Matteo 16

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Matteo 15,15 su una parte dell'Onciale 0237, del VI secolo.

Matteo 16 è il sedicesimo capitolo del vangelo secondo Matteo nel Nuovo Testamento. Il capitolo contiene le nozioni riguardanti il ministero di Gesù in Giudea e a Gerusalemme.

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Il testo originale era scritto in greco antico. Il capitolo è diviso in 28 versetti.

Testimonianze scritte[modifica | modifica wikitesto]

Tra le principali testimonianze documentali di questo capitolo vi sono:

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il capitolo può essere diviso nel seguente modo:

I luoghi[modifica | modifica wikitesto]

Matteo 15 terminava con Gesù che disperdeva la folla dei suoi sostenitori portandosi a Magdala coi suoi discepoli, sulla sponda occidentale del Mare di Galilea.[1] In Matteo 16,1 i farisei ed i sadducei si portano da Gesù, probabilmente nello stesso luogo. Il teologo John Gill suggerisce che "questi erano i sadducei e farisei della Galilea, di cui si fa menzione nella Misna".[2]

Matteo 16,5 fa nuovamente riferimento al viaggio "sull'altra sponda" ed i versetti di Matteo 16 13-20 sono ambientati "nella regione di Cesarea di Filippo". Questo è il luogo più a nord raggiunto da Gesù secondo il vangelo di Matteo e rappresenta l'ultima tappa per Gesù prima del raggiungimento di Gerusalemme a sud.

Farisei e sadducei[modifica | modifica wikitesto]

Versetto 1[modifica | modifica wikitesto]

I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo.[3]

L'opposizione agli insegnamenti di Gesù è rappresentata questa volta in una coalizione di farisei e sadducei, le cui visioni teologiche e vedute politiche li differenziavano, ma che erano costretti a cooperare come membri del Sinedrio, la suprema corte ebraica.[4] Il commentatore biblico Arthur Carr suggerisce che la formazione di questa coalizione "sia raccontata proprio per mostrare l'unione delle forze comuni in una possente ostilità contro Gesù".[5]

Versetti 2–3[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Matteo 16,2b–3.
Ma egli rispose: «Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi?"[6]

Confessione di Pietro[modifica | modifica wikitesto]

Questa pericope è considerato il climax della prima parte del vangelo secondo Matteo, quando Pietro iceve una rivelazione da Dio nel riconoscere Gesù come il Messia, il Figlio di Dio.[4]

Versetto 13[modifica | modifica wikitesto]

Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?»[7]
  • "Regione" (in greco: μέρη, merē, forma plurale di meros, "parte, porzione"): secondo alcune tradizioni viene indicata come la "costa" di Cesarea di Filippo, anche se la città non è posta nei pressi del mare, ma si intenda piuttosto "al confine" o "regione" appunto.[8] La regione di Cesarea di Filippo è definita oggi "la costa nord della terra d'Israele",[9] il che fa di questa regione "il punto più a nord" raggiunto da Gesù nel suo ministero.[10]

L'espressione greca τινα με λεγουσιν, tina me legousin, viene tradotta diversamente a seconda delle versioni bibliche:

Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo? - Nuova Riveduta
La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo? - CEI
Chi dicono gli uomini che io, il Figlio dell'uomo, sia? - Nuova Diodati
Chi dicono che io sia? - Bibbia della Gioia
Chi dice la gente che sia il Figliuol dell'uomo? - Riveduta
Chi dicono gli uomini che io, il Figliuol dell'uomo, sono? - Diodati

Versetto 16[modifica | modifica wikitesto]

Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»."[11]

Questa risposta di Pietro combina al titolo tradizionale ebraico di "Messia" (in greco: Christos, "Cristo") che significa appunto "l'unto" (che era un titolo regale), col titolo greco di "Figlio di ... Dio" per un regnante o capo divino (come nel caso di Augusto), è anche utilizzato come titolo regale ebraico (vedi Salmi 2,7).[12]

Versetto 18[modifica | modifica wikitesto]

E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.[13]
  • "Non prevarranno contro di essa": o "saranno vittoriose" è la traduzione dell'espressione greca κατισχύσουσιν[14]

Morte e gloria[modifica | modifica wikitesto]

Sempre presso Cesarea di Filippo, il racconto che segue la confessione di Pietro è una frase decisiva del ministero di Gesù, che individua in Gerusalemme il successivo punto geografico e cristologico da raggiungere.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Matteo 15,39
  2. ^ Gill's Exposition of the Bible on Matthew 16, accesso 24 gennaio 2017
  3. ^ Matteo 16,1
  4. ^ a b France, 1994, p.925
  5. ^ Carr, A. (1893), Cambridge Bible for Schools and Colleges on Matthew 16, acceso 14 settembre 2019
  6. ^ Matteo 16,2–3
  7. ^ Matteo 16,13
  8. ^ Barnes, Albert. Notes on the Bible - Matthew 16. James Murphy (ed). London: Blackie & Son, 1884.
  9. ^ Bengel, Johann. Bengel's Gnomon of the New Testament. Matthew 16. Accesso 24 aprile 2019.
  10. ^ Cambridge Bible for Schools and Colleges. Matthew 16. Accesso 28 aprile 2019.
  11. ^ Matteo 16,16
  12. ^ Coogan, 2007, p.32
  13. ^ Matteo 16,18
  14. ^ Greek Text Analysis: Matthew 16:18. Biblehub
  15. ^ France, 1994, p.926

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Capitoli del Nuovo Testamento
Vangelo secondo Matteo
Successore
Matteo 15 Matteo 16 Matteo 17