Lorenzo Bellafontana
Lorenzo Bellafontana (Genova, 15 luglio 1906 – San Michele Mondovì, 30 giugno 1979) è stato un liutaio italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Lorenzo Bellafontana nacque a Genova il 15 luglio del 1906; dopo gli studi superiori frequentò l'Accademia Ligustica di Belle Arti e si perfezionò nel violino presso l'Accademia Camillo Sivori. Incoraggiato dal padre, ebanista dilettante, entrò nel 1923 come apprendista nella bottega di Oreste Candi in vico Dritto Ponticello; la sua attività in proprio iniziò nel 1935 a Pegli, quindi dopo poco si trasferì nel centro storico di Genova in via Chiossone n°8/9 e nel 1937 partecipa alla mostra concorso in occasione delle celebrazioni di Antonio Stradivari a Cremona con un quartetto d'archi, un violino e una viola. Verso la fine degli anni trenta fu assistente nella bottega di Cesare Candi. Gli anni della seconda guerra mondiale furono particolarmente difficili, il suo laboratorio venne incendiato a seguito del bombardamento alleato del 22 ottobre del 1942, e nel 1944 perse definitivamente il laboratorio, sempre a seguito di un bombardamento. Aiutato da Giuseppe Lecchi e da Cesare Candi, riprese gli studi di musica e si impiegò come violista nell'orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova.[1]
Verso la fine degli anni Quaranta, Bellafontana costruì una chitarra eptacorde su commissione del compositore genovese Federico Orsolino (1918-1993); quest’ultimo scrisse La Fontanella, canone retrogrado per chitarra eptacorda (1947) dedicandola a Lorenzo Bellafontana.[2]
Nell’ottobre 1951, presso il Conservatorio A. Boito di Parma, Bellafontana vinse con una sua chitarra il Concorso Nazionale di Liuteria di Parma.[3] Gli anni del dopoguerra lo videro impegnato a costruire violini, viole, violoncelli e chitarre, strumento per il quale nutriva una particolare predilezione, nel suo laboratorio di Piazza Paolo da Novi; dal 1949 al 1958 lavora in via Paolo Giacometti, quindi si trasferisce in Corso Torino: qui subirà danni consistenti a seguito dell'alluvione dell'ottobre 1970. Dal 1967 subentrò a Giuseppe Lecchi nella conservazione del violino di Giuseppe Guarneri del Gesù il "Cannone" appartenuto a Niccolò Paganini, conservato a Genova a Palazzo Doria-Tursi. Morì in villeggiatura a San Michele Mondovì il 30 giugno 1979.
Critica[modifica | modifica wikitesto]
Dotato di buona manualità e capacità disegnativa, Lorenzo Bellafontana seguì nei primi anni di lavoro lo stile e i modelli del maestro Oreste Candi per poi formarsi, con gli anni della guerra, uno stile personale, facilmente identificabile: il suo lavoro può tuttavia riservare sorprese, le sue copie da Eugenio Praga, su modello il "Cannone" hanno talvolta ingannato anche gli esperti.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Mauro Balma, Genovanovecento. Concerti e associazioni musicali (1900-1993), Genova, Sagep Editore, 1993, p. 102
- ^ Milano, Casa editrice Berben, 1947; Cfr. «L'arte chitarristica: rivista di cultura musicale» , (1947), all. al n. 3, giugno 1947
- ^ Cfr. -, Lorenzo Bellafontana vince il concorso nazionale di liuteria, in «L’Arte Chitarristica», anno V, n. 29, 1951, p. 4; cit. in Stefano Picciano, La liuteria chitarristica in Italia, in Simona Boni (a cura di), Romolo Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento, Modena, Mucchi Editore, 2009, p. 286
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Carlo Nardi, Il liutaio Cesare Candi e il violino Paganini, 1948, rist. Cremona, Cremonabooks, 1999, p. VIII
- Karel Jalovec, Italienische Geigenbauer, Artia, Prag, 1957
- Umberto Azzolina, Liuteria italiana dell'Ottocento e del Novecento, Milano, Ceschina, 1964, p. 52
- Margherita Bellafontana, La liuteria come espressione d’arte e di cultura, diss. datt., Genova, Università degli Studi di Genova, Facoltà di Magistero, 1969
- Carlo Marcello Rietmann, Il violino e Genova, Genova, Sagep, 1975
- René Vannes, Dictionnaire universel des luthiers, Les amis de la musique, Bruxelles, 1981
- Mauro Balma, Genovanovecento. Concerti e associazioni musicali (1900-1993), Genova, Sagep Editore, 1993
- Giovanni Antonioni, Dizionario dei costruttori di strumenti a pizzico in Italia, Bari, Camerata musicale barese, 1996, p. 24
- Elia Santoro, Le Celebrazioni stradivariane a Cremona: 1937-1949, Cremona, Turris, 1996, p. 229
- Paola Ruminelli, Una città, un violino e la musica, Genova, Accademia Ligure di Scienze e Lettere, 1996
- Giorgio Devoto-Stefano Verdino, Per Giorgio Caproni, Genova, San Marco dei Giustiniani, 1997, p. 115
- Eric Blot, Alberto Giordano,Un secolo di liuteria italiana 1860-1960 - Liguria, Turris editrice, Cremona 1997
- Gualtiero Nicolini, I liutai di Cremona: il Novecento, Cremona, Edizioni Stradivari, 1998, p. 43
- Alberto Giordano, in Originali, modelli e copie, Ente triennale degli strumenti ad arco, Cremona, 2001
- Artemio Versari, Liuteria moderna in Emilia-Romagna, Torino, Il Salabue, 2002, p. 17
- Alberto Giordano, Cesare Candi liutista, Cremonabooks, Cremona, 2003
- Alberto Giordano, The Genoese line in The Strad Magazine, vol.117 n°1392, Newsquestspecialistmedia, London, 2006, pp.28-32
- Gualtiero Nicolini, Liutai in Italia: dall'Ottocento ai giorni nostri, A. Perdisa, 2008
- Stefano Picciano, La liuteria chitarristica in Italia, in Simona Boni (a cura di), Romolo Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento, Modena, Mucchi Editore, 2009, pp. 285-286
- Renzo Rosso, Bisagno, il fiume nascosto, Venezia, Marsilio, 2014
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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