March Malaen

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Il March Malaen

Il March Malaen è una figura mitologica citata nel folklore celtico[1] come un cavallo malvagio associato al diavolo e alla stregoneria, la cui origine mitica o storica rimane oscura[2]. Nel Settecento, si diceva che la sua tradizione fosse diffusa tra i gallesi, attraverso un'espressione popolare e la dea gallica Andarta.

Dal 1807, e dalla pubblicazione delle Triadi gallesi di Iolo Morganwg[nota 1], secondo lui il March Malaen divenne una creatura della mitologia celtica brittonica e una delle tre piaghe dell'isola Britannia. Questa menzione è ripetuta nella traduzione dei Mabinogion di Joseph Loth nel 1889, secondo la quale il March Malaen sarebbe giunto attraverso il mare nel regno il 1º maggio, cioè l'antica festa gaelica di Beltane[nota 2]. È associato al racconto di Lludd a Llefelys dove, in traduzioni più recenti, la prima piaga combattuta dal re Lludd Llaw Eraint è l'arrivo del popolo Coraniaid.

Allora in piena celtomania[nota 3], scrittori novecenteschi ipotizzarono che questo cavallo potesse essere la bestia Glatisant del ciclo arturiano, che il 1º maggio fosse una data temuta dagli antichi gallesi come il giorno dell'apparizione di March Malaen, o che ricordasse un re fomore[3]. Il March Malaen è assente dalle pubblicazioni più recenti.

March Malaen è un nome gallese che si pronuncia [maɾx maˈlaɪn][nota 4]. Secondo il Dizionario dei simboli, Malein sembra venire dal latino malignus. La società mitologia francese vi traduce March Malaen con "cavallo maligno", nel 1989[4].

Diversi scrittori ottocenteschi, fra i quali Anatole Le Braz, pensavano che "March Malaen" si traducesse in "cavallo di Malaen"[5],[6],[7], ma James Hastings presumeva che march significasse un re malvagio e Malaen qualcosa di demoniaco[8]. Si trova anche la forma March Malen, che sembra più antica, e si tradurrebbe quindi in "Stallone di Male" [nota 5],[9].

In antico irlandese, mahrah ha il senso di "morte" e "epidemia”, ma la radice indoeuropea Mar sembra designare distese liquide come il mare e la palude, e aver dato marah presso i popoli celto-germanici, marc'h (da cui Re Marc'h ), e le parole mark e marca nelle lingue celtiche, poi marko e marka in gallico. Tutte queste parole sono legate al cavallo[10]. Inoltre, Alexander Haggerty Krappe ha studiato l'etimologia della parola francese cauchemar (/koʃ'maʁ/, "incubo") e quella inglese nightmare (/ˈnaɪtmeəʴ/,"incubo"), letteralmente "cavalla notturna" e ha notato che ambe due possono essere paragonate a quelle sopra citate[4].

Esistono due versioni di questa creatura. La prima menziona il March Malen come "cavallo diabolico" nel folklore. Quella seconda riguarda il March Malaen in una versione delle Triadi della mitologia celtica brittonica citata da Iolo Morganwg.

Il cavallo diabolico del folklore

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La prima fonte conosciuta sul March Malen risale al 1733; racconta che un uomo ha cercato di imbrigliare il male (March Malen) a suo vantaggio, ma la bestia si è liberata per calpestarlo. Sarebbe poi stata associata alla dea Minerva e Pegaso, prima di tornare in Galles, e dare origine a espressioni popolari gallesi[11]. In pubblicazioni successive, dal 1753 in poi, questo animale è legato al Diavolo, alla stregoneria, alla dea gallica Andarta, e all'espressione popolare gallese[12]: A gasgler as farch Malen dan er dor yd a, che si tradurrebbe con : "Chiunque venga trasportato in groppa al cavallo di Malen finirà sotto di esso"[13]. Il cavallo del diavolo avrebbe ispirato un'altra espressione proverbiale intorno al 1820 in Galles: It has gone on the horse of Malaen ("scomparve sul cavallo di Malaen"), che si riferiva a ciò che veniva gettato via o sprecato[5].

La piaga equina della mitologia

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Scritto da Iolo Morganwg nel 1807, March Malaen si associa alla storia di Lludd Llaw Eraint e al racconto di Lludd a Llefelys, di cui costituisce una variante. Il suo nome è citato nell'edizione del Cambro-Briton[5] del 1820 e in quella del Mabinogion[14]. "Tre oppressioni arrivarono su quest'isola [Gran Bretagna] e morirono"[5]: nella traduzione fatta da Joseph Loth[15] nel 1889, per prima si cita "l'oppressione del March Malaen" (cavallo di Malaen), che è anche chiamata l'oppressione del primo maggio. La seconda oppressione è quella del "drago di Prydein" (drago della Britannia), e la terza quella del mago, l'uomo di mezza apparenza. Queste due fonti affermano anche che la prima oppressione (il March Malaen) venne dall'altra parte del mare[16].

Annotazioni
  1. ^ Iolo Morganwg si pronuncerebbe [ˈjolo morˈganug]
  2. ^ Presenta inoltre un parallelo con la festività gallese del Calan Mai o Calan Haf, che si celebra per l'appunto proprio il 1º maggio...
  3. ^ La celtomania era una moda letteraria e una corrente di ricerca che si sviluppò dalla fine del XVIII secolo e per tutto il XIX secolo in alcuni circoli intellettuali dell'Europa occidentale.
  4. ^ ... in cui il fonema [x] trascrive la combinazione "CH", pronunciata come l'iniziale della parola Jota [ˈxota] in spagnolo o la fine del nome BaCH [bax] in tedesco. La combinazione ortografica gallese "AE" rende il dittongo fonetico [aɪ], come nella parole inglese my [maɪ].
  5. ^ The steed of Malen nella versione originale.
Documentali
  1. ^ Pietro Chierichetti, L’Āśvalāyanaśrautasūtra come fonte per lo studio dell’aśvamedha. Analisi della stringa rituale secondo un metodo olistico, in Facoltà di lettere e filosofia, Fondo di studi “Parini-Chirio”, Università degli studi di Torino (a cura di), academia.edu, vol. 3,, 2013, p. 42.
    «Cavalli demoniaci sono presenti anche nel folklore celtico: il March-Malaen (malignus) e i Kelpies (cavalli-demoni scozzesi).»
  2. ^ (FR) Jean Chevalier e Alain Gheerbrant, Dictionnaire des symboles, 1982 (1ª ed. 1969) p. 226.
  3. ^ (FR) Gaël Milin, Le Roi Marc aux oreilles de cheval, in Publications romanes et françaises, vol. 197, Ginevra, Librairie Droz, 1991.
  4. ^ a b (FR) Bulletin de la Société de mythologie française, su books.google.fr, vol. 156-159, Société de mythologie française, 1989, p. 89.
  5. ^ a b c d (EN) J. Limbird, The Cambro-Briton, vol. 1, 1820.
  6. ^ (EN) Cambrian quarterly magazine and Celtic repertory, vol. 3, Pub. for the proprietors by H. Hughes, 1831.
  7. ^ (FR) Anatole Le Braz, Georges Dottin et Léon Marillier, La légende de la mort chez les Bretons armoricains, vol. 2, Honoré Champion, 1928, 5ª ed., e ristampata: Anatole Le Braz, La Legende de La Mort, BiblioBazaar, LLC, 2009, 516 pagine, p. 328
  8. ^ (EN) James Hastings, Encyclopedia of Religion and Ethics, part 9 : Hibbert lectures, Kessinger Publishing, 2003 (1ª ed. 1912), 476 pagine, p.103.
  9. ^ (EN) John, Sir Rhys, Lectures on the origin and growth of religion as illustrated by Celtic heathendom, Kessinger, [200-?], p. 607, ISBN 1-4191-7326-X, OCLC 63654518. URL consultato il 15 novembre 2022.
  10. ^ (FR) Tristan Mandon, Bestiaire - Deuxième section : Du Cheval au Cygne… (PDF), su racines.traditions.free.fr..
    «Un survol des animaux de nos mythologies européennes : attributs des dieux et monstres fantastiques)»
  11. ^ (LA) William Baxter e Edward Lhuyd, https://books.google.fr/books?id=3go2AAAAMAAJ&pg=PA177&q=%22March+Malen%22&redir_esc=y#v=snippet&q=%22March%20Malen%22&f=false, in Glossarium antiquitatum britannicarum : sive, Syllabus etymogicus antiquitatum veteris Britanniae atque Iberniae, temporibus Romanorum., 277 p., Britanniâ nominibus, adversaria posthuma, impensis T. Woodward,, 1733.
  12. ^ (EN) Jones, G. Hartwell (Griffith Hartwell), Celtic Britain and the Pilgrim Movement, Londra, Society of Cymmrodorion, 2012, pp. 252. URL consultato il 25 novembre 2022.
  13. ^ (FR) Dr Faux, Minervæ, in La Picardie, revue historique, archéologique & littéraire,, vol. 9, Amiens, Delattre-Lenoel, 1863, p. 25.
  14. ^ Gabriella Agrati, I racconti gallesi del Mabinogion, a cura di Maria Letizia Magini, Milano, Arnoldo Mondadori, 1982.
  15. ^ (FR) Joseph Loth, Les Mabinogion, vol. 2, Parigi, Thorin, 1889.
  16. ^ (EN) Joseph Falaky Nagy, Folklore Studies and the Mabinogion, DE GRUYTER, 31 dicembre 2001, pp. 91–100. URL consultato il 25 novembre 2022.