MMDA-2

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MMDA-2
Nome IUPAC
1-(6-metossi-1,3-benzodiossol-5-il)propan-2-ammina
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC11H15NO3
Massa molecolare (u)209,24 g/mol
Numero CAS23693-18-7
PubChem90966
SMILES
CC(CC1=CC2=C(C=C1OC)OCO2)N
Indicazioni di sicurezza

MMDA-2 (noto anche come 2-metossi-4,5-metilendiossiametamina) è un farmaco psichedelico appartenente alla classe delle anfetamine, chimicamente simile alle MMDA e MDA.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Alexander Shulgin è stato probabilmente il primo a sintetizzare MMDA-2. Nel suo libro PiHKAL, la dose consigilata per avere degli effetti sull'organismo viene indicata come 25-50 mg e la durata di tale dosaggio è di circa 8-12 ore. Shulgin riferisce che MMDA-2 provoca effetti come empatia, alterazione e distorsione visiva, nonché alcuni effetti collaterali come disturbo gastrointestinale e perdita di appetito. Egli afferma che una dose di 30 mg di MMDA-2 provoca effetti simili ad 80 mg di MDA.[1]

La ricerca scientifica ha dimostrato che MMDA-2, a differenza del MMDA, ma in modo simile a 6-Metil-MDA, è solo molto debole nell'indurre il rilascio di serotonina e dopamina.[2][3] Invece, MMDA-2 è probabile che agisca come un antagonista del recettore 5-HT 2 allo stesso modo della serie di composti DOx, con l'attivazione del recettore 5-HT 2A che conferisce i suoi effetti psichedelici.[4]

MMDA-2 è stato venduto come designer drug in Giappone.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Read #133 MMDA-2 | PiHKAL · info, su isomerdesign.com. URL consultato l'11 gennaio 2018.
  2. ^ 3,4-Methylenedioxyamphetamine (MDA) analogues exhibit differential effects on synaptosomal release of 3H-dopamine and 3H-5-hydroxytryptamine, in Pharmacology Biochemistry and Behavior, vol. 38, n. 3, 1º marzo 1991, pp. 505–512, DOI:10.1016/0091-3057(91)90005-M. URL consultato l'11 gennaio 2018.
  3. ^ Methcathinone: A new and potent amphetamine-like agent, in Pharmacology Biochemistry and Behavior, vol. 26, n. 3, 1º marzo 1987, pp. 547–551, DOI:10.1016/0091-3057(87)90164-X. URL consultato l'11 gennaio 2018.
  4. ^ Brian W. Clare, QSAR of benzene derivatives: comparison of classical descriptors, quantum theoretic parameters and flip regression, exemplified by phenylalkylamine hallucinogens, in Journal of Computer-Aided Molecular Design, vol. 16, n. 8-9, August 2002, pp. 611–633. URL consultato l'11 gennaio 2018.
  5. ^ Simultaneous determination of 11 designated hallucinogenic phenethylamines by ultra-fast liquid chromatography with fluorescence detection, in Journal of Chromatography B, vol. 873, n. 2, 1º ottobre 2008, pp. 187–194, DOI:10.1016/j.jchromb.2008.08.020. URL consultato l'11 gennaio 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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