Lungarno Torrigiani

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Lungarno Torrigiani
Il lungarno visto da palazzo Capponi-Vettori
Nomi precedentiPrato del Nero
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFirenze
Circoscrizionequartiere 1
QuartiereSan Niccolò
Codice postale50125
Informazioni generali
Tipolungarno
Lunghezza300 m
Pavimentazioneasfalto
Intitolazionefamiglia Torrigiani
Collegamenti
Iniziopiazza de' Mozzi
Finevia de' Bardi
Luoghi d'interesseChiesa evangelica luterana
Mappa
Map
Coordinate: 43°45′58.49″N 11°15′23.01″E / 43.766247°N 11.256392°E43.766247; 11.256392

Il lungarno Torrigiani è quel tratto della sponda sud dei lungarni fiorentini che va da piazza de' Mozzi (all'antezza del ponte alle Grazie e del lungarno Serristori) a via de' Bardi/piazza di Santa Maria Soprarno. Da questo lungarno si gode una straordinaria vista sugli Uffizi, il Corridoio vasariano e il Ponte Vecchio.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La sponda sud dell'Arno prima della creazione dei Lungarni (dettaglio di un'incisione di Giuseppe Zocchi, 1744)

La denominazione fu deliberata dal consiglio comunale nell'aprile del 1868, non ancora completato il nuovo tracciato, definito solo con i lavori dal 1869 al 1873[1] sebbene sulla base di un progetto del 1866 dovuto a Luigi Del Sarto e a Raffaele Canevari, a sua volta da leggere nell'ambito del piano di ampliamento della città approntato da Giuseppe Poggi per Firenze Capitale (1865-1871). La titolazione è in riferimento al palazzo della famiglia Torrigiani con il quale questo tratto di lungarno si apre, il palazzo Torrigiani Del Nero. Per realizzare il lungarno vennero demolite ampie porzioni degli edifici prospicienti via de' Bardi e dei relativi giardini interni; a completamento dei lavori molti di quei palazzi ebbero il rovesciamento verso il fiume degli ingressi principali, come fa esempo il palazzo Capponi delle Rovinate, che venne dotato di una nuova facciata sul fiume opera pure dell'architetto Giuseppe Poggi[2].

Precedentemente la zona iniziale era identificata con la denominazione di Prato Del Nero (Baron Del Nero), in riferimento a un orto di pertinenza delle case di questa famiglia (tra cui il palazzo citato, ereditato dai Torrigiani nel 1808) che si estendeva alle spalle della chiesa di Santa Lucia dei Magnoli[2].

Il 25 maggio del 2016 la strada è stata interessata da una estesa voragine provocata (con profondità massima di 3,5 metri) da una erosione sotterranea a sua volta causata dalla rottura di un tubo dell'acquedotto[3], con conseguenti lavori di rifacimento condotti nello stesso 2016 e quindi completati con un ulteriore cantiere nel 2017. Tali lavori hanno interessato anche la spalletta del fiume, danneggiata per circa 80 metri e consolidata mantenendo lo spostamento di circa tre metri verso il fiume causato dalla voragine stessa. Al termine del cantiene inoltre è stata predisposta un'ampia isola pedonale alla confluenza con via de' Bardi[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Arco del fosso dei Mulini

Nell'ambito della viabilità cittadina il lungarno segna, da questo lato della città, per quanto a traffico limitato, l'area di sosta e parcheggio più vicina al centro storico pedonalizzato, per cui è costantemente segnato dalla presenza di veicoli (lato destro) e motoveicoli (lato sinistro) in sosta[2].

Oltre al pregio delle facciate ottocentesche che qui si allineano (già prospetti secondari dei nobili palazzi che guardano sull'antica via de' Bardi), il lungarno offre una visione privilegiata sulla fabbrica degli Uffizi e sul Ponte Vecchio[2].

Sotto il lungarno corre l'antico canale di scolo detto "fosso dei Mulini", che sbuca qui in Arno tramite una galleria visibile dalla sponda opposta; i mulini si trovavano vicino al palazzo Serristori, e dopo aver convogliato l'acqua d'Arno tramite deviazioni e cateratte, che alimentavano varie attività produttive, la riversavano in questo punto[4].

Edifici[modifica | modifica wikitesto]

Gli edifici con voce propria hanno le note bibliografiche nella voce specifica.

Immagine Nome Descrizione
1 Palazzo Torrigiani del Nero Dell'erezione del primo nucleo del palazzo documenta Giorgio Vasari che sarebbe da attribuirsi a Baccio d'Agnolo su commissione di Roberto Nasi che, morto nel 1543, la lasciò incompiuta, e che Agostino del Nero comprò nel 1552, portando a termine i lavori su incarico del figlio dell'architetto, Domenico. Il palazzo passò nel 1816 ai Torrigiani, eredi dei Del Nero, che lo ampliarono ulteriormente in larghezza verso piazza de' Mozzi e in altezza sull'Arno. Nel 1872, per la creazione del lungarno, il palazzo perse il giardino e le strutture affacciate direttamente sul fiume.
s.n. Chiesa Evangelica Luterana Nel 1899 nacque ufficialmente a Firenze la prima comunità evangelica luterana di lingua tedesca e nel 1901 l'architetto Riccardo Mazzanti progettò la nuova chiesa in un terreno ceduto dai Torrigiani. Sulla facciata della chiesa, che si richiama cromaticamente al romanico veneziano con il bianco della pietra ed il rosso dei mattoni, si apre un protiro di gusto neomedievale, sorretto da due colonne e decorato con archetti ciechi pensili. Al di sopra di esso, presenta un loggiato cieco formato da una pentafora centrale e due bifore laterali; più in alto si trova il rosone circolare. L'interno della chiesa è improntato ad estrema semplicità lineare.
25 Palazzo Capponi delle Rovinate La parte tergale del grande palazzo storico che si affaccia su via de' Bardi fu ridisegnata da Giuseppe Poggi tra il 1870 e il 1873 in stile neorinascimentale, in concomitanza con la creazione del lungarno. Per conservare l'opportuna illuminazione dei vecchi locali interni, l'architetto realizzò due terrazzi laterali situandoli all'altezza del primo piano. L'intervento ottocentesco comportò necessariamente un drastico ridimensionamento dell'edificio, sacrificando non solo l'orto, le stalle e le scuderie (come accadeva per le altre proprietà della zona), ma una notevole porzione degli ambienti del palazzo, con tagli particolarmente pesanti sul lato verso Ponte Vecchio. Ciò detto permane il giudizio per lo più positivo della critica sull'intervento poggiano, che in questo caso evitò la più facile strada del rifacimento in stile esprimendo il gusto del tempo. Si notino i ferri alle finestre terrene, con terminali rispettivamente a testa e a zampa di cappone, in riferimento alla famiglia dei proprietari.
31-33 Palazzo Il grande edificio sorge in un'area anticamente segnata dalle proprietà della famiglia Bardi e presenta un prospetto organizzato su sei piani per cinque assi, di disegno ottocentesco, legato al cantiere di ristrutturazione e riconfigurazione dell'immobile con ogni evidenza da collocare cronologicamente negli anni immediatamente seguenti l'apertura di questo tratto di lungarno. Sul retro dovrebbe inglobare i resti della torre dei Bardi e di altri palazzetti tra i numeri 42 e 44. L'edificio è stato oggetto di un intervento di recupero e ritinteggiatura del prospetto tra il 2011 e il 2012. Si veda anche a via de' Bardi 44[5].
35 Palazzo Analogamente al palazzo attiguo, anche questo edificio presenta un prospetto ottocentesco, databile agli anni 1870, di cinque piani su cinque assi, che si ripete però anche sullo sprone dove convergono il lungarno e via de' Bardi (due assi) e in forma semplificata sul retro (altri cinque assi).

Giardini pubblici[modifica | modifica wikitesto]

Giardini Martin Lutero

All'inizio del lungarno, nei pressi del palazzo Torrigiani e davanti alla chiesa Evangelica Luterana, si trova un giardino (intitolato in anni recenti a Martin Lutero,), sorto sul già citato orto di proprietà Del Nero e poi passato in eredità ai Torrigiani, impiantato originariamente su progetto del giardiniere comunale Attilio Pucci (1871)[6]. Dal giardino si intravede il retro della chiesa di Santa Lucia de' Magnoli (si noti lo stemma di Niccolò da Uzzano su una parete vicina al campanile a vela), e vi si affacciano il prospetti tergali di alcune case su via de' Bardi, graziosamente riconfigurati nell'Ottocento con piccoli giardini privati, scalette e cancellate.

Monumenti[modifica | modifica wikitesto]

Lo slargo con via de' Bardi

Giunto al suo termine, il lungarno Torrigiani presenta uno slargo a pianta triangolare definito dal confluire in questa zona della via de' Bardi, che quindi prosegue verso Ponte Vecchio. Qui è collocata una statua in bronzo alta col pidistallo circa due metri raffigurante San Giovanni Battista (patrono di Firenze), opera della scultore Giuliano Vangi del 1996, donata alla città dalla Società di San Giovanni Battista con il contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze al termine della mostra dell'artista al Forte Belvedere (1995), con l'occasione dei 200 anni della banca (1796-1996)[2].

Era stata pensata originariamente dall'artista per essere collocata alla testa di ponte Vecchio, a ricordo della statua del dio Marte portata via dall'alluvione del 1333 e citata da Dante quando ricordò come i Fiorentini avevano preferito al dio della guerra Giovanni Battista, scatenando le ire dell'antico nume che gli avrebbe maledetti condannandoli alle eterne discordie (alla "trista" arte della guerra) (Inf. XIII, 130-151)[7].

In un primo tempo fu invece scelta come collocazione della statua la piazza dei Cavalleggeri, sebbene trovò posto provvisoriamente nello stesso 1996 in via Magliabechi, a destra della facciata della chiesa di Santa Croce, dove tuttavia venne più volte scambiata per un San Francesco, vuoi per la vicinanza alla basilica francescana di Santa Croce[7]. Fu infine spostata nello slargo del lungarno nel dicembre 2000, da dove venne rimossa nel 2008 per un intervento di manutenzione condotto dallo stesso Vangi, e al termine del lavoro avrebbe dovuto essere, secondo il desiderio espresso dallo stesso artista, sistemata nel piazzale antistante la basilica di San Miniato al Monte. In realtà venne poi qui ricollocata nell'agosto del 2009[8], con una modifica al basamento per alzare ulteriormente la figura rispetto al piano di calpestio[2].

Il san Giovanni Battista, ritratto nel momento della predica nel deserto, è vestito solo di una pelle, ed ha la faccia scarnificata tipica delle figure stilizzate dell'artista; altri dettagli invece, come le mani, i piedi, il corpo che posteriormente si intravede sotto la pelle animale, o il vello della pelle stessa, sono trattati con estremo realismo[7].

Lapidi[modifica | modifica wikitesto]

Presso la Chiesa evangelica luterana si trova una lapide bronzea:


DEUTSCHE EVANGELISCHE GEMEINDE

GEGRÜNDET AM 3. FEBRUAR. 1899


DES HERRN WORT BLEIBET IN EWICKEIT. I. PETR. 1,25


La traduzione in italiano è: «Chiesa evangelica tedesca / Fondata il 3 febbraio 1899 / "La parola del Signore rimane in eterno" (Prima lettera di Pietro 1,25)». Sul portale della chiesa stessa si trova anche l'iscrizione «EIN FESTE BURG IST UNSER GOTT» ("Forte rocca è il nostro Dio"), titolo di un celebre inno luterano.

Sul piedistallo del San Giovanni Battista di Giuliano Vangi si legge:

SAN GIOVANNI BATTISTA
OPERA DI
GIULIANO VANGI


DONATA ALLA CITTÀ DALL'ENTE
CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE
1796 - 1996

Note[modifica | modifica wikitesto]

Veduta del lungarno dalla riva opposta
  1. ^ Relazione archeologica, Regione Toscana
  2. ^ a b c d e f g Paolini, scheda web.
  3. ^ Voragine di 200 metri sul Lungarno a Firenze, auto sprofondano: "Errore umano", su la Repubblica, 25 maggio 2016. URL consultato il 26 settembre 2021.
  4. ^ I bacini fognari di Firenze
  5. ^ Scheda
  6. ^ per il quale si vedano le note di Attilio Pucci stilate attorno al 1930.
  7. ^ a b c Silvia Cardini, in Firenze itinerari del Novecento, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, pp. 81-82.
  8. ^ Mara Amorevoli, Il San Giovanni Battista di Giuliano Vangi ritorna in piazza Santa Maria Soprarno, in "La Repubblica", 26 agosto 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, Tipografia Barbèra, 1913, p. 138, n. 973;
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo della città e del Comune di Firenze, Firenze, 1929, p. 116, n. 1054;
  • Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, IV, 1978, pp. 200-201;
  • Massimo de Vico Fallani, Giardino di Lungarno Torrigiani, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 226-227;
  • Francesco Cesati, La grande guida delle strade di Firenze, Newton Compton Editori, Roma 2003.
  • Comune di Firenze, Stradario storico e amministrativo del Comune di Firenze, terza edizione interamente rinnovata a cura di Piero Fiorelli e Maria Venturi, III voll., Firenze, Edizioni Polistampa, 2004, p. 461.
  • Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, II, Giardini e passeggi pubblici, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2015, pp. 493-494.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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