Maria Ferrero Gussago

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Maria Ferrero Gussago (Cellatica, 1893Brescia, 1982) è stata un'artista italiana.

Si colloca tra le figure del secondo futurismo italiano che fin dagli anni trenta hanno partecipato alle attività sperimentali e alle manifestazioni collettive della neo-avanguardia. Amica di Marinetti e Farfa che scrissero di lei, apprezzata da Fontana che nel 1958 le dedicò una nota critica per la presentazione della mostra alla Galleria Montenapoleone di Milano, in realtà Ferrero non aderì al credo futurista ma ne assunse la spinta alla rottura degli schemi. Ne acquisì soprattutto la predilezione per la rivisitazione spaziale del segno linguistico. Definisce numeri in libertà quelle sue opere in cui le cifre aritmetiche si propongono come "codici dell'universo". Molto importanti, nei primi anni sessanta, la creazione delle "reti". Si tratta di tre strati di reti metalliche, lavorate con colori, spaghi e materiali vari che creano trasparenze nelle quali il simbolo numerico si legge per assenza, ossia per rarefazione della materia cromatica. Ferrero, nella sua lunga carriera artistica, ha partecipato alla Biennale di Venezia nel 1942 e nel 1978 invitata da Mirella Bentivoglio nel settore arti visive e materializzazione del linguaggio. Invitata alla Quadriennale di Roma nel 1943, ha poi partecipato a numerose iniziative in Italia e all'estero promosse dal Centro Operatico SINCRON di Brescia dal 1967 al 1971. Hanno scritto di lei importanti critici e scrittori d'arte.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Ferrero Gussago. Monografia. La vita, l'arte, le opere di un'artista tra figurazione, futurismo e sperimentazione, Sabatelli, 2009, ISBN 9788888449524.