributi statali diretti ed indiretti, nonché di tutte le altre entrate erariali e locali non attribuite espressamente ad altri organi;
  • il Dipartimento delle dogane ed imposte indirette, le cui competenze erano fissate da specifiche norme di legge;
  • il Dipartimento del territorio, competente ad assicurare i servizi del catasto e i servizi tecnici erariali, i servizi relativi alla gestione produttiva dei beni immobili dello Stato e i servizi per la conservazione dei registri immobiliari;
  • la Direzione generale degli affari generali e del personale.

La riforma Bassanini del 1999[9] introdusse una vasta riforma del ministero delle finanze e dell'amministrazione fiscale. Il legislatore dispose anzitutto l'istituzione delle agenzie fiscali, cui furono trasferite le funzioni in precedenza esercitate dai dipartimenti delle entrate, delle dogane e del territorio, nonché quelle connesse svolte da altri uffici del ministero: furono così istituite l'agenzia delle entrate, l'agenzia delle dogane, l'agenzia del territorio e l'agenzia del demanio. In secondo luogo, gli uffici del ministero furono incardinati in un'unica struttura dipartimentale, il Dipartimento per le politiche fiscali, specificatamente contemplato dalla successiva disciplina regolamentare[10].

Nel 2001, divenuto operativo il ministero dell'economia e delle finanze, la compagine organizzativa del ministero delle finanze si fuse con quella del ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica (a sua volta istituito nel 1998 attraverso l'unificazione tra ministero del tesoro e ministero del bilancio e della programmazione economica): i cinque dipartimenti del nuovo dicastero, dunque, vennero a coincidere con le strutture dipartimentali dei due ministeri accorpati[11].

Elenco dei ministri[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Ministri delle finanze della Repubblica Italiana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]